Il primo ministro albanese, Edi Rama, non ha cambiato idea dopo aver protestato con la Rai per la puntata di “Report” sul patto Italia-Albania. La definì “disgustosa”. “Purtroppo – spiega in un’intervista al “Corriere della Sera” – non posso cancellare quella parola. Nemmeno l’intelligenza artificiale riesce a trovarne un altro che descriva meglio quell’episodio. Ci tengo però a precisare che non ho protestato”. Telefonò al direttore Corsini: “Ho comunicato al servizio pubblico un fatto gravissimo, del quale altrimenti non sarebbero stati informati. Prima di contestare la natura del mio intervento e gridare allo scandalo, i miei cari amici dell’opposizione in Italia dovrebbero interessarsi alle cause e cercare di capire che la dignità e la trasparenza sono importanti sia quando si parla del servizio pubblico italiano sia quando si tratta sulle istituzioni pubbliche albanesi e sulle persone che le rappresentano”. “Io – ha aggiunto – non ho né i mezzi né l’intenzione di imporre nulla agli affari interni del vostro Paese. Ho però il dovere di tutelare i miei dall’orribile stereotipo d’altri tempi, creato dai media in Italia sull’Albania e sugli albanesi”.
“Cosa hanno a che fare con noi – ha chiesto il primo ministro – tutte le controversie in casa tua su flussi, costi, contratti e così via? Niente. E cosa c’entra il fatto che il segretario generale del governo albanese fosse penalista in Italia più di dieci anni fa con il patto sui migranti? E per quale motivo incomprensibile è stato necessario raccontare bugie e esportare calunnie dall’Albania all’Italia, per essere scagliate come pietre contro le streghe agli occhi del pubblico di Report?”. Quanto all’ex avvocato penalista Enjell Agaci, che un tempo difendeva mafiosi e trafficanti di droga albanesi e che ora è segretario generale del suo governo: “C’era una furia irrazionale contro Agaci. Oltre il danno la beffa. Dopo aver censurato il controinterrogatorio richiesto dal programma al segretario generale e da lui accettato, poiché ha risposto via email, hanno continuato ad accusarlo di essersi rifiutato di rispondere. Era un rospo troppo grande per essere inghiottito in silenzio. Rama ha chiesto al conduttore di “Report”, Sigfrido Ranucci, per poter replicare con un’intervista in diretta: “Giovedì ho scambiato un messaggio amichevole con il conduttore Ranucci, dopo aver pubblicato su X la mia reazione al suo intervento su una tv albanese. Forse finalmente potrò far valere le nostre ragioni nel suo programma, senza essere censurato”. Non ha parlato con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, «perché la mia è una battaglia per la verità e la dignità dell’Albania e degli albanesi. Il vostro primo ministro non c’entra niente, anche se il mio Paese è stato citato come obiettivo collaterale dell’attacco contro il suo governo”, ha concluso Rama.
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