“Tutto è pronto per l’invasione della città a sud di Gaza” – .

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L’escalation della crisi a Gaza sta per raggiungere un punto cruciale Israele si prepara ad attaccare Rafahultima roccaforte di Hamas nel sud di Striscia di Gazadove potevano essere tenuti diversi prigionieri ostaggi israeliani e oltre un milione di palestinesi in fuga hanno trovato rifugio. Nelle ultime ore, l’esercito ha ammassato decine di carri armati e veicoli blindati lungo il confine meridionale con Gaza, al valico israeliano di Kerem Shalom, vicino a Rafah, come hanno riferito i giornalisti che hanno visto il movimento di veicoli militari. L’operazione è stata annunciata dopo che l’esercito israeliano, l’IDF, ha confermato di averlo fatto completati i preparativi per l’ingresso a Rafah e che la data dell’operazione dipende solo dall’approvazione del gabinetto di guerra. Questa mossa potrebbe avere un impatto significativo sulla stabilità regionale e sulle prospettive dei futuri negoziati.

L’inizio dell’offensiva

Decine di carri armati e veicoli blindati israeliani sono stati ammassati al confine meridionale con Gaza, vicino a Rafah, al valico israeliano di Kerem Shalom. Questo movimento militare, testimoniato dai giornalisti sul campo, lo dimostra Israele sta intensificando gli sforzi per prendere il controllo del sud di Gaza. La 162a brigata, precedentemente posizionata nel nord e nel centro della Striscia, si è ora avvicinata a Rafah, confermando la crescente pressione sulla città. Un alto ufficiale israeliano, uscito da un lungo gabinetto di guerra, ha confermato l’intenzione di attaccare Rafah: “SSiamo diretti a Rafah senza dubbio. Non c’è alcuna contraddizione tra questa operazione e un accordo per la restituzione degli ostaggi. Naturalmente, più ci avviciniamo a Rafah, più aumenta il coinvolgimento egiziano”.

Coinvolgimento egiziano e preoccupazione per un esodo dei palestinesi

La presenza delle forze militari israeliane al confine di Rafah ha scosso prioccupazioni in Egitto, che teme un esodo di palestinesi sfollati nel Sinai, con potenziali rischi per la sicurezza nazionale. Il presidente Abdel Fattah al-Sisi ha dichiarato, temendo, la sua opposizione a qualsiasi migrazione forzata di civili da Gaza “conseguenze catastrofiche”. Questo timore ha spinto l’Egitto a proporre un’iniziativa diplomatica per evitare un’ulteriore escalation, con un rappresentante egiziano atteso a Tel Aviv per discutere un possibile cessate il fuoco.

Le posizioni degli Stati Uniti e di Hamas

Gli Stati Uniti hanno espresso la loro opposizione all’operazione israeliana, cercando di convincerlo ci sono “altri modi per colpire Hamas”. Allo stesso tempo, il governo americano riunì un coalizione di 18 paesi, tra cui Francia, Germania e Gran Bretagna, chiedere il rilascio immediato degli ostaggi a Gaza come condizione per raggiungere un cessate il fuoco. Tuttavia, Hamas continua a avanzare richieste che Israele ritiene inaccettabili. Khalil al-Hayya, membro dell’ufficio politico di Hamas, ha avanzato la proposta di una tregua di cinque anni in cambio della creazione di uno stato palestinese entro i confini pre-1967. Israele ha respinto questa proposta, affermando che non ci sarà mai uno stato palestinese con Hamas al potere.

Israele rifiuta le pressioni esterne

Nonostante le pressioni internazionali e i negoziati in corso, Israele sembra determinato a farloprocedere con l’operazione a Rafah. L’IDF sta conducendo nuove operazioni raid aerei nel sud di Gaza, con rapporti che indicano morti e feriti tra i civili. L’obiettivo principale di Israele è smantellare le infrastrutture di Hamas e garantire il rilascio degli ostaggi.

 
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