Se i bambini potessero votare… dieci punti per riflettere su Carpi partendo dai più piccoli – SulPanaro – .

Se i bambini potessero votare… dieci punti per riflettere su Carpi partendo dai più piccoli – SulPanaro – .
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CARPI – Il documento “Se i bambini potessero votare…” realizzato da un gruppo di genitori e professionisti carpigiani con il contributo di ragazze e ragazzi del posto, con l’obiettivo di avviare una riflessione sulla città, anche in vista delle prossime elezioni amministrative. Il documento non è espressione di partiti politici, e coinvolge bambini, giovani, adulti, genitori e altri: ognuno ha messo a disposizione le proprie competenze, derivanti sia dall’impegno nei propri ambiti lavorativi, sia dal lavoro educativo con i più piccoli. Il testo sarà la base per il dialogo con i tre candidati sindaco, Annalisa Arletti, Monica Medici e Riccardo Righi, che hanno assicurato la loro presenza, per discutere con loro come rendere Carpi sempre più adatta alle ragazze e ai ragazzi che la abitano.

“Con questo lavoro vorremmo far sentire la loro voce e la loro presenza in relazione ad un’idea di città vivibile, sicura, che promuova autonomia, sostenibilità, inclusività e gratuità – dichiarano due delle promotrici, Maria Chiara Buzzega, pedagogista, e Benedetta Bellocchio, giornalista, oltre alle mamme -. Non vorremmo però che fossero solo parole: vorremmo invece lavorare tutti insieme affinché Carpi diventi, anche con il contributo degli amministratori che la governeranno, la città dei ragazzi e delle ragazze. Una città che rispecchia sempre più i loro bisogni e i loro sogni e in cui sono visibili le tracce della loro presenza, ma soprattutto in cui questa presenza resta sempre una chiave per costruire il futuro della Comunità”.

Per questa ragione nel testo vengono riportate anche le conversazioni avute con gruppi di bambini di età diverse, dai 3 ai 10 anni: “un documento privo dei loro pensieri – osservate i relatori – sarebbe stato davvero incompleto. Naturalmente vorremmo continuare questo lavoro con i bambini, ma anche con coloro che vorranno unirsi. Per noi è solo l’inizio di un percorso che speriamo possa continuare, passo dopo passo, e concretizzarsi in azioni, iniziative e strutture a disposizione dei bambini”.

Il lavoro è iniziato osservando quanto Carpi già offre a partire dalle aree pubbliche – quelli verdi e quelli sportivi in ​​primis – e da quale natura e architettura urbana – quello storico e quello contemporaneo – già lo propongono: Carpi fortunatamente è già una città a misura di bambino in molti dei suoi aspetti e strutture. Poi sono state individuate e raggruppate diverse aree e luoghi della città sui quali i vari soggetti coinvolti – e gli stessi bambini – hanno riflettuto e reagito. Il testo, infine, propone di creare una sorta di Festa dei bambini, dedicato all’educazione, per creare cultura, condividere visioni e parlare di chi sono i bambini di oggi; un Festival in cui anche i bambini sono presenti e protagonisti e da cui possono nascere laboratori di cittadinanza attiva e impegno concreto per la città.

“Ovviamente non c’è tutto, in ogni momento avremmo voluto aggiungere altri spunti e riflessioni. E alla fine, cercando un titolo, ci siamo chiesti: se i bambini potessero votare, cosa ci chiederebbero? E’ di cosa si tratta vogliamo riflettere – concludono i rappresentanti – insieme ai candidati alle prossime elezioni, per avviare un percorso comune”.

Le aree

Gli ambiti prescelti raccolgono considerazioni a più voci, a partire da domande guida.

  1. PARCHI e NATURA: com’è il verde oggi, come sono collegate le aree verdi, la città con la campagna, come i bambini vivono l’ambiente naturale;
  2. LO SPORT TRA COMPETIZIONE E COLLABORAZIONE, uno sport libero e aperto, con spazi a disposizione;
  3. LA STRADA – IL QUARTIERE: come renderlo vivibile, in termini di sicurezza, qualità, estetica;
  4. INCLUSIONE: la città è di tutti, ma è di tutti? Abbiamo voluto lavorare sul rapporto tra generazioni e culture diverse;
  5. L’OSPEDALE, LA CASA DELLA COMUNITÀ, I SERVIZI: come tutelare la salute dei bambini, non solo fisica ma mentale, e costruire percorsi di umanizzazione della cura;
  6. LA PIAZZA – IL CUORE DELLA CITTÀ, e IL CASTELLO – LA LORO E LA NOSTRA STORIA come centro vitale e luogo della comunità, delle decisioni per il futuro, della progettazione insieme;
  7. CULTURA – ANCHE SCIENTIFICA, nella consapevolezza che le discipline scientifiche e artistiche devono trovare spazi adeguati;
  8. LE PERIFERIE: intese come frazioni, ma anche come attenzione a chi è ai margini della società;
  9. SPIRITUALITÀ E INTERIORITÀ, perché abbiamo bisogno di spazio e tempo per riflettere sulle grandi questioni di senso;
  10. Infine, ancora una volta, si torna all’inizio: I BAMBINI, con la necessità di mantenerli al centro della progettazione comunitaria;

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