Savona, ripresa sempre più complicata per i Giardini Folconi dove il Comune vuole realizzare una struttura socio-sanitaria – Savonanews.it

Nel giugno dello scorso anno il sindaco di Savona Marco Russo contattò Asl2 e Opere Sociali di NS di Misericordia, l’ente proprietario di una porzione della superficie, per parlare dell’idea di realizzare una struttura socio-sanitaria di rilevanza provinciale negli Orti la zona. Folconi. Il dibattito è stato poi aperto alla Regione, ente responsabile dell’assistenza sanitaria sul territorio.

Tuttavia, tutto non è finito. L’Asl2, alle prese con problemi di bilancio, e la Regione che fa pressioni sui direttori generali delle Asl per evitare conti negativi, non ha le risorse per un progetto che costerebbe decine di milioni di euro.

Le risorse del Pnrr sono state dedicate alla riorganizzazione dell’assistenza sanitaria locale, e il nuovo piano socio-sanitario sta andando avanti con case comunitarie, ospedali comunitari e COT, tutte strutture che avranno la funzione di fare da raccordo tra le strutture ospedaliere e sanitaria locale o, con altre risorse, per risolvere il problema delle liste di attesa.

Lo scorso dicembre il sindaco Russo aveva sollecitato l’ASsl2 con una lettera a conoscere quali fossero le intenzioni dell’azienda sanitaria. “Fino a quando non avremo una qualche forma di finanziamento – spiega il direttore generale dell’ASL2 Michele Orlando – non possiamo impegnarci in qualcosa di più grande di noi stessi. Certo, abbiamo bisogno di spazio ma al momento non abbiamo una procedura ministeriale aperta per ottenere finanziamenti così importanti“.

“La creazione di una struttura socio-sanitaria risponde per noi a due esigenze – afferma il sindaco Marco Russo – da un lato quello di fornire nella nostra città un luogo di coordinamento socio-sanitario tra l’ospedale e i servizi sanitari locali, e dall’altro quello di sbloccare un’area della nostra città. Se l’ASL avrà difficoltà a portare avanti questo progetto potremo soltanto prenderne atto. Restano però intatte le nostre esigenze di sbloccare quegli spazi destinandoli a vocazione pubblica e restiamo in attesa che l’ASL comunichi le proprie intenzioni per eventualmente intraprendere percorsi alternativi“.