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È previsto e senza sorprese mandato di arresto della Corte penale internazionale contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. La Corte indaga da tempo (senza troppa fatica, come denunciano le associazioni per i diritti dei palestinesi) sul trattamento riservato da Israele al popolo palestinese, ben prima delle tragiche conseguenze dell’operazione di Hamas del 7 ottobre. IL bilancio delle vittime I palestinesi oggi contano oltre 35mila persone, tra cui 14.500 bambini. A fronte non solo dei continui eccessi militari nella zona, ma anche della crisi umanitaria tra salute e mancanza di cibo, il professore di Studi sullo Sviluppo Internazionale all’Università di Roskilde, Senha detto che è il momento di dichiarare Israele uno stato canaglia.

Mandato d’arresto della Corte penale internazionale: nomi

I tempi di Corte Penale Internazionale per il mandato di arresto non sono stati comunicati al primo ministro israeliano. In realtà è ancora un rumor, ma sembra solido, tanto da essere una notizia da pressioni Per evitare la condanna. Secondo il sito di notizie Walla, Benyamin Netanyahu ci sta provando convincere gli Stati Uniti bloccare qualsiasi decisione.

Tuttavia, le indagini proseguono da diversi anni, ben prima degli eventi successivi al 7 ottobre. Ora non è a rischio solo Benyamin Netanyahu, ma anche il ministro della Difesa Yoav Galante e il capo dell’IDF Herzi Halevi. La notizia del timore per il mandato d’arresto arriva dai media israeliani.

Fonte foto: ANSA

I manifestanti protestano contro Netanyahu per la liberazione dei prigionieri

La situazione in Israele: tensione contro Netanyahu

Benyamin Netanyahu non può fare troppo affidamento sulla popolazione israeliana. Sebbene le azioni contro il popolo palestinese siano ampiamente sostenute, ad esempio attraverso il bloccando l’arrivo di cibo e forniture mediche sulla Striscia; è anche vero che la mancata restituzione degli ostaggi sta creando tensioni.

Vanno avanti ormai da mesi manifestazioni contro il primo ministro Netanyahuaccusato di non fare abbastanza per il ostaggi Israeliani nelle mani di Hamas. Le famiglie dei prigionieri si sono riunite dopo 200 giorni per chiedere le dimissioni del primo ministro.

Netanyahu è preoccupato per il mandato

Venerdì scorso Netanyahu ha scritto di X che sotto la sua guida Israele non accetterà mai le decisioni della Corte Penale Internazionale (come è avvenuto con la risoluzione Onu per il ‘cessate il fuoco’) e torna a usare la frase “Israele è l’unica democrazia in Medio Oriente” per sottolineare il suo diritto all’autodifesa.

Chi li denuncia da anni non è d’accordo azioni violente da parte di Israele contro il popolo palestinese e non solo. Anche dopo la richiesta della Corte internazionale di giustizia di limitare il numero delle vittime civili e cercare così di dimostrare con i fatti che non si sta provocando volontariamente una genocidio, Israele ha continuato con una serie di azioni penalmente punibili. Ci sono stati attacchi dell’esercito contro i convogli umanitari, ospedali e giornalisti, ma anche tentativi di scatenare tensioni internazionali come quella contro l’Iran. In altre parole, come sottolinea il professore Sen: “Israele ha violato tutte le norme e leggi internazionali durante il suo guerra genocida contro Gaza”. Per questo motivo sarebbe giunto il momento di dichiarare il Paese uno “stato canaglia”, cioè contrario agli interessi occidentali.


Fonte foto: ANSA

 
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