L’antifascismo, chi lo dice e chi lo teme. Le celebrazioni per la Liberazione in Molise – .

Da Campobasso a Termoli a Isernia, diversi gli eventi oggi per celebrare la liberazione dal nazifascismo che hanno coinvolto amministratori e cittadini in una data simbolo della fondazione della Repubblica.

A TERMOLI INCORONA AI CADUTI, BALICE: RICORDIAMO CHI CI HA LIBERATO DALL’OPPRESSIONE

A Termoli la cerimonia si è svolta in piazza Monumento, dove il vicesindaco Nico Balice ha ricordato “il sacrificio dei nostri concittadini, ma anche quanto sta accadendo nel mondo di oggi. La liberazione – ha detto Balice davanti a tanti cittadini, rappresentanti delle forze dell’ordine, associazioni, consiglio comunale e consiglieri – è un concetto importante perché anticipa quello di libertà”. Sul monumento ai caduti di piazza Vittorio Veneto è stata deposta una corona d’alloro.

“Oggi ricordiamo il sacrificio di tante persone che hanno lottato per liberare il Paese dall’oppressione, tra cui tanti molisani – continua Balice, candidato sindaco della coalizione di centrodestra alle amministrative di Termoli – Ci hanno restituito la libertà . Non ci sarebbe stata libertà senza la Liberazione. Un momento storico importante in cui dovremmo tutti prendere coscienza che la pace è il primo valore da rispettare. L’anno scorso abbiamo parlato dei venti di guerra che ancora lacerano la pancia e il cuore dell’Europa. Oggi ci troviamo di fronte ad altri venti di guerra vicini a noi dove tanti bambini stanno perdendo la vita. Non guardiamo dall’altra parte, non restiamo zittiti. Cerchiamo di stare vicini a queste persone anche con la preghiera”.

CAMPOBASSO, FESTA DELLA LIBERAZIONE A VILLA MUSENGA – Festeggiamenti anche a Campobasso, con una Festa della Liberazione che si è svolta nella splendida cornice di Villa Musenga, dove la candidata sindaco del centrosinistra Marialuisa Forte ha festeggiato con i cittadini il settantanovesimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo tirannia.

Villa Musenga

“Il 25 aprile è una grande responsabilità collettiva: la consapevolezza che libertà e democrazia non sono “doni”, ma conquiste ottenute con la lotta, un patrimonio collettivo da salvaguardare. Celebrare il 25 aprile non è vuota retorica, ma rispetto e difesa di queste grandi premesse della nostra Repubblica e dei diritti sanciti dalla Costituzione, quei diritti e quei valori che sono alla base della nostra azione politica e della nostra visione della città” le parole di Maria Luisa Forte.

“Oggi è un giorno simbolico – ha detto – scelto perché in questa data ebbe inizio la ritirata dei tedeschi e dei soldati della Repubblica di Salò da Milano e Torino, in seguito allo sfondamento della Linea Gotica da parte degli alleati e all’azione della Resistenza. . Il 25 aprile 1945 fu Sandro Pertini a parlare a Radio Milano Libera, mentre nazisti e fascisti fuggivano. Con voce ferma Pertini ha detto: “Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, mettete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o morire”.

“Ma il 25 aprile fu solo l’ultimo atto della lotta al fascismo iniziata già negli anni ‘20, con il sacrificio della vita, da Giacomo Matteotti, don Minzoni, Giovanni Amendola, i fratelli Rosselli, Piero Gobetti e Antonio Gramsci, da che la Resistenza sviluppò, come ricordò lo stesso Pertini il 23 aprile 1970, in un discorso alla Camera. Celebrare quindi la nostra liberazione dal fascismo e dal nazismo, come italiani, significa certamente meditare, custodire la memoria dei partigiani e di tutti gli antifascisti che hanno riconquistato le nostre città alla civiltà e al rispetto dell’uomo per l’uomo; far sì che questa memoria arrivi ai giovani, nelle scuole, nelle famiglie, nei luoghi di aggregazione e di vita. Festeggiare il 25 aprile serve anche a riscoprire le radici della democrazia rappresentativa, dei partiti democratici, del Parlamento, delle libere elezioni. Senza il 25 aprile, infatti, non ci sarebbe stato il 2 giugno. Senza la Liberazione dal nazifascismo non ci sarebbe stata la Repubblica e la nostra Costituzione”.

LEGGI IL MONOLOGO DI ANTONIO SCURATI CENSURATO DALLA RAI – La festa a Villa Musenga è stata impreziosita dal giornalista Antonio Fatica che ha letto il monologo censurato dalla Rai dello scrittore ed opinionista Antonio Scurati, da Nicola Simonetti del M5S, che ha letto Ennio Cavalli e da Diego Florio del Pd. L’attore campobassese ha interpretato il brano dello spettacolo “Mi chiamo Tempesta. Il delitto Matteotti”, scritto da Carmen Sepede, diretto da Emanuele Gamba, prodotto dalla compagnia Act (Arti, cinema e teatro) di Campobasso, e vincitore della XVIII edizione del premio Matteotti, indetto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri , nella sezione opere letterarie e teatrali. Florio entusiasmò la piazza con la parte finale dell’ultimo discorso di Matteotti alla Camera dei Deputati, il 30 maggio 1924.

AntonioFederico, coordinatore regionale del Movimento Cinque Stelle, ha sottolineato l’importanza che tutti si dichiarino con forza antifascisti. “Una parola molto semplice che autorevoli esponenti del nostro Governo non riescono a dire, anzi la ridicolizzano. Non possono dire “giuro sulla Costituzione antifascista”, vorrebbero modificarla, introducendo il “Leader unico” e, nel frattempo, cercano di creare, attraverso il familismo, un centro unico di potere. La riforma del regionalismo attacca anche un aspetto fondamentale che discende dalla Costituzione antifascista, cioè l’uguaglianza di tutti i cittadini italiani indipendentemente dal luogo in cui sono nati e dalle condizioni in cui sono cresciuti e l’assalto alla legge 194 è vergognoso”.

Anche Vincenzo Boncristiano della Sinistra Italiana, dei Verdi, dei Socialisti e del Movimento per l’Equità Territoriale, ha ricordato le parole di Pertini: “Mentre il fascismo non è un’opinione ma un reato, l’antifascismo non è una parola ma è il cuore pulsante della Repubblica Italiana e di liberazione è ancora il soffio vitale che anima la Costituzione della Repubblica Italiana che, come diceva Calamandrei, è la roccia non inclinata ma purtroppo, recentemente, presa a piccone da una vulgata subculturale che mina i principi fondamentali della Repubblica nati dall’anti -fascismo e dalla resistenza. Qualche giorno fa ho sentito un giurista dire che “un Governo non si giudica in base alle sue parole ma in base a ciò che fa”. Visto che le parole sono importanti, con il decreto Cutro questo Governo criminalizza i migranti e le ONG che salvano i migranti, fissa un numero massimo di studenti stranieri nelle scuole primarie e medie, inasprisce le pene per reati sostanzialmente banali, generalmente commessi da gente povera, viola il diritti delle persone LGBTQ quotidianamente e svuota all’interno la legge 194, che non vive certo in buona salute, picchia gli studenti, il Presidente del Consiglio indulge in atteggiamenti cialtroni e violenti in Parlamento alla Benito Mussolini. Come considerare allora questi atti del Governo, se non fascisti, sicuramente indifferenti e contrari alla Costituzione della Repubblica Italiana. Per questo penso che l’idea avanzata dal nostro candidato sindaco di una città inclusiva e attenta ai diritti di tutti, proprio di tutti, non possa che costituire un argine al fascismo e al neofascismo dilaganti ed essere il modo migliore per ricordare attivamente la Resistenza e “antifascismo”.

MONTE MARRONE, ONORE AL PARTIGIANO PINTOR –Una festa emozionante anche sul Monte Marrone, con la deposizione di una corona sulla lapide del partigiano Giaime Pintor e interventi di autorità e associazioni per ricordare i combattimenti del Corpo Italiano di Liberazione Alpini. “Se non ritorno, non essere inconsolabile. Una delle poche certezze acquisite nella mia esperienza è che non esistono individui insostituibili e perdite irreparabili. Un uomo vivente trova sempre sufficienti motivi di gioia negli altri uomini viventi”: queste le parole scritte nella lettera con cui l’intellettuale Giaime Pintor ha deciso di salutare il fratello. Lo sentiva, sentiva che stava andando incontro al suo destino. Aveva abbracciato la Resistenza per combattere il nazifascismo, e a soli 24 anni morì ucciso dall’esplosione di una mina lasciata dai tedeschi proprio su questa linea. Ha avuto coraggio, lo stesso coraggio di tanti partigiani che non si sono lasciati opprimere dalla furia nera. E Pintor aveva ragione, continuiamo a trovare gioia negli altri uomini viventi.

Monte Marrone, 25 aprile

“E oggi lo ritroviamo nei combattenti della Resistenza, individui che grazie alla memoria continuano ad essere eternamente vivi, individui i cui valori hanno attraversato il tempo senza sbiadire. La loro lotta ci ha dato la libertà e la democrazia. Ed è dal loro sangue che è nata la nostra meravigliosa Costituzione” ha detto il sindaco di Agnone e presidente della Provincia di Isernia Daniele Saia, partecipando alla celebrazione.

Saia ricordò le parole di Piero Calamandrei: “La Costituzione non è una carta morta ma è un testamento, un testamento di centomila morti. Dovunque sia morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì con il pensiero perché lì è nata la nostra Costituzione”.

Monte Marrone, 25 aprile

“Oggi il fascismo forse non si manifesta nelle forme più evidenti, ma può nascondersi dietro ogni abuso, violenza, ingiustizia o tentativo di riscrivere la storia. Antifascismo non è una parola che spaventa, eppure molti fanno ancora fatica a pronunciarla. Per strada, in tv, tra rigurgiti oscurantisti e scelte editoriali discutibili, c’è chi tenta di mettere un segno nero su questa parola. Bene, allora lo dico anche per loro. Oggi e sempre sono orgoglioso di essere antifascista. La lotta al nazifascismo rappresenta uno dei momenti più alti di coesione nazionale e di impegno civile. È uno straordinario esempio di come, quando siamo uniti da un obiettivo comune, possiamo affrontare e superare le difficoltà più grandi. E la nostra Costituzione ha raccolto e messo nero su bianco questo sentimento di unione. Un principio di unità e uguaglianza che oggi viene messo in discussione da un scellerato disegno di autonomie differenziate. Un progetto che aumenterebbe le disparità e disgregerebbe le nostre comunità, alimentando una lotta interna altamente controproducente” ha concluso Saia.

Anche oggi, per la prima edizione di un evento dedicato alla Carta Costituzionale, sono intervenuti 17 studenti dell’ Oratino hanno ricevuto la Costituzione dalle mani del sindaco, nel Palazzo Comunale.

 
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