MESSINA – A poco più di due anni dall’ultima volta, l’ex ministro Carlo Calenda, oggi leader di Azione, torna a Messina, dove presenterà il libro “Il Patto” al Teatro di Cristo Re, alle 11 di sabato 20 aprile, strizzando l’occhio agli Europei. Due anni fa, però, era stato all’aula “Fasola” per presentare il manifesto del suo partito e aveva lanciato un attacco al dimissionario Cateno De Luca, nonché ai politici siciliani colpevoli di “uscire dai Comuni puntando alla Regione” . Parlando di politica, ha poi dichiarato che Azione “non è né Miccichè né Cuffaro”.
L’aggressione a De Luca
Ma il passaggio chiave di quell’incontro fu contro l’ex sindaco: “La politica non è quella del vostro sindaco, che urlava e girava l’Italia con le sue dirette. C’è una grande richiesta di cabaret ma non ha nulla a che fare con la politica. La politica ha una sua solennità, è ciò che la gente guarda perché trasmette valori, non può trasmettere solo disvalori perché altrimenti diventa un gioco di società come Grande Fratello. Mandi tutti a casa e ti ritrovi senza niente. Cosa c’è di divertente nel vecchio sindaco, nel fatto che fosse sulla TV nazionale a fare il pazzo? Le cose buone fatte scompaiono a causa di questo atteggiamento”.
E quello al ponte
In quell’occasione Calenda attaccò anche il Ponte sullo Stretto, spiegando che «questa è una città che non so quanti anni è tenuta in ostaggio solo dalla discussione sul Ponte. Ma non è che non possiamo discutere d’altro. Ad esempio, la disoccupazione giovanile è al 58%, tra le più alte in Italia. Bisogna strutturare un piano industriale per questa città, che dica come vuole essere e come arrivarci. Dopodiché andiamo dai cittadini. Io sono per tre quarti napoletano e per un quarto siciliano, assumiamoci anche la responsabilità di chi abbiamo votato”.
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