donna in divisa trasferita da Olbia con il Codice Rosso – .

«Sono stato trasferito da Olbia con un provvedimento specialeora lavoro in un’altra città, vivere il più lontano possibile dal mio ex»: con queste parole una donna di 40 anni ha spiegato il suo stato ai giudici del Tribunale di Tempio vittima di stalking, costretta a lasciare tutto per proteggere se stessa e i suoi figli. Una donna in uniforme, rappresentante delle forze di polizia.

Sotto processo c’è un uomo di 42 anni, originario di un paese del Nuorese ma residente ad Olbia. Secondo il pubblico ministero Alessandro Bosco il presunto stalker avrebbe molestato, maltrattato, perseguitato e umiliato la sua compagna dal 2016 al 2022, prima in un paese della Barbagia e poi ad Olbia. Tutto aanche a causa di un sentimento patologico di gelosia.

La donna (assistita dall’Associazione Prospettiva Donna e rappresentata dall’avvocato Immacolata Natale) ha raccontato in aula alcuni episodi drammatici, alcuni dei quali avvenuti in presenza delle figlie della vittima, due giovanissime. «Guarda che mamma che hai, non vale niente come donna e come madre»: questa è una delle frasi rivolte dagli uomini alle bambine.

Il pubblico ministero, Alessandro Bosco, ha chiesto che venisse riprodotto in aula l’audio che la vittima aveva sul cellulare; d’accordo la presidente del collegio, Marcella Pinna. È stato forse il momento più drammatico dell’udienza, le parole, in sardo, dello stalker sono risuonate in aula, insieme al pianto di uno dei piccoli. Lo ha rivelato il penalista Gian Marco Mura, nel corso del controinterrogatorio della vittima alcune incongruenze nella ricostruzione della Procura. Il processo riprenderà nelle prossime settimane.

©Tutti i diritti riservati

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

NEXT Jane Goodall festeggia i suoi 90 anni on the road, sarà a Roma per il concerto del Primo Maggio – .