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Correva l’anno 2018. Aldo Mucci, responsabile degli ex lavoratori ATA LSU della Sicilia, decise di denunciare all’ANAC Anticorruzione, attraverso il cosiddetto “Libro Nero”, le condizioni dei lavoratori impiegati come addetti alle pulizie nelle scuole del nostro Paese. Alla denuncia seguì un gigantesco scandalo. Scrive L’Espresso: “Corruzione in atti giudiziari”: “il Consiglio di Stato trema” e ancora Il Fatto Quotidiano: “corruzione e turbative d’asta”, sono i reati per i quali è in corso il procedimento nell’inchiesta Consip sulle più grandi società contratto in Europa. L’acronimo CONSIP “centrale acquisti” della pubblica amministrazione è su tutti i media. Il quadro in cui emerge il buio in cui si trovano i lavoratori costringe le coscienze ad emergere con forza, fermando questo scandalo. Il sindacato non si limita a scrivere a Cantone, ma disturba anche la politica, che chiede di porre fine allo sfruttamento a cui sono sottoposti quotidianamente i lavoratori nelle aziende appaltatrici.
“Ho voluto raccontare questo episodio, che ormai appartiene al passato, per dire che bisogna avere il coraggio di denunciare – dichiara Mucci – Non si possono leggere frasi come quelle lette sul quotidiano online “Sicilia24h” dove il signor Giuseppe Di Rosa del Codacons descrive Agrigento come collusa con la massoneria e la mafia. Ben venga il coraggio di chi li scrive, ma bisogna avere il coraggio anche di fare nomi e cognomi. Non si può sparare nella mischia e infangare un’intera città e perfino, in modo nemmeno troppo velato, le massime istituzioni. SGS scriverà per informarli al SE il Prefetto Filippo Romano e al Questore di Polizia, nonché al Capo della Procura di Agrigento, anche se siamo certi che siano già a conoscenza di questi episodi. Certe sentenze gravissime non possono passare nel silenzio più assoluto, è un dovere morale e civile nei confronti della Città di Agrigento.
Come sindacato scriveremo una nota anche al Codacons per comprendere meglio come sono alcune situazioni che riguardano personalmente e l’attività lavorativa del suo rappresentante ad Agrigento Giuseppe Di Rosa – conclude Aldo Mucci.
