“Qui la strada si perde” di Peské Marty. Recensione di Alessandria oggi – .

Leggere “Qui il cammino si perde” di Peské Marty è come intraprendere un viaggio attraverso la magia della parola scritta. Leonardo Sciascia una volta definì alcuni libri simili alla felicità, e questo romanzo rientra a pieno titolo in quella categoria esclusiva che riesce a trasportare i lettori in un altro mondo, in un’altra vita, come solo la grande letteratura sa fare.

Il libro di Marty è un caleidoscopio di avventure, un intreccio di storie che ci porta a esplorare l’“Estremo Oriente”, un luogo dove l’Avventura stessa sembra respirare con il respiro potente della storia e del mistero. La storia di un protagonista senza nome, che potrebbe essere lo zar Alessandro I, ci trascina in un susseguirsi di vite: da monaco a schiavo, da cercatore d’oro a mendicante, da discepolo di un lama a pellegrino, ogni nuova identità è una finestra aperta su straordinari paesaggi e culture.

Con una narrazione che attraversa l’Ucraina, il Caucaso, i luoghi incantati di Samarcanda e Bukhara, fino alle pianure ghiacciate della Siberia, Marty costruisce un’opera che è allo stesso tempo una mappa del mondo e una mappa dell’anima. Non è solo la trama ad essere avvincente, ma anche la capacità dell’autore di creare personaggi che sono vivide incarnazioni dell’umanità in tutte le sue forme: mercanti, ladri, artisti, assassini e santi, ciascuno dei quali contribuisce a tessere il ricco tessuto dell’umanità.

Al centro del romanzo c’è il desiderio di solitudine del protagonista, un bisogno di ritrovarsi lontano dai vincoli della società, un anelito che porta lui – e con lui il lettore – laddove “la strada è perduta”. È un invito a riflettere sul significato della libertà, sul desiderio di scoprire cosa c’è oltre l’orizzonte, sia esso geografico o esistenziale.

Il romanzo di Peské Marty è una gemma rara che riafferma il potere della narrazione e l’eterna rilevanza del romanzo d’avventura. I lettori chiuderanno il libro con un senso di gratitudine verso gli autori per aver donato loro un frammento di pura meraviglia, un pezzo di mondo che si rivela attraverso la magia e la maestria della loro scrittura. “Qui la strada si perde” non è solo un titolo, è una promessa mantenuta, quella di un’avventura senza fine.

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