ricordi della Resistenza. In un libro lo studio accurato sulle lapidi e sui cippi di Cesena e della Valle del Savio – .

ricordi della Resistenza. In un libro lo studio accurato sulle lapidi e sui cippi di Cesena e della Valle del Savio – .
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I cippi e i monumenti ai lati delle strade e le targhe sui muri delle case non sono solo ricordi da conservare per comprendere le radici della Repubblica Italiana, ma anche insegnamento per il futuro, incoraggiamento a vivere con dignità e coraggio , per impegnarci a realizzare gli ideali di libertà, democrazia, giustizia sociale che trovano espressione nella nostra Costituzione, “verso un mondo più giusto e più bello”. Per far conoscere e valorizzare questo patrimonio storico e ideale, Mattia Brighi, Nadia Lucchi, Vincenzo Morrone e Franco Spazzoli hanno raccolto i risultati del censimento effettuato tra il 2019 e il 2020 dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Anpi) e dall’Auser Cesena nell’interessante libro “Antifascismo e Resistenza scritti nella pietra” (aprile 2024, casa editrice Il Ponte Vecchio). Questa pubblicazione, stampata a caldo, sarà presentata al pubblico (ingresso gratuito) Mercoledì 24 aprile, alle ore 17, nell’Aula Magna della Biblioteca Malatestiana. Interverranno anche il sindaco Enzo Lattuca e la storica Mara Valdinosi.

Obiettivo dell’approfondimento è quello di rendere disponibile ad un vasto pubblico un agile strumento per comprendere quali siano le testimonianze materiali della volontà collettiva di mantenere viva la memoria di eventi e persone, nel corso dei decenni che vanno dalla Liberazione ad oggi. Si tratta quindi di una raccolta di schede che riuniscono l’aspetto descrittivo del ritrovamento memoriale e quello delle informazioni storiche essenziali.

Qualche anno fa Auser e Anpi Cesena decisero congiuntamente di lanciare un’iniziativa congiunta con l’obiettivo di registrare tutte le lapidi, i monumenti e i luoghi della memoria presenti nel cesenate con riferimento al periodo storico della Seconda Guerra Mondiale e della lotta di Liberazione. I volontari delle due Associazioni hanno iniziato un lungo e accurato lavoro di ricerca predisponendo specifiche carte identificative al fine di ottenere un quadro complesso e complessivo dei luoghi della memoria e delle testimonianze che si riferiscono a quel cruciale e drammatico periodo della storia del territorio della Valle. . di Savio. Una ricerca che non si è limitata a tracciare un arido elenco di date e figure ma che si è addentrata nella ricostruzione degli eventi che quei monumenti ricordano, trasformando le informazioni in un insieme di racconti che, luogo per luogo, permettono al lettore di avere una visione articolato ma anche il senso complessivo del contributo che il territorio cesenate e la Valle del Savio diedero durante le drammatiche vicende di quel periodo storico.

Il libro, sostenuto dall’Unione dei Comuni Valle del Savio e dedicato all’indimenticabile Furio Kobau che partecipò con grande passione a quest’opera nonostante le difficoltà della sua condizione fisica, rappresenta un’occasione per comprendere quanto questo territorio sia stato segnato da eventi drammatici vicende della guerra e quanto le sue popolazioni parteciparono al grande movimento della Resistenza italiana e alla lotta di liberazione dal nazifascismo. Il libro, come ricorda Carlo Sarpieri nella Prefazione, “ha il merito di tenere insieme fatti ed episodi drammatici apparentemente diversi tra loro ma tutti riconducibili all’inaccettabile crudeltà della guerra, come dimostrano le stragi di Tavolicci e Carnaio, ma anche all’irrefrenabile volontà popolare che ha spinto giovani, donne, famiglie a rischiare la vita per riconquistare la libertà e restituire dignità e futuro alla loro esistenza e a quella dell’intero Paese. Questa Resistenza, questo sacrificio non sarebbe stato possibile se non ci fosse stata un’idea di fondo a sostenerlo, un’idea cresciuta durante il periodo buio del fascismo, un’idea di comunità fondata su nuove regole, sulla partecipazione e sulla democrazia per la quale libertà doveva necessariamente accompagnarsi all’esercizio di diritti e doveri per tutti, così da offrire a ciascuno la possibilità di scegliere e gestire il proprio progetto di vita. Quell’idea di comunità, attraverso quella terribile esperienza di resistenza, trovò la sua sanzione formale e definitiva nella Costituzione della Repubblica Italiana”.

Il censimento. Dal censimento effettuato dagli operatori Auser e Anpi, effettuato negli anni 2020-2023, sono presenti nel cesenate trentatré monumenti relativi alla Resistenza e all’Antifascismo, di cui ventisette riferiti a fatti legati al Resistenza e cinque all’Antifascismo a cui si aggiunge la cripta del cimitero monumentale in cui sono presenti nomi di partigiani, di un antifascista e di soldati. Non è raro trovare lapidi che ricordano insieme partigiani, civili e soldati e sono state censite tutte quelle in cui compare almeno un partigiano o comunque un civile morto per mano del nazifascista. Scomponendo ulteriormente queste cifre avremo per la Resistenza: dodici lapidi, dieci cippi, quattro monumenti e un tabernacolo, per l’Antifascismo: cinque lapidi. Alcuni personaggi morti a Cesena sono ricordati anche in altre lapidi o monumenti presenti nelle località di origine (ad esempio Cervia e Cesenatico).

Analizzando singolarmente le opere, oltre agli elenchi dei partigiani e degli altri caduti, il lettore si imbatte in una variegata gamma di situazioni politiche: per citare le più significative, nella frazione di Gattolino sia il “Cippo ai Caduti per la Libertà” che il “Monumento al Cimitero” riunisce le tre ideologie più presenti nella Resistenza: i fratelli Sintoni e Vittorio Belli appartenevano ad una formazione comunista di pianura, Pietro Pironi, pur essendo cattolico praticante, aveva aderito alla Brigata comunista di montagna mentre Renato Medri e Primo Targhini aderì al gruppo repubblicano. Le lapidi dei fratelli Agapito e Torello Latini, una situata tra Bagnile e San Martino in Fiume e l’altra tra Bagnile e San Giorgio, essendo state realizzate dalla famiglia, ricordavano inizialmente solo il loro martirio e non quello di Pietro Maganza e Virgilio Lucci ucciso con loro. Successivamente furono aggiunte piccole targhe di ottone nella parte inferiore dei cippi in ricordo degli altri due martiri. Nella lapide di San Tomaso, che ricorda l’eccidio dei tre Ridolfi e di altri tre uomini, sono presenti due lapidi del Partito Repubblicano Italiano, di cui una della sezione Case Finali, mentre le lapidi che ricordano Giovanni Collina e suo padre Enrico e quello che celebra i caduti della Resistenza a San Giorgio, posto sul muro esterno dell’ex Casa del Popolo, furono realizzati dai comunisti locali.

Tag: ricordi Resistenza libro accurato studio lapidi memoriale pietre Cesena Savio Valle

 
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