Un cane randagio segue uno sciatore e insieme compiono un’impresa in montagna – .

“Questa è la storia di un cane, un cane georgiano nel profondo del Caucaso…”. Inizia così il racconto di un incontro casuale, di un’avventura condivisa, di un ricordo indelebile. Ed è stato scritto da Colter Hinchliffe, sciatore e alpinista professionista con sede in Colorado, che ha condiviso la sua esperienza con un cane randagio sui suoi social media.

“Pensavo che sarei stato solo oggi mentre vagavo a 1200 metri sopra la città di Ushguli (regione storica della Georgia), e in una valle alle spalle, ma un cane del villaggio ha insistito per unirsi a me”, spiega Hinchliffe, descrivendo come ” cercarono in tutti i modi di dissuaderlo” arrivando a “rimproverarlo e lanciargli anche la neve”. Ma il cane non era determinato a seguirlo: “Si è limitato a spostarsi più indietro finché non l’ho accolto in cima alla cresta. A dire il vero ero felice di avere un amico, ero solo preoccupato per la sua capacità di portare a termine il lungo viaggio. tour che avevo in mente.”

Colter Hinchliffe è una persona molto abituata alle situazioni estreme: dalla guida di fuoristrada su strade sconnesse allo sci in luoghi complicati, ama il rischio dell’avventura: “Scendere dalla vetta lontano dalla città significava che dovevo prendere una uscita lunga di 12 chilometri in leggera discesa, oppure salire altri 700 metri fino ad un’alta sella e ritornare in città attraverso una valle pianeggiante di 3 chilometri – spiega nel post – avendo già salito 1200 metri con il mio assetto pesante, ero propenso verso l’uscita più lunga ma in discesa… finché il mio nuovo Buddy non è venuto con me. E ho pensato che la salita non sarebbe stata così difficile per lui come la pura distanza, quindi abbiamo camminato su e giù.

Il cane ha continuato a seguirlo, di sua spontanea volontà, come tiene a precisare lo scalatore: “Non gli ho dato da mangiare finché non siamo rimasti bloccati nella valle… Fino ad allora non gli ho dato da mangiare per non incoraggiarlo lui a seguirmi. Gli ho dato da mangiare quando ci siamo impegnati a continuare! continua Hinchliffe che spiega di aver dovuto affrontare anche momenti di difficoltà come la rottura di un cornicione in cima al crinale, le basse temperature scese anche fino a -12° e i tre chilometri da percorrere, sì in pianura, ma scavando profondamente nella neve.

“Alla fine ce l’abbiamo fatta! E ho regalato al mio nuovo amico tutto il cibo della mia macchina, comprese 2 uova e un po’ di pane – conclude lo scalatore -. Mi sarebbe piaciuto avere più cibo per il “ragazzo”, dato che questi cani sono essenzialmente randagi ma la gente del paese li tratta bene e gli dà da mangiare con gli avanzi. È lui che aveva bisogno degli avanzi più di quanto pensasse! seguendomi! Questo è stato il terzo cane che mi ha seguito durante un’escursione sugli sci in Georgia. Sanno cosa succede, si portano a fare una passeggiata e sono i cani più dolci di sempre. Mi manca il mio amico e spero che anche lui si stia godendo una nuova avventura con un altro fortunato sciatore.”

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