Il Polesine è la provincia veneta dove piove meno, ma non ci sono allerte siccità – .

Il Polesine è la provincia veneta dove piove meno, ma non ci sono allerte siccità – .
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ROVIGO – Marzo pioggia e neve hanno portato somme considerevoli benefici alle previsioni idriche per i prossimi mesi. I bollettini dell’Associazione veneta di bonifica (Anbi) e dell’Agenzia regionale per l’ambiente (Arpav) mostrano numeri positivi, ma con il segno più c’è però anche quello vicino al temperature medie e in questo caso c’è meno da sorridere.

L’Anbi, infatti, evidenzia che nel mese di marzo la media delle precipitazioni è stata superiore del 150 per cento rispetto alla media degli ultimi trent’anni e la neve caduta “contribuisce ad aumentare l’abbondante disponibilità di risorse idriche” e il 31 marzo la risorsa neve è stata il più grande degli ultimi 15 anni. Tornando alla pioggia, in Veneto sono caduti in media 163 millimetri rispetto alla media storica di 63. L’effetto sui fiumi ha portato ad una caduta media di 106 millimetri nel bacino del Po (più 104 per cento), con una caduta a Pontelagoscuro che ha fatto un balzo a 3.145 metri cubi al secondo contro i 1.327 del mese precedente, e una piovosità media nel bacino dell’Adige di 160 millimetri (più 163 per cento), per una portata di 294 metri cubi al secondo contro i 199 di febbraio.

PIOGGIA
La provincia di Rovigo, però, si conferma quella veneta dove la pioggia arriva meno che in altri territori, tanto che uno dei dati minimi registrati dall’Arpav a marzo riguarda San Bellino, con 63 millimetri di caduta. L’anno idrologico, da ottobre a marzo, mostra ancora i minimi veneti a Concadirame (339), San Bellino (345) Frassinelle (346) e Castelnovo Bariano (350).
L’ARPAV, però, riporta già anche i dati aggiornati sulla situazione meteorologica del mese di aprile che, come sappiamo per averlo vissuto, ha visto prima un grande caldo, poi l’arrivo della pioggia e un notevole abbassamento delle temperature, tanto da costringervi a mettere i maglioni. di nuovo su. Si è passati così (dati della stazione Sant’Apollinare di Rovigo) dai 14,2 gradi del 27 marzo ai 28,9 del 14 aprile, agli 8,7 del 22 aprile, con un aumento in questi giorni e una massima sabato di 16,6. Ad aprile ha piovuto pochissima, nella capitale solo la prima (1,8 millimetri), poi 24 millimetri il 22 aprile del grande freddo menzionato, 15,2 il giorno dopo e il calo di 2,4 del 24 del mese.
Spostandosi nel Delta, a Pila l’andamento non è stato molto diverso dal capoluogo in termini di temperature, ma le precipitazioni sono state maggiori, con 4,8 millimetri il primo del mese, 34,8 il 22, 18 il 23, 31, 2 il 24 e una coda di 8,4 il 25.
In Alto Polesine, alla stazione San Bellino, è caduta dal cielo ancora meno acqua: 35 millimetri il 22, 4,6 il 23 e 3 il 24.

IL PROBLEMA
La temperatura media, però, è stata di 1,3 gradi più alta rispetto alla temperatura media degli ultimi tre decenni e i dati «rimanendo a questi livelli anomali, causeranno enormi problemi ai raccolti e alla qualità della vita in città».
Marzo, per fare un altro riferimento, è il decimo mese consecutivo, da giugno 2023, ad essere costantemente il più caldo della storia.
In Polesine si sono registrate temperature più elevate da oltre un grado sopra la media a oltre 2, in particolare nell’Alto Polesine soprattutto nelle zone più vicine al Po, e nel Basso Polesine quasi ovunque. La caduta dell’acqua, però, al momento scongiura l’allarme siccità, con l’indice di questa provincia stabile in una situazione “normale”.

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Il Gazzettino

 
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