Due giorni di pausa, poi inizierà l’attesa per i play off. Dalla grande paura alla grande speranza il passo è stato brevissimo. Lo spazio di 90 minuti appena, quelli affrontati l’altra sera contro il Benevento. Il Catania si risveglia in una realtà diversa da quella che avrebbe potuto materializzarsi. E se da un lato è vero che è stato ottenuto il minimo sindacale rispetto ai programmi di inizio stagione, dall’altro è anche vero che la squadra rossoblù, con tutti i difetti del mondo e con qualche merito, sta ancora lottando.
Si inizierà l’11 maggio dagli ottavi di finale grazie al tanto contestato regolamento della Coppa Italia che, una volta vinta, proietta la squadra detentrice del trofeo direttamente nella fase play-off nazionale a patto che riesca ad evitare i play-out.
Nonostante le 17 sconfitte in campionato, la squadra oggi allenata da Zeoli è riuscita a qualificarsi per la seconda fase della stagione, quella che fa ben sperare. Alimentarli a fronte di prestazioni altalenanti è difficile, ma un tentativo deve essere portato avanti.
Il Catania giocherà quindi la prima partita fuori casa, il 14 maggio giocherà la seconda al Massimino. Come al solito, la spinta del pubblico sarà decisiva come lo è storicamente da quando esiste il calcio in città e anche da quando rinasce dalle ceneri della matricola 11.700.
Merito e rabbia
A Zeoli va il merito: quello di avere raggruppato nei momenti decisivi un gruppo cervellotico e a tratti svogliato. Ma il percorso di Coppa, le partite decisive vinte contro Messina e Benevento da un punto di vista danno rabbia perché la classifica e le prestazioni potevano essere molto diverse.
Ma in ogni caso adesso c’è una piccola ma grande speranza di affrontare gli spareggi per la Serie B e con un vantaggio significativo: quella di potersela giocare con meno pressione rispetto a chi si classifica nelle zone più alte della classifica e gode del favore del pronostico.
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