l’Occidente rifiuta l’invito, ma alla cerimonia erano presenti 6 Paesi dell’Ue – .

l’Occidente rifiuta l’invito, ma alla cerimonia erano presenti 6 Paesi dell’Ue – .
l’Occidente rifiuta l’invito, ma alla cerimonia erano presenti 6 Paesi dell’Ue – .

In Russia viene celebrato, mentre i morti dentro Ucraina continuano a salire. La festa è doppia: oggi Volare si festeggia il Giorno della Vittoria, ma solo due giorni fa lo zar ha festeggiato il suo quinto mandato, il primo insediamento da quando il Paese russo era in guerra con quello ucraino. Non sono certo mancate le polemiche negli ultimi giorni: c’è chi accusa alcuni Paesi di essere “servi di Mosca”. La ragione? Si sono presentati alla celebrazione dell’inaugurazione.

Le polemiche si sono estese anche al «Den’ Pobedy» (il giorno della vittoria, ndr). La stampa estera e i suoi sostenitori zar non ne sono entusiasti: i giornali di tutto il mondo criticano le scelte di Mettere in che stanno costando la vita a molti ucraini, mentre i seguaci del leader russo vorrebbero “che la guerra finisse al più presto con la vittoria della Russia”.

Un 9 maggio diverso

Mosca si è svegliata con la neve e il freddo. C’è nevischio sulle spalline di migliaia di soldati. le milizie, come da tradizione, hanno sfilato sulla Piazza Rossa per ricordare il trionfo sovietico contro il nazifascismo. Per i russi il 9 maggio è sinonimo di Vittoria. Quella, rigorosamente con la V maiuscola, dell’Armata Rossa nella “Grande Guerra Patriottica” contro l’invasore nazifascista. Un’occasione per ricordare al mondo che gli americani potrebbero aver cambiato le sorti del conflitto, ma senza la stoica resistenza sovietica il Führer avrebbe potuto dare filo da torcere per mesi, forse anni.

Celebrazioni che hanno preso una piega diversa rispetto allo scorso anno. Quest’anno il cielo di Mosca si è colorato di bianco, blu e rosso – i colori della bandiera russa – grazie ai fumi rilasciati dai jet dell’aeronautica militare di Mosca. Oltre 9mila soldati e 61 veicoli militari – tra cui i missili intercontinentali Yars e i missili terra-aria S-400 – sono stati esaminati da Vladimir Putin.

«La Russia – sottolinea lo Zar – farà di tutto per evitare un conflitto globale, ma allo stesso tempo non permetteremo a nessuno di minacciarci. Le nostre forze strategiche sono sempre in allerta”. Mosca non utilizzerà armi nucleari tattiche né in Ucraina né altrove, ma è pronta a farvi ricorso in caso di minaccia alla sicurezza nazionale in senso stretto.

Ed è qui che emerge il malcontento zarista. Le notizie dal fronte di guerra russo non sono buone. Da settimane le truppe ucraine, a corto di uomini e munizioni, si stanno ritirando nelle campagne circostanti Avdiivka, consolidando di fatto il dominio russo sul villaggio strategico del Donbass conquistato dai russi quasi tre mesi fa. Una situazione che potrebbe anche peggiorare esponenzialmente con l’avvicinarsi dell’annunciata – e ormai imminente – offensiva di Mosca. Tutto questo nonostante lo stanziamento di nuovi aiuti militari per 61 miliardi di dollari da parte di Washington,

L’insediamento

Il presidente russo Vladimir Putin ha prestato giuramento sulla Costituzione durante la cerimonia di insediamento al Cremlino per il suo quinto mandato, ma questo già lo sapevate. “La Russia non rifiuta il dialogo con i paesi occidentali, la scelta spetta a loro”, ha detto Putin, citato dall’agenzia Ria Novosti, nel suo discorso di insediamento. “Vogliono continuare a cercare di limitare lo sviluppo della Russia, portare avanti la politica di aggressione, la pressione sul nostro Paese che non cessa da anni, o cercare una via verso la cooperazione e la pace?”

Prima della cerimonia, Mosca ha dichiarato di aver invitato tutti gli ambasciatori stranieri. Gli Stati Uniti, il Canada e il Regno Unito, nonché 20 Stati membri dell’UE, hanno risposto con un deciso “no” e non hanno inviato alcun rappresentante.

Alla cerimonia erano presenti alcuni paesi occidentali, come Ungheria, Slovacchia, Grecia, Malta, Cipro e soprattutto Francia. Poi, l’alleato storico: Cuba con il presidente cubano Miguel Diaz-Canel. Alleati storici del passato e del presente. Ad oggi la stampa si chiede se la loro partecipazione sia solo per “educazione” o se ci sia qualcos’altro, come il timore che la Russia faccia presto sul serio e che la “protezione” da parte di Mosca possa essere una carta da non sottovalutare. .

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