Reggio Emilia Nasce la cellula reggiana dell’Associazione Luca Coscioni. Presso il centro sociale “Catomes Tot” si è svolto l’incontro durante il quale è stata fondata la cellula.
L’assemblea ha eletto come coordinatrice Claudia Crivellaro, traduttrice e attivista da sempre attenta ai diritti civili, vicina a +Europa, e come tesoriere Alessandro Miglioli, già candidato di punta alle prossime amministrative per le liste Verdi e Possibile.
«Il nostro impegno per i diritti, la dignità umana e il fine vita prende oggi una nuova forma – hanno dichiarato Crivellaro e Miglioli nel corso dell’incontro – continueremo a portare avanti le consuete battaglie dell’associazione ma con una forma organizzativa che ci permetterà di presidiare il territorio con più forza e capillarità”.
La nascita di una cellula reggiana non è da considerarsi di poco conto. «Di fronte a un governo disattento su questi temi – hanno sottolineato Crivellaro e Miglioli – era fondamentale una forte presenza territoriale. Reggio è una città dei diritti e lo dimostra in ogni occasione, come nel 2021 quando in tre mesi furono raccolte più di 10mila firme per il referendum sull’eutanasia, assurdamente respinto dalla Corte Costituzionale”.
Tra i presenti all’assemblea per l’istituzione della sezione reggiana c’era anche Stella Borghi, storica attivista radicale da sempre socia dell’Associazione Luca Coscioni e per lungo tempo anche presidente di Enpa e Amici della Terra.
Dopo l’assemblea, sabato scorso il gruppo ha organizzato in piazza Martiri del 7 Luglio uno stand informativo sul testamento biologico.
L’Associazione Luca Coscioni è stata fondata nel 2002 da Luca Coscioni, leader radicale e docente universitario, affetto da sclerosi laterale amiotrofica. È una realtà attiva sul fronte delle libertà civili e dei diritti umani, in particolare quello della scienza, dell’assistenza personale autogestita, dell’abbattimento delle barriere architettoniche, delle scelte di fine vita, della legalizzazione dell’eutanasia.
Il motto dell’Associazione è “dal corpo del malato al cuore della politica” per trasformare in campagne organizzate “le speranze di pazienti, medici, ricercatori e cittadini che si oppongono alle leggi proibizioniste che colpiscono, tra l’altro, la scienza”
La polemica sul fine vita, con le regole operative che l’Emilia-Romagna ha adottato a febbraio per sopperire ad un vuoto normativo e una pronuncia della Corte Costituzionale, si è spostata ancora una volta a livello nazionale. Contro la Regione, il governo, con la Presidenza del Consiglio e il Ministero della Salute, ha presentato ricorso al TAR per bloccare le delibere del Consiglio che individuavano, tra l’altro, le linee guida per le aziende sanitarie locali, con modalità e tempi per eventuali richieste di suicidio medicalmente assistito.l
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