“Il Comune applichi il salario minimo” – .

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L’AQUILA – Gli assessori Enrico Verini e Gianni Padovani hanno presentato una mozione che impegna il Sindaco (e per suo conto l’intera amministrazione), negli appalti per l’affidamento esterno di servizi pubblici comunque di competenza dell’ente, a provvedere alla clausola che il personale eventualmente impiegato, abbia una retribuzione non inferiore a 9 euro orari.

“Sembra ovvio che sia già così – affermano – ma in realtà ci sono dipendenti di aziende e/o cooperative aggiudicatarie di appalti comunali, ai quali non è garantita questa soglia minima, che noi definiamo dignità. Tutto.

Crediamo che il nostro Comune, se aderisse alla proposta avanzata, farebbe un passo importante contro le disuguaglianze sociali e l’aggravarsi del fenomeno dei lavoratori poveri (lavorare povero), cioè coloro che, pur avendo un lavoro, si trovano a rischio di povertà ed esclusione sociale a causa del livello troppo basso dei loro salari, della crescita insufficiente o della progressiva erosione del potere d’acquisto dei loro salari e della loro precarietà lavorativa.

Introdurre questa clausola nei contratti esterni ci qualificherebbe come un Comune avanzato che rifiuta la logica del massimo sconto (ricordate sempre il detto popolare secondo cui più si risparmia più si spende) che spesso si traduce in scarsi servizi o posti di lavoro da dover poi essere sanato con altre erogazioni.

Creare un tessuto sociale che emerga dalle sacche di povertà consentirà poi un risparmio indiretto, alleggerendo la quota di persone sotto la soglia ISEE che da un lato non si pagano abbastanza e che poi beneficiano di sussidi (il mondo al contrario).

Il lavoro è dignità ed è fondamento delle libertà costituzionali; senza lavoro non puoi goderteli, come recita la stessa nostra Costituzione. Ma il lavoro deve avere una giusta remunerazione” – concludono i consiglieri –

Di seguito la mozione:

Oggetto: Applicazione del salario minimo orario da parte del Comune dell’Aquila e linee guida coerenti per le società partecipate

Dato che:

-IL “DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO su salari minimi adeguati nell’Unione europea(n.2014/67/UE) ha stabilito procedure per l’adeguatezza del salario minimo legale ed equo in tutti i paesi dell’Unione, rispettando le diverse impostazioni nazionali dei paesi membri e rafforzando il ruolo della contrattazione collettiva;

-La disposizione non fissa un salario minimo comune europeo ma stabilisce criteri oggettivi per garantire salari minimi dignitosi e dignitosi, tenendo conto del costo della vita, del contesto e del potere d’acquisto nei diversi territori;

-Quasi tutti i Paesi dell’Unione hanno recepito o stanno recependo l’indirizzo europeo attraverso l’individuazione di a salario minimo stabilito dalla leggementre il Governo Meloni ha respinto la declinazione del salario minimo, optando per la strada ben più lunga e complessa dell’estensione della copertura della contrattazione collettiva;

– L’Italia quindi, per una scelta politica incomprensibile, è uno dei pochi Paesi Ue senza una soglia salariale minima legale. Il rafforzamento della contrattazione collettiva, infatti, non esclude l’applicazione di un salario minimo. In attesa dell’estensione della contrattazione collettiva, che potrebbe richiedere decenni, è quindi necessario garantire un salario minimo dignitoso per tutti. Tutte le istituzioni con capacità di spesa – come i Comuni – dovrebbero quindi fissare una soglia salariale minima per garantire l’adeguatezza delle retribuzioni dei lavoratori, in particolare di quelli in difficoltà anche per effetto dell’inflazione che, negli ultimi anni, ha significativamente eroso le possibilità di acquisto potere dei lavoratori a basso reddito.

Ha sottolineato che:

-molti Comuni italiani hanno già fissato una soglia retributiva minima per le attività di loro competenza;

– in attesa della promessa estensione della contrattazione collettiva, al lavoratore di ciascun settore dovrebbe essere garantito, secondo un principio di equità e giustizia, un trattamento economico non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali più rappresentative;

-appare quindi necessario introdurre a soglia salariale minima che, per garantire un salario dignitoso, deve essere almeno di 9 euro l’ora, per tutelare in particolare i settori più fragili del mondo del lavoro, e in particolare i giovani e le donne;

– soprattutto nel settore degli appalti pubblici, la pratica dannosa del subappalto a cascata non solo mina la sicurezza sul lavoro ma rende particolarmente debole il potere contrattuale delle organizzazioni sindacali. Ecco allora che la giusta remunerazione (salario minimo 9 euro) non può riguardare solo i lavoratori subordinati, ma anche rapporti di lavoro che presentano analoghe esigenze di tutela nell’ambito della parasubordinazione, del lavoro autonomo e del subappalto in genere dove spesso vi è una vera e propria giungla contrattuale sempre a danno del lavoratore.

Detto questo,

IL SINDACO E IL CONSIGLIO SI IMPEGNA:

*Introdurre un salario minimo di 9 euro l’ora per tutti i collaboratori del Comune dell’Aquila non coperti dalla contrattazione collettiva di settore e fatto salvo il miglior favore;

*Introdurre, previa necessaria valutazione di conformità al Codice Appalti, il presupposto obbligatorio nella redazione del testo di tutti i contratti comunali per i quali siano coinvolti tutti i lavoratori che saranno assunti da coloro che verranno aggiudicati un appalto dal Comune dell’Aquila , compresi i subappalti, deve avere una retribuzione minima di 9 euro l’ora;

*Garantire al personale impiegato nei lavori, servizi e forniture oggetto di appalti pubblici e concessioni, l’applicazione dei contratti collettivi più attinenti all’attività svolta, stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali più rappresentative, fatte salve le il miglior favore;

*Introdurre le stesse regole di cui sopra nelle società partecipate dal Comune dell’Aquila. Il salario minimo, quindi, deve tutelare non solo i lavoratori dei lavori pubblici, ma anche quelli dei servizi esternalizzati e sociali;

*Prevedere un adeguato e formalizzato sistema di controllo di gestione attraverso il quale l’Amministrazione verificherà l’effettiva introduzione del trattamento economico minimo nei contratti.

Gianni Padovani ed Enrico Verini


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l’aquila padovana Verini


 
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