Salerno, il Consiglio di Stato respinge l’ultimo appello di Italia Nostra: «La Mezzaluna è legittima»: – .

Salerno, il Consiglio di Stato respinge l’ultimo appello di Italia Nostra: «La Mezzaluna è legittima»: – .
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La costruzione del è legittima Mezzaluna. I giudici del Consiglio di Stato per i quali il ricorso proposto da Italia nostra Onlus – per la riforma della sentenza del TAR Salerno – è da ritenersi “in parte irricevibile, in parte irricevibile e in parte infondato”.

Il Consiglio di Stato, nel salvaguardare la costruzione dell’edificio a mezzaluna dell’ Bofill con la riqualificazione di un’area degradata che ha visto nascere anche piazza della Libertà, ha fatto riferimento al vasto scambio di carteggi e ricordi tra i vari ministeri coinvolti, il Comune di SalernoL’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centralele imprese interessate alla costruzione dell’edificio e la stessa associazione ambientalista che – in più occasioni – aveva chiesto l’annullamento di tutti gli atti amministrativi relativi all’intervento urbanistico.

La decisione del TAR (con sentenza del 2019) era all’esame del Consiglio di Stato, che aveva riunito una serie di ricorsi che erano stati dichiarati in parte irricevibili, in parte irricevibili e inammissibili, in parte infondati. È proprio contro quest’ultima frase che Italia Nostra aveva presentato ricorso il cui perimetro decisionale – hanno scritto nella sentenza i giudici del Consiglio di Stato – è limitato “al profilo paesaggistico” (l’unico escluso dalla sentenza del 2013 che aveva già stabilito che la realizzazione della mezzaluna di Bofill non era in conflitto con la normativa evocata dal ricorrente) in relazione al sindacato sulle autorizzazioni paesaggistiche 88/2014 e 89/20014 (in attuazione dei rispettivi pareri favorevoli, con prescrizioni, della Soprintendenza sia sul Pua che sul progetto definitivo delle opere) e la successiva atti di recepimento delle prescrizioni della Soprintendenza.

E i giudici amministrativi scrivono nella sentenza: «Per questi profili ambientali e demaniali, il ricorso è inammissibile introducendo nuove motivazioni ex articolo 104, terzo comma, ovvero reiterando medesimi vizi sulle concessioni edilizie relative all’edificio Crescent e su tutti gli atti del procedimento, già esaminati e ritenuti legittimi con una sentenza del 2013 e quindi coperti dal precedente giudizio amministrativo di mancate sentenze revocabili e non annullabili dalla Corte di Cassazione”.

Per questo, limitatamente al profilo paesaggistico «il ricorso è infondato in quanto non motivato dalla violazione di particolari vincoli di tutela ovvero da un vero e proprio degrado del contesto paesaggistico considerato che si tratta della realizzazione di un’importante opera architettonica di riqualificazione complessiva di un centro urbano già degradato, certamente riconducibile in primo luogo all’interesse economico che ha motivato il finanziamento privato delle nuove opere edilizie e può essere valutata diversamente in termini di apprezzamento estetico soggettivo, ma certamente legittima dal punto di vista della valutazione, ponderazione e confronto dei diversi profili di interesse pubblico con il Comune che ha considerato prevalgono le esigenze di sistemazione e di ammodernamento dell’habitat urbano rispetto alla preservazione di contesti tradizionali ormai compromessi, come già chiarito dalla Soprintendenza con due pareri adottati al termine di un’ampia istruttoria aperta a tutti gli interessi coinvolti”.

Sulla sentenza del Consiglio di Stato è intervenuto l’avvocato Oreste Agostoche insieme al collega Pierluigi Morena ha rappresentato Italia Nostra nel procedimento amministrativo, il quale ha definito la decisione “incommentabile”, affermando che “ancora una volta i giudici amministrativi non rispondono della gravissima illegittimità e illegalità dell’occupazione delle acque demaniali e marittime proprietà e, soprattutto, su deviazione abusiva e pericolosa del torrente Fusandola.

Il Consiglio di Stato si è rifugiato nella presunta inammissibilità senza pronunciarsi nel merito della legittimità. Il tutto viene rispedito al Comune di Salerno che, a seguito della sentenza penale per la deviazione illecita di Fusandola, non ha nemmeno rinnovato la concessione demaniale quadriennale.

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