PERUGIA – Lo hanno minacciato e picchiato. Offenendolo e mandandolo addirittura in ospedale. Eppure ieri sono stati entrambi assolti. Non perché il loro sia stato dimostrato…
Sei già abbonato? Accedi qui!
OFFERTA SPECIALE
MIGLIORE OFFERTA
ANNUALE
€ 79,99
€19
Per 1 anno
SCEGLI ORA
MENSILE
€ 6,99
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
MENSILE
€ 6,99
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
– O –
Sottoscrivi l’abbonamento pagando con Google
sottoscrivi
OFFERTA SPECIALE
Leggi l’articolo e l’intero sito ilmessaggero.it
1 anno a 9,99€ € 89,99
Abbonati con Google
O
1€ al mese per 6 mesi
Rinnovo automatico. Disattiva quando vuoi.
- Accesso illimitato agli articoli sul sito e sull’app
- La newsletter di Buongiorno delle 7.30
- La newsletter Ore18 per gli aggiornamenti della giornata
- I podcast delle nostre firme
- Approfondimenti e aggiornamenti in tempo reale
PERUGIA – Lo hanno minacciato e picchiato. Offenendolo e mandandolo addirittura in ospedale. Eppure ieri sono stati entrambi assolti. Non perché sia stata dimostrata la loro innocenza, come sarebbe stato anche loro diritto, ma a causa di un errore procedurale. L’assenza di querela, infatti, ha convinto il giudice Lidia Brutti ad emettere sentenza di non procedere per mancanza dei presupposti di ammissibilità. Una decisione basata sulla legge o su un cavillo che dir si voglia, con la coppia – un ragazzo e la sua fidanzata, già noti alle forze dell’ordine per episodi simili – evitando così una condanna. Con un processo durato quasi quattro anni e terminato per un errore.
Con rammarico della parte offesa, un ragazzo minorenne arrivato in ospedale il 6 settembre 2020 con ferite reali e vero terrore, altro che un errore. Raccontando poi agli operatori sanitari e alle forze dell’ordine le violenze subite: violenze presto finite nel fascicolo con cui il sostituto procuratore Gennaro Iannarone ha accusato i fidanzati di minacce e lesioni personali aggravate. Secondo l’accusa, infatti, la ragazza “in qualità di mandante” e il fidanzato “in qualità di autore materiale”, con “più atti attuativi dello stesso disegno criminoso” avrebbero aggredito la persona offesa, all’epoca nemmeno maggiorenne. Piccoli quindi e, anche per legge, indifesi. Perché? Perché aveva detto no alle richieste della coppia. Perché «non aveva accolto la richiesta» della ragazza «di procurarsi del denaro». Allora, con la scusa di sapere che il minore l’aveva insultata, il giovane lo ha prima minacciato (“ti spacco la faccia”) e poi ha proceduto direttamente alle vie legali. Senza avere scrupoli, ha colpito il ragazzo “con pugni alla testa ed infine con uno schiaffo che ha causato la rottura degli occhiali indossati dall’offeso, provocandogli lesioni personali consistenti in “contusione della testa e metà del viso sinistro” giudicate guaribile in quattro giorni”. Ma dopo il danno, l’ulteriore beffa, per un giovanissimo forse addirittura peggiore della botta in pieno volto. Quello inflitto dalla ragazza che si avvicina alla vittima e ribadisce il suo concetto con l’insulto: «Mi dispiace che ti abbia picchiato perché avrei preferito dartelo. Non ho paura che tu tremi.” Così i due bulli, secondo l’accusa, avrebbero distrutto e umiliato il ragazzo, approfittando – da qui l’aggravante – della sua minore età, considerata circostanza che ostacolava anche la sua “difesa privata”. Ma alla fine ne sono usciti puliti. Assolto per errore.
© TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Leggi l’articolo completo su
Il Messaggero
Tag: Perugia fidanzati coppia picchia ragazzo soldi assolto errore