tagli alle spese per il sostegno alla disabilità – .

A Milano, in piazza Duca d’Aosta, ieri 16 ha avuto luogo l’inaugurazione un evento patrocinato dalla Federazione tra Associazioni nazionali delle persone con disabilità (VENTOLA) e il Federazione Italiana Superamento Handicap (PESCARE), due delle più grandi organizzazioni per la tutela delle persone con disabilità. FAND e FISH hanno indetto questa manifestazione, anche se nei giorni precedenti erano rimaste in silenzio di fronte alle iniziative delle associazioni di base contro i tagli.

FAND e FISH contestano il tagli operato da Regione Lombardia al Titoli aziendali. Per Titoli Sociali si intendono le misure B1 e B2, rivolte a persone con disabilità molto gravi e gravi. Con queste misure le persone con disabilità riescono a pagare, anche se con difficoltà Caregiver cioè persone che assistono le persone con disabilità.
Va detto incidentalmente che non esiste alcuna normativa statale che stabilisca questa distinzione assunta dalla Regione tra disabilità gravissima e invalidità grave e che, peraltro, si tratta di una distinzione che non ha alcun fondamento scientifico, ma è solo un’invenzione amministrativa.

Manifestazione contro i tagli alla disabilità Milano, 16 aprile 2024. Foto Gianfranco Falcone

Le autorità regionali si sono ben guardate da non essere presenti, hanno evitato il dialogo. Hanno però stanziato dieci milioni di euro per la comunicazione istituzionale, che comprende anche un canale Tic toce non è uno scherzo.
Nel frattempo Alessandra Locatelli (Lega), ministro senza portafoglio per le disabilità, ha ribadito con orgoglio la sua rivoluzione: nei documenti pubblici non si userà più la parola handicappato.

Regione Lombardia ha deciso che i finanziamenti a sostegno della disabilità saranno ridotti del 90%, motivando tale riduzione con un riferimento all’art Piano nazionale disabilitài cui fondi non verranno erogati nel 2024.
La Regione Lombardia con le proprie delibere ha indicato che la riduzione sarà compensata da un incremento dei servizi pubblici dedicati. Questa posizione solleva almeno due domande.
Quando basta la promessa di incrementare e migliorare i servizi pubblici, di cui non appare alcuna definizione, e che già mancano se non assenti? E poi c’è una proposta di scambio: certo vs. incerto.
Perché le persone con disabilità devono essere private della capacità di scegliere di vivere una vita indipendente, con Caregiver di loro scelta, e devono essere costretti a recarsi in una casa di cura (RSA)? Tra l’altro, è ormai accertato che un disabile domiciliare costa allo Stato meno di un disabile ricoverato in ospedale.

Per concludere e senza essere esaustivo, quello della qualità dell’ servizi pubblici è un problema che non riguarda solo il mondo della disabilità. Anche ieri ho provato a prenotare una visita urologica tramite il Sistema Sanitario Nazionale. Mi hanno dato appuntamento il 27 agosto. Spinto dall’urgenza ho provato a prenotare in privato. Ebbene in privato potrei essere visitato a sole 24 ore dal momento della mia richiesta di prenotazione. Sarebbero bastati semplicemente 140 euro. Devo ancora decidere se fare una visita a breve aprendo il portafoglio. E non sono l’unico in questa situazione. Portatori di handicap o no.

Gianfranco Falcone

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