Imola 1994, il fine settimana del dramma – .

Storia

pubblicato su 29 aprile 2024 |
di Massimo Campi

Chi c’era non lo dimenticherà mai. Parliamo di quel tragico fine settimana di 1994 a Imola, un fine settimana che ha improvvisamente ribaltato l’intera storia del motorsport. Un fine settimana spaventoso, con un gravissimo incidente, quello di Barrichello, e due morti: Rolan Ratzemberger e Ayrton Senna.

Da sempre molto attesa Imola, la prima gara della stagione di Formula Uno in Europa, dopo i due Gran Premi disputati in Brasile e Giappone.

Nel 1994 il grande favorito per la vittoria del titolo era Ayrton Senna, che ha abbandonato la McLaren dopo diverse stagioni e tre titoli mondiali per passare alla Williams, la vettura più competitiva degli ultimi anni. Ma la nuova vettura non sta andando bene, fin dai test invernali il brasiliano ha lamentato diverse cose: la posizione di guida nell’abitacolo, il bilanciamento della vettura, tanti piccoli dettagli che non gli permettono di entrare in sintonia con la vettura vettura progettata da Patric Head e Adrian Newey. Sono state appena abolite le sospensioni attive e la Williams, come le altre vetture, è una monoposto durissima che salta come un cavallo imbizzarrito su ogni piccolo dosso dell’asfalto. L’abitacolo è molto stretto, troppo per Ayrton. Il volante è piccolo e basso, al brasiliano piacciono i volanti grandi e alti. Lui non va, semplicemente non riesce a guidare la macchina che tanto aveva desiderato, lasciando dopo anni la fidata McLaren dei successi mondiali.

La classe e la voglia di rivalsa sono grandi e Ayrton riesce a piazzarsi in pole position nel primo Gran Premio della stagione in Brasile. Dietro di lui Michael Schumacher e Jean Alesi. Senna guida la prima parte di gara seguito da Schumacher, ma al pit-stop il tedesco prende il comando e non lo lascia più. Nel tentativo di riprendere la testa della corsa, il brasiliano ha spinto troppo, si è girato e non è più riuscito a ripartire. Schumacher vince il primo GP della stagione seguito dal secondo pilota Williams Damon Hill e dalla Ferrari di Alesi. Al secondo appuntamento, in Giappone, nel Gran Premio del Pacifico Senna parte ancora in pole, ma al via viene eliminato da Mika Häkkinen che lo manda fuori pista, seguito dal ferrarista Nicola Larini che sostituisce Alesi infortunatosi nella gara. test. Per Schumacher, in testa alla corsa, la seconda vittoria stagionale arriva in tutta tranquillità.

Si arriva al Gran Premio di San Marino con Schumacher solo in testa alla classifica, mentre Senna è sempre più nervoso e a zero punti.

C’è il sole a Imola, tutto sembra presagire un bel fine settimana all’insegna dello sport e del grande spettacolo, ma l’atmosfera si incupisce da venerdì quando la Jordan di Barrichello, saltando un cordolo alla Variante Bassa, esce violentemente fuori strada alle 230 di quell’ora. Si teme il peggio, ma fortunatamente il pilota non riporta gravi conseguenze, oltre alle contusioni al braccio e al naso; i medici però gli hanno vietato per precauzione di prendere parte alla gara e alle qualifiche. Senna rimase molto scosso dalla vicenda, corse al centro medico per verificare le condizioni di Rubens, poi, calmatosi, risalì in macchina. Il brasiliano entra come in una condizione particolare, sembra aver perso la serenità, è sempre più nervoso, fa aspettare la stampa più di un’ora prima della consueta conferenza dopo le prove, la sua macchina e il suo stato d’animo lo fanno stare male .

Sabato pomeriggio, seconda sessione di test, dopo 18 minuti Imola cade nel dramma: La Simtek di Roland Ratzberger vola a Villeneuve. La monoposto ha l’ala anteriore parzialmente staccata a causa di una leggera uscita dalla pista precedente, sbatte contro il muro a 500 km/h, e per il pilota austriaco non c’è più niente da fare. Senna corre, va in pista con i commissari, poi di nuovo al centro medico; Sid Watkins, il neurochirurgo che segue la F.1, gli dice che per Ratzemberger non c’è più niente da fare. Scosso dopo aver strappato l’ultima pole position della sua carriera, prepara una bandiera austriaca per onorare il pilota defunto in caso di vittoria, poi, nel garage sul retro, scoppia in lacrime e si rifiuta di partecipare alla riunione della FIA per decidere cosa fare dopo questa tragedia, tanto che i commissari intendono multarlo, ma avendo compreso il suo stato d’animo decidono di non intraprendere alcun provvedimento.

Intanto ai box si effettuano le modifiche richieste dal brasiliano. Nell’abitacolo della sua monoposto si è ancora scomodi nonostante il piantone dello sterzo sia stato appena modificato per guadagnare qualche millimetro con le gambe.

Domenica mattina, 1 maggio, riscaldamento. Senna supera tutti i suoi avversari viaggiando nove decimi di secondo più veloce dell’intero gruppo. Poi in un’intervista dà inaspettatamente l’ultimo addio al suo ex nemico Alain Prost “ciao Alain, ci manchi tanto!”

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Parte il via ma subito avviene un terribile incidente tra la Lotus di Pedro Lamy su Lotus e la Benetton di JJ Lehto. I pneumatici volano e una dozzina di tifoni rimangono feriti. La safety car guidata da Angelelli rallenta per cinque giri l’intero gruppo guidato dalla Williams del brasiliano, seguito a ruota dalla Benetton di Schumacher.

Una volta liberata la pista, Angelelli spegne i fari e rientra ai box, Senna forza subito la mano, vuole prendere le distanze da quel giovane tedesco attaccante, deve dimostrare di essere ancora il re!

Al 7° giro, alle 14.17, la Williams di Senna entra nella curva del Tamburello. La vettura ha un breve distacco, poi esce per la tangente verso il muro fuori pista. Senna fa un ultimo tentativo, tiene i freni ma c’è ben poco da fare. La telemetria mostrerà che la Williams viaggiava a 310 orari e l’impatto è avvenuto a 218 orari contro il muro di cemento senza alcuna protezione. Mentre Schumacher passa incredulo, la macchina rimbalza al centro della pista. Senna è immobile nell’abitacolo, con la testa inclinata a sinistra. Il freddo invade gli spettatori, i soccorritori e tutto il popolo televisivo. Nell’impatto la ruota anteriore sinistra è finita contro la carrozzeria, ma soprattutto un pezzo della sospensione ha perforato il casco giallo del brasiliano e il braccio rotto della sospensione gli ha trapassato il cranio.

Il panico sta per invadere la pista, la corsa viene interrotta, arriva l’elicottero, Senna viene estratto e trasportato d’urgenza al centro medico. Sid Watkins capisce che non c’è più niente da fare, l’elicottero parte verso il reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Maggiore di Bologna.

La gara riprende, sarebbe stato pericoloso che il numeroso pubblico abbandonasse improvvisamente il circuito, ma l’aria di festa è solo un lontano ricordo mentre Michael Schumacher sale sul gradino più alto del podio, con Nicola Larini e Mika Hakkinen, increduli , al suo fianco.

Il reparto di terapia intensiva riesce a fare ben poco e alle 18.20 Senna viene dichiarato ufficialmente morto.

Seguono mesi di indagini, depistaggi, scariche di responsabilità, supposizioni e illazioni varie, ma alla fine si capirà che l’uscita di strada è stata causata dal cedimento del piantone dello sterzo che Senna aveva voluto modificare.

Sono trascorsi 25 anni da quel fine settimana, che rappresentò l’amaro e triste spartiacque della F.1. Drammatica, è finita l’era del brasiliano di San Paolo e iniziata quella del tedesco di Kerpen, l’uomo che ha riscritto tutte le classifiche con i suoi sette titoli mondiali.

Ma per molti “O’Rey” resta sempre lui, con il suo caschetto giallo, quello sguardo un po’ malinconico e quel piede pesante come un macigno!

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Tag: f1, F1 1994, GP San Marino 1994, Imola 1994, Ratzemberger

Circa l’autore

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Massimo Campi Perito meccanico, fotografo, giornalista, nel mondo del motorsport da oltre 40 anni. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.

 
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