. Ezio Raimondi e l’amore per i libri – .

. Ezio Raimondi e l’amore per i libri – .
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Consultò cinque volumi contemporaneamente, in quella casa costruita sui libri annidati ovunque o in quello studio universitario che sembrava un mondo a parte. Si è partiti da alcune premesse per creare bibliografie, sperimentare connessioni imprevedibili, ed entrare in ambiti complessi. Perché, diceva Ezio Raimondi, il libro è una creatura che ci parla e la lettura è occasione di incontro e di amicizia. Dunque, l’incontro di oggi alle 17 nella sala dello Stabat Mater (all’Archiginnasio) è dedicato al Professore di cui si celebra quest’anno il centenario della nascita e il decennale della morte: ‘I cento anni del lettore: per Ezio Raimondi’.

L’iniziativa rientra in un calendario in via di definizione promosso dal Dipartimento di Studi Italiani (a cui la figlia Natalia ha donato l’ingente patrimonio librario), Mulino, Archiginnasio, Istituto per i Beni Culturali e Fondazione Gramsci Emilia Romagna. All’odierno incontro, coordinato da Marco Antonio Bazzocchi, succeduto a Raimondi nella cattedra universitaria, interverranno Alberto Bertoni, coautore di ‘Camminando nel tempo’ edito dal Professore nel 2006, e Daniela Baroncini, autrice di ‘Il Barocco moderno del Ezio Raimondi’. Ogni classico che Raimondi ha affrontato, da Dante al Tasso, dai prosatori ad Alfieri, da Manzoni a Gadda, diventa quindi un’immensa biblioteca, un luogo in cui il maestro e il lettore possono individuare incontri insospettabili che ci avvicinano alla autori di altre epoche.

Le iniziative dedicate al grande italianista, nato a Lizzano in Belvedere il 22 marzo 1924 e morto a Bologna il 18 marzo 2014, erano già iniziate lo scorso 23 marzo a Vidiciatico con una giornata di studi a cui hanno partecipato, tra i tanti, Francesco Guccini, Marcello Fois e Mauro Felicori: per l’occasione, in località Pozzo, è stata rinvenuta una targa dedicata all’illustre concittadino. Filologo, saggista, critico, Ezio Raimondi, oltre che studioso di fama mondiale, è stato anche e soprattutto un insegnante molto amato che ha formato generazioni di studenti. In definitiva, la sua eredità più vera (e l’incontro di oggi lo metterà in luce) resta la riconsiderazione del valore della parola che si traduce in azione.

Ma anche etica. Perché in lui, come sostiene la figlia Natalia, è sempre stata presente la consapevolezza che l’orizzonte della cultura non può essere separato da quello morale, civile e politico. Raimondi, nel periodo d’oro della cultura cittadina della seconda metà del Novecento costellato di personalità come Cesare Gnudi o Roberto Longhi, fu germanista, storico dell’arte, studioso di teatro, critico letterario… Un intellettuale a tutto tondo per il quale Bologna (e non solo l’università) deve molto. E la cui lezione non può essere dimenticata. Forse basta guardare anche solo uno dei suoi libricini, ‘La voce dei libri’, per comprendere quella lucidità profetica che ancora lo emoziona. C. cum.

 
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