Salvini come Manzoni. Chiede ai leghisti di vendere il suo libro, oggi è pronto ad annunciare Vannacci – .

Salvini come Manzoni. Chiede ai leghisti di vendere il suo libro, oggi è pronto ad annunciare Vannacci – .
Descriptive text here

Abbiamo un nuovo Manzoni, Alessandro Salvini. Ha sciacquato il suo nuovo libro “Controvento” nell’Arno, a casa di Francesca Verdini, e ha riscritto dodici volte il capitolo sulla sua bellezza. Il leader della Lega ora dice ai suoi amici: “Questa è la mia volontà. Regalatelo!”. La prima tiratura è di 45mila copie e a Salvini non bastano i famosi “venticinque lettori”. Chiede ai leader leghisti di organizzare banchetti in ogni città e di organizzare appuntamenti. Presenta il libro oggi a Milano dove vuole annunciare che l’altro suo collega letterario, il generale Vannacci, Massimo D’Azeglio in vestaglia a fiori, è pronto a candidarsi alle elezioni europee. Siamo alla fase Memorie come Rinascita. Scrive come un pazzo, esamina attentamente il paralume e non accetta critiche. Lui è il “promesso sposo”.

Salvini ormai è consumato dalla letteratura. Oltre al libro edito da Piemme, archivia anche le interviste, a Chi (le ha rilasciate questa settimana) dove parla della dolce Francesca, che gli avrebbe aperto, rivela Salvini, «mondi che non conoscevo ” e dal quale vuole “avere un figlio ”. Domenica, per i quarant’anni della Lega, a Bergamo lo aspettavano i militanti, ma lui? Si è collegato tramite video. Era in Toscana, a Montecatini per un incontro perché Salvini adesso crea il pane senza sale e aspira le vocali. Sei mesi di gestazione, un testo blindato. Raccontano a Mondadori che il capitolo su Francesca, titolo “The Myrtle Girl”, era atteso come ultimo manoscritto di Dan Brown. I giornalisti, quelli che hanno scritto libri su e con Salvini, biografie comprese, confermano: «Scritto interamente da lui». Nemmeno la casa editrice può permettersi di decidere come, con chi e dove presentarlo. Sappiamo solo che il 30 aprile sarà la volta di Roma e Salvini parlerà con «un grande avversario». Se non ha pensato al Foglio è solo un avversario minore. Al momento i capitoli attesi sono quelli su Mario Draghi, Berlusconi, dove è chiaro che Salvini ha un rapporto difficile con il telefono. Macron lo chiama per invitarlo a non lasciare il governo Draghi, e lui, scrive nel libro, era a Como, su una barca, e il suo telefono non aveva ricezione (“I miei collaboratori hanno iniziato a cercarmi incessantemente, ma Ero su una barca, in una zona senza campo”). La prima volta che Berlusconi, Salvini, Don Lisander, ancora semplice consigliere comunale, lo cercarono, era in macchina e ancora non rispondeva perché “il numero era sconosciuto” e solo una volta arrivato a casa, quando parte il cellulare squilla ancora, poi sì, che decide davvero: “ok, prendo il cellulare”. Gli agenti letterari rivelano: «Devi sapere che si chiudeva nella sua stanza a Milano e non tollerava di essere disturbato nell’atto creativo». È meglio di John Fante che, in solitudine, scriveva: “Ero seduto sul letto nella mia camera d’albergo. È stato un momento importante nella mia vita; Dovevo prendere una decisione: o pagavo o me ne andavo. Ho risolto spegnendo la luce.” Stefano Candiani, alla Camera, non vede l’ora di leggere il tomo, ma prima «devo vincere le elezioni comunali a Tradate». BENE. Salvini vuole fare il viaggio in Italia, firma le copie. Manzoni aveva cara la tabacchiera, ma Salvini apre il telefono ed è selfie. Per Alberto Savinio ogni politico era solo uno scrittore fallito che cercava il potere nella gloria negata. Vannacci, Salvini? Fateli scrivere. Dai pieni poteri, al frontespizio.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

NEXT La biblioteca mobile entra nella scuola. Lettura ad alta voce con gli studenti – .