È POLEMICA SUI SOCIAL – .

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Renato Curcio, uno dei fondatori delle Brigate Rosse, arriva a Formia per la presentazione del suo “Supraimplicazion”. La presenza ha scatenato polemiche sui social

Oggi, sabato 20 aprile, alle ore 17, al Piccolo Teatro Iqbal, l’Associazione Culturale Koinè, nell’ambito del Festival Incontro con l’Autore, ospita Renato Curcio. L’ex Birgatist presenta “Le implicazioni eccessive, le interferenze del capitalismo cibernetico nelle pratiche della vita quotidiana”.

“Il percorso attraverso l’infrastruttura Internet qui proposto – si legge nella presentazione dell’evento sulla pagina Facebook – evidenzia le eccessive implicazioni che gravano sulle nostre pratiche quotidiane e i cambiamenti antropologici che esse comportano. Negli ultimi decenni, le eccessive implicazioni del sistema geopolitico del XX secolo sono state accompagnate dai limiti e dagli orientamenti del capitalismo cibernetico. Il che, con l’implementazione dell’Intelligenza Artificiale, e nella crescente ibridazione tra uomo e macchina caratterizzata dall’inversione del rapporto tra l’uomo e gli strumenti che utilizza, ci porta verso una mutazione socio-antropologica tanto potente quanto sconosciuta nei suoi destini . Da ciò deriva anche un nuovo paradigma disciplinare: il compito di attuare automaticamente la stimolazione, la sorveglianza, la registrazione, la valutazione dell’obbedienza e l’eventuale rendicontazione delle traiettorie comportamentali “non riproduttive” dell’animale viene trasferito a macchine dotate di Intelligenza Artificiale. esistenti” o comunque “non docilmente o passivamente allineati” con le Autorità di vario grado”.

Un tema sicuramente importante e contemporaneo, del tutto soppiantato dalla presenza dell’autore che, inevitabilmente, non può che fare riferimento al suo passato da protagonista della lotta armata in Italia. Curcio, già autore di diversi libri, per restare ai fatti di cronaca, fondò – come ricorda Wikipedia – insieme alla moglie Margherita Cagol e ad Alberto Franceschini, il Collettivo Politico Metropolitano “che darà origine, attraverso l’esperienza del Partito Proletario A sinistra, al primo nucleo delle Brigate Rosse, il principale gruppo di lotta armata dell’estrema sinistra attivo negli Anni di Piombo”.

Dal punto di vista giudiziario la vicenda di Curcio è sintetizzata nella sentenza di 28 anni di reclusione in quanto ritenuto il mandante degli omicidi dei militanti del Movimento Sociale Italiano di Padova, MSI Graziano Giralucci e Giuseppe Mazzola. Coinvolgimento morale in omicidio volontario: è questo il reato per cui Curcio è stato condannato per il duplice delitto avvenuto il 17 giugno 1974. Poco meno di un mese fa, invece, Curcio è stato destinatario dell’avviso di conclusione delle indagini relativo al sequestro di persona dell’imprenditore Vittorio Vallarino Ganciaavvenuto nel giugno 1975, ad Arzello di Acqui Terme (provincia di Alessandria), presso la cascina Spiotta.

L’imprenditore Gancia è stato rapito e nell’ambito di tale azione è scoppiato uno scontro a fuoco tra i Carabinieri e i Brigati Rossi, provocando la morte dei Carabinieri Giovanni D’Alfonso e della Brigata Rossa Mara Cagol. Feriti i carabinieri Umberto Rocca e Rosario Cattafi. Le indagini sono riprese nel novembre 2021, dopo che Bruno D’Alfonso, figlio della vittima, ha presentato una denuncia composta da nuovi documenti. Dopo due anni furono chiuse le indagini, che coinvolsero i ROS di Torino e Roma, i RIS di Parma e la DIA di Roma, oltre alla Procura di Torino, nei confronti di importanti esponenti delle allora Brigate Rosse: Renato Curcio e Mario Moretti. Indagati anche Lauro Azzolini e Pierluigi Zuffada. Tutti rischiano il processo.

In pratica, una presenza, quella di Formia, che non poteva passare inosservata, tanto che ad animare il dibattito sui social, come spesso gli accade, è stato il sindacalista e blogger Delio Fantasia, che ha pubblicato un post piuttosto diretto: “Sabato 20 aprile Renato Curcio sarà a Formia per presentare la sua ultimo libro. Uno spiraglio di cultura in una città che ha scelto la mediocrità come modello di riferimento”.

Seguirono commenti di ogni tipo e genere. I commentatori si sono divisi tra favorevoli e contrari, senza alcuna parola di condanna o di assoluzione dal punto di vista morale, senza tralasciare le forme più colorite di insulti e qualche strafalcione. “Inviterei anche i parenti delle vittime! Ha scontato la pena e ha diritto di parola come espressione di libertà ma il passato non può e non deve essere dimenticato!”, spiega un utente.

“Una presenza importante! D’altronde la città di Formia era sede di un importante centro operativo del terrorismo italiano”. E ancora: “Un mandante criminale di diversi omicidi che non si è mai pentito né si è dissociato. Per me un intellettuale terrorista impenitente rimane pur sempre un terrorista, quindi un criminale”. “Se la cultura esiste, Renato Curcio deve portarla, allora siamo alla fine della civiltà civile”.

Non solo disapprovazione, anzi il contrario. “Hai smesso di sputare, cazzo, sulla lotta armata per la liberazione dal fascismo e dalla tirannia capitalista, Curcio non ha mai ucciso nessuno e non è certo un assassino… tieniti i tuoi famigerati assassini fascisti, sei proprio come loro”. E ripeto: “Le BR hanno fatto 83 vittime in 20 anni, al braccio armato dello Stato fascista è bastata una bomba per farne di più”.

Un ping pong tra fazioni, interrotto solo brevemente dal commento di un altro utente: “Mamma mia Delio Fantasia e cosa hai scatenato. Terroristi di destra, terroristi di sinistra, insulti di qua, insulti di là. Noi santifichiamo questo, demonizziamo quell’altro, anche Gesù Cristo che hai messo in mezzo… Stai impazzendo?”.

UN argomento controverso che ha acceso il dibattito pubblico solo sui social (non è arrivato alcun commento dalla sonnolenta politica del Sud Pontino, senza parlare dei rappresentanti della cultura, se mai ce ne sono stati), sempre vivi e vegeti quando si parla di un passato, quello della lotta tra neri e rossi – “Rossi, neri, alla fine tutti uguali. Te lo meriti Alberto Sordi”, diceva Nanni Moretti in “Ecce Bombo” -, il che non aiuta a capire. Manca per un po’.

Da notare però che quando il nipote del capostipite del clan dei Casalesi, qualche anno fa, volle presentare Saturnia a Spigno nel film della moglie del bandito Renato Vallanzasca il dibattito sociale era molto più cauto. Tutti stanno attenti – a parte qualche mosca bianca – a non usare una parola di troppo, tanto che il film, alla fine, è stato presentato a Gaeta (e poi pubblicizzato più volte su altri canali di comunicazione tra cui il Radio Padania legata all’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvinicioè lo stesso che in teoria lo aveva proibito), in barba ad a provvedimento dell’allora Ministero dell’Interno.

Questioni diverse, senza dubbio. Un film lì “Operazione Spartacus – La Casalese”, prodotto da “ROXYL MUSICS&FILM” di Angelo Bardellinoin cui veniva rintracciato il messaggio “né con lo Stato né con la camorra”, ecco, oggi, il libro di un ex terrorista che, pur avendo atteggiamenti critici, non si è mai dissociato dalle Brigate Rosse, pur dichiarandone la fine -chiamata lotta armata.

Rossi, neri, camorra e antimafia. A Formia il dibattito è servito, ma solo sui social.

Tag: RENATO CURCIO FORMIA LIBRO POLEMICHE SOCIAL MEDIA

 
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