Quei rifugi tra cielo e montagne, custodi di storia e avventure leggendarie – .

Quei rifugi tra cielo e montagne, custodi di storia e avventure leggendarie – .
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Dei mille rifugi alpini presenti in Italia, oltre quindici si trovano nelle Alpi Occidentali. Il primo era nei pressi del Lago d’Alpetto, nell’alta pianura padana: non dissimile dalle case in pietra dei pastori in alpeggio. Ogni rifugio ha una sua storia, vanta avventure alpinistiche e gestori leggendari. Costruite da mani generose, sono per lo più architetture severe, povere, essenziali; altri appaiono sensibili ai dettami dell’architettura moderna, come il Rifugio Vallanta, in alta Valle Varaita, degli architetti Giuseppe Bellezza e Maurizio Momo.

Oggi alle 17.30 a Villa Tornaforte-Aragno, nell’ambito degli Incontri primaverili dedicati alla Montagna, Jacques-Felix Faure, architetto dell’Atelier di Architettura di Montagna e «maitre-assistente» nella ricerca di architettura e paesaggio presso la Scuola Nazionale di Architettura di Grenoble (Ensag).

Faure ha ideato, ideato, progettato e in parte costruito con le proprie mani la Nouvelle Cabane de l’Aigle, nel cuore del Parc des Écrins, nelle Hautes Alpes, a 50 km da Briançon, nel comune di La Grave. Il rifugio, a 3450 metri di altitudine, sostituisce un vecchio rifugio dei primi del Novecento; poggia sul Bec de l’Aigle ed è base per gli alpinisti che desiderano raggiungere Meije (3984 m., vetta del Massif des Écrins). La sua costruzione – una vera favola alpina – è un esempio di dialogo pluridecennale con il popolo alpinista, con un confronto serrato tra favorevoli e contrari, e ha coinvolto riflessioni sulla compatibilità ambientale, sui materiali, sulla conservazione delle memorie, in la dimensione spirituale del paesaggio tra montagna e cielo.

Tag: rifugi cielo montagne guardiani storia leggendario avventure

 
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