“Pensavo di poter fare un milione di cose, ma è difficile” – .

“Pensavo di poter fare un milione di cose, ma è difficile” – .
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lalla chiamata di ritiro del nuovo locale del Pd foggiano in viale Giotto – organizzato da chi ha votato al congresso Elly Schlein ed effettivamente guidato dal consigliere comunale Mario Cagianoil consigliere Alice Amatore e il direttore Gianluca Ruotolo – aveva un tema ambizioso. A poche ore dalla Festa della Liberazione, la discussione aveva come focus e pretesto ciò che sta accadendo a Bari e in Puglia e come la politica vera può salvarsi. Ma la voglia di confronto da parte di iscritti e sostenitori è tale che l’occasione non poteva non trasformarsi anche in una riflessione sui primi mesi di amministrazione Episcopo e sul significato di un’alleanza con il M5S spesso scomoda e fallimentare per il Pd. Molti erano presenti. Da Peppino D’Urso all’ex senatore Orazio Montinaropassando per il sociologo Roberto Lavannal’operatore culturale e referente Fidapa Maria Cirilloquello accademico Beppe Nicoletti, l’assistente sociale Rita Amatore e molti altri.

Come ammesso dall’assessore alla Cultura, Amatore, il livello percepito dai cittadini di quanto portato avanti dal Consiglio episcopale è molto basso. Il giovane amministratore non si sottrae all’autocritica: “Sono stati quattro mesi intensi, ci siamo trovati a prendere in mano una situazione amministrativa difficile. Lo stato di salute della tecnostruttura ci limita nell’azione, il mio dipartimento sta facendo delle cose, ma nel mio ufficio ho un solo funzionario di un settore che gestisce quattro strutture, ed è veramente complesso. Rispetto ad altri dipartimenti sono fortunato perché il mio funzionario è bravo e molto competente. Il Comune lavora con la metà dei dipendenti che dovrebbe avere. La città pretende molto, è vero, ma non solo siamo a corto di personale ma operiamo con gestioni complesse. Uscire dal piano di riequilibrio significa – sottolinea -. che nei prossimi mesi l’amministrazione potrà varare un nuovo piano assunzioni di 60-70 unità”.

E prosegue: “Il tema politico di cui abbiamo discusso in Consiglio è quello di esternalizzare le procedure concorsuali e affidarle a agenzie specializzate che se ne occupino per non influenzare l’assunzione di nuovo personale. Un altro tema sulla stessa linea è quello dell’adesione alla stazione appaltante unica. Vi assicuro che è davvero complesso dopo due anni di amministrazione, tutti pensavamo di trovare le cose più in ordine. Ci sono delle norme, ma abbiamo anche alcuni problemi da risolvere, come l’affidamento. Illuminazione pubblica, viabilità globale, manutenzione e verde pubblico. Sappiamo tutti che la città era al buio quando siamo entrati in carica, i contratti non possono essere annullati. È faticoso tenere il passo e sfruttare al meglio ciò che abbiamo. È necessario pensare a come coprire quelle aree che i contratti ci lasciano. Parliamo di futuro, è vero, pensavo anche di poter fare un milione di cose, ma ci rifaremo”.
La consigliera, paladina del consenso, ha ammesso di aver vissuto un periodo di distacco da chi l’aveva eletta e che possiede la tessera del club.

“C’è stata una lacuna, ci scusiamo per la mancanza, riuscire a creare una struttura politica con un gruppo di persone che facciano da guida e da sprone e tracciare una linea politica è necessario”.

Vari interventi si sono susseguiti, senza giri di parole. Da Salvatore Onorati, che ha lamentato la mancanza di “riflessione sulle liste”, che riflette in parte a Foggia quanto sta accadendo a Bari a tanti altri deputati.

Chi controlla i portatori di voto? “Il Foggia deve compilare documenti alla direzione del partito a tutti i livelli, le cose che stanno accadendo in questi giorni ci fanno soffrire, gli schiaffi che riceviamo da Conte sono inaccettabili. Il campo largo a tutti i costi ci dà fastidio, ci illudiamo che il campo largo funzioni, ma dove abbiamo vinto lo abbiamo fatto per sbaglio, per gli errori del centrodestra. Dove facciamo i nomi, il Con te ci deludono”, ha detto un altro membro. Anche tra i presenti Lino Del Carmine, ex assessore al Welfare e Legalità: “Abbiamo fatto bene ad aprire questo nuovo dibattito, credo che da diversi anni questo partito si sia appiattito molto, parlo del lavoro. Il partito sulle questioni del lavoro continua a non dire nulla. In FPT sono stati assunti 150 ragazzi e sono stati licenziati e il partito non ha detto una parola al riguardo, e non va bene. Sulle questioni amministrative sono d’accordo con l’affermazione di Alice, non tutti i problemi si risolvono in quattro mesi. Ad esempio, le case abusive di via Lucera hanno dovuto essere demolite e ora sono state rioccupate. Per quanto riguarda i Servizi Sociali, credo che l’assessore sia poco preparato a ricoprire quel ruolo e a dialogare con le associazioni”.

Forte la provocazione del socio e imprenditore Matteo Bruno: “Si parla di liste elettorali e di pacchetti, ma perché non ce ne sono Azzarone, l’Emanuele, il piemontese? Il Pontone e il Palmieri? C’è ancora una forte coesione tra il Pd e Foggia?”

La difesa per calmare gli animi è venuta da Ruotolo: «Un partito vive di pluralismo, noi che abbiamo condiviso insieme il percorso di Schlein vogliamo condividere questo luogo di partecipazione. Questa è una sezione e un club con le porte spalancate, è anche casa loro. Qui non dividiamo, ci moltiplichiamo, c’è chi moltiplica i pacchetti di voto e chi vuole moltiplicare la partecipazione, questo luogo è un incubatore, non si pratica la divisione, ma la partecipazione”.

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