L’età d’oro dei cantautori, un coinvolgente amarcord nel libro di Papini – .

L’età d’oro dei cantautori, un coinvolgente amarcord nel libro di Papini – .
L’età d’oro dei cantautori, un coinvolgente amarcord nel libro di Papini – .

Sono tutti lì, i protagonisti delle canzoni della nostra gioventù, i cantautori che hanno segnato un periodo irripetibile, a cavallo tra gli anni ’60 e ’80 del secolo scorso: un’esplosione di nuovo slancio canoro rispetto all’ormai ripetitiva vena melodica degli anni precedenti, e dove la musica è il prolungamento della parola scritta, del significato del testo, che ricorda un po’ la grande stagione ottocentesca del “Lied” tedesco, dove l’uno e l’altro appaiono in un connubio indissolubile.

Passione

Lo dobbiamo all’iniziativa, alla passione e alla competenza di Massimo Papini, studioso anconetano noto al pubblico per la sua caratura di storico legato al territorio, ma anche appassionato partecipe (perché lui stesso è strumentista in un gruppo giovanile) del mondo della musica leggera, con un termine riduttivo (solo per distinguerla da quella classica), perché non disgiunta, soprattutto nella produzione dei nostri indimenticabili cantautori, da significati più profondi legati alla composizione, alla pubblicazione, dovuti alle “affinità elettive” di Ancona, di un libro che nel titolo ne definisce il contenuto: “La musica che gira – La storia dei cantautori 1960-1980”. È la sintesi delle lezioni del corso da lui tenuto recentemente all’Unitre (Università delle Tre Età) di Ancona. Papini parla dei suoi protagonisti con un linguaggio semplice, chiaro, documentato e coinvolgente, legando il loro ruolo e l’espressività artistica “impegnata” alle vicende politiche, sociali e culturali che si susseguirono in quegli anni, fino al fulcro vitale della contestazione giovanile. del ’68, che offre certamente nuovi stimoli all’ispirazione dei nostri autori, gli artefici della canzone definita “diversa” (da Umberto Eco) o comunque “impegnata”.

I 33 giri

Al disco 45 giri (utilizzabile anche con un semplice giradischi portatile) si affianca e si afferma la diffusione del disco 33 giri, sicuramente più adatto, con le decine di brani in esso contenuti, a trasmettere appieno il senso generale del testo. al pubblico. Nel cosiddetto, più mirato “concept album” che caratterizza l’album c’è infatti un filo conduttore, un tema sul quale si delinea con coerenza il percorso musicale e lirico seguito dall’autore. Quei famosi “quattro amici al bar” che si incontravano per trascorrere la serata nelle osterie di Bologna e di Milano, nei bar di Genova o nei locali di Roma, “spesso ubriachi, se non ubriachi”, diedero origine a vere e proprie scuole, che Papini descrive con attenta e mai eccessiva partecipazione emotiva.

Le scuole

La scuola genovese di Bindi, Paoli, Endrigo (anche se istriano di nascita), Tenco, Lauzi, De André confluiscono nella lettura, in una sintesi descrittiva ben realizzata che suscita vividi ricordi riflessi nel lettore. Poi la scuola bolognese di Guccini, Lolli, Dalla, quella milanese di Vecchioni e Gaber e quella romana di Venditti e De Gregori.

© TUTTI I DIRITTI RISERVATI

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Corriere Adriatico

 
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