un incubo. Foto e video – .

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Se e quando sarà realizzato, l’avveniristico ponte sullo Stretto di Messina porterà a condizioni di traffico oscene. Viaggio thriller (e lento) tra buche, deviazioni e tunnel pericolosi. Eppure esiste una soluzione

Per un’esperienza tipo Camel Trophy non è necessario andare in Amazzonia o nel Sahara: basta percorrere la A20 Messina-Palermo, un’autostrada dai tanti primati, tutti negativi, a cominciare da quello di offrire al viaggiatore le sensazioni di un tracciato nel mezzo deserto. Nel 2032, se il Ponte sullo Stretto verrà davvero inaugurato, ci renderemo conto di aver costruito una sorta di macchina del tempo: 3,3 chilometri di meraviglioso percorso aereo a campata unica, il più lungo del mondo, vincendo una delle sfide ingegneristiche e tecnologiche più impegnative . grandi della storia con l’utilizzo di materiali e tecniche del futuro, per approdare in un lontano passato, tempo a cui appartengono le disastrose autostrade siciliane foto | video

Fiamme su Palermo-Sciacca: Canadair in azione – Aspetto

LA SITUAZIONE SCENDERE DAL PONTE – Tutti nell’isola dovrebbero essere contenti di avere finalmente un’opera che consenta un collegamento rapido e stabile con il resto d’Italia (se ne parla fin dal 1840, quando vi si trovava Ferdinando II, re delle Due Sicilie), invece basta menzionare il ponte tra Scilla e Cariddi scatena uno scoppio di rabbia universale. Non è un caso che l’amministratore delegato della società Stretto di Messina, nata per progettare e realizzare la mega infrastruttura, sia arrivato nel comune del capoluogo peloritano per presentare il progetto definitivo e sia stato accolto dai manifestanti inferociti con rotoli di carta igienica.

Cadono macerie dal cavalcavia di Varazze sulla A10 – Aspetto

SALERNO-REGGIO CALABRIA LO HA FATTO – Le ragioni del dissenso sono chiare: secondo le ultime stime, la costruzione del ponte e delle infrastrutture di collegamento ci costerà almeno 13,5 miliardi di euro, ma con 7,4 miliardi, negli ultimi anni, sono stati rifatti quasi completamente i 441,2 chilometri di un’altra ex autostrada della vergogna, la A2 Salerno-Reggio Calabria, trasformandola in un asse viario moderno e funzionale. Non ci vuole particolare saggezza per pensare che con quei 13 e passa miliardi, invece di concederci il lusso di 3,3 chilometri del futuro, potremmo riportare nel presente, se non tutti, almeno buona parte dei 532,1 chilometri delle principali autostrade siciliane, la A18 Messina-Catania, la A19 Catania-Palermo, la A20 Messina-Palermo, rendendo la vita più facile a milioni di persone che ogni anno le percorrono. Adesso è molto difficile, come dimostra il nostro viaggio di prova.

Autostrada A6, crolla un viadotto vicino Savona: il video della dolina girato da uno dei “taumaturghi” – Aspetto

INIZIA IL VIAGGIO IN AUTOSTRADA “ROLLER COATER”. – I problemi iniziano subito dopo lo sbarco dal traghetto: seguendo le indicazioni – piuttosto confuse – imbocchiamo Viale Giostra, che attraversa il ghetto dell’ex caserma post-terremoto del 1908 e porta ai piedi di un imponente groviglio di rampe e viadotti che sembrano un gigantesco ottovolante. Un cartello avverte che lo svincolo di accesso all’autostrada A20 non è illuminato: viaggiare di notte, sotto la pioggia, su quella sorta di pista di bob sospesa nel vuoto che si inerpica tra curve e controcurve, con le linee centrali assenti o sbiadite, nell’oscurità assoluta, è la prima esperienza thriller.
Giunti sulla A20, scopriamo che, caso più unico che raro nell’Unione Europea, sui 226,3 chilometri della carreggiata in direzione Palermo sono 170 chilometri senza aree di servizio, zero rifornimenti e servizi igienici, contro i 29,2 chilometri medi dell’autostrada. rete nel resto d’Italia: un record sensazionale che batte i 115 chilometri asciutti della A29 Palermo-Mazzara del Vallo, che però è stata realizzata senza punti di rifornimento. Su questo tratto della Messina-Palermo c’erano aree di servizio, Tindari nord e Tindari sud, ma l’estate scorsa quest’ultima è andata in cenere a causa del solito incendio doloso nei boschi circostanti e qualcuno ha deciso di rottamare anche la gemella. Consiglio per l’automobilista lungimirante: calcolate bene l’autonomia del vostro veicolo, come si fa sulle piste sahariane, perché avere l’auto in panne su questa autostrada può essere molto pericoloso. Tra Messina e Palermo, infatti, ci sono 71 gallerie, alcune lunghe oltre 3mila metri, per un totale di 55 chilometri, tutte – altro record – scarsamente o per niente illuminate e senza corsia di emergenza. Molti di questi tunnel sono anche a doppio senso di circolazione: se vi rimane bloccata la macchina lì dentro potete facilmente prevedere la madre di tutte le esperienze da incubo. Percorrendo questi cunicoli nella penombra, abbiamo intravisto anche i segnali di alcune colonnine SOS, ma secondo quanto si legge sul sito del gruppo Facebook “Autostrade Siciliane della Vergogna”, sono 23.306 gli iscritti, molti non sono collegati e quindi non lo fanno lavoro. Altro primato per l’A20: è l’unica autostrada d’Europa dove è consigliabile munirsi di una confezione di compresse contro il mal di mare. Il manto stradale è in condizioni talmente pessime, deformato da buche e rappezzi, ondulazioni, avvallamenti, solchi e asperità assortite, che l’auto procede a sobbalzi e sobbalzi che mettono a dura prova anche gli stomaci più forti. E quando piove, per fortuna raramente, ogni buca diventa una pozzanghera, ogni solco un fiume e la guida sicura un’utopia.

STAI PAGANDO PER UN SERVIZIO SCARSO O INESISTENTE – Nel marzo 2021 l’ingegner Placido Migliorino del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha ispezionato la A20 da lui definita “un crivello”, chiedendo la chiusura di 8 gallerie pericolanti e 22 viadotti pericolosi. Il Codacons, la nota associazione a tutela dei consumatori, ha subito avanzato tre richieste: limitazione degli 80 orari nelle tratte aperte, 60 nelle gallerie e l’abolizione del pedaggio. E il Cas, il Consorzio per le autostrade siciliane, ente della Regione Sicilia che, secondo quanto si legge sulla Gazzetta del Sud, conta 300 dipendenti per gestire 300 chilometri, ha accettato i primi due, ma non il terzo. Per questo motivo, nel 2022, Federconsumatori ha presentato reclamo all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ottenendo la condanna del TAS ad una sanzione di 500mila euro per pratica commerciale scorretta, posto che non si può pretendere un corrispettivo per un servizio inesistente. Eppure, incredibile ma vero, sull’autostrada più pericolosa e lenta d’Europa, tormentata da continue deviazioni, tratti a corsia unica e cantieri senza operai, si paga comunque un pedaggio di 10,30 euro.

UNA CLASSIFICAZIONE AL CONTRARIO – Secondo un’indagine di “Altroconsumo”, la A18 Messina-Catania è la seconda peggior autostrada italiana dopo la A10 Genova-Ventimiglia. Le condizioni generali sono le stesse della A20 con l’aggravante che su questi 95,9 chilometri, che attraversano rinomate località turistiche come Taormina o Giardini Naxos, il traffico è molto intenso. Sulle pagine del già citato gruppo Facebook si legge ogni giorno una sorta di bollettino di guerra con video e foto che denunciano le continue deviazioni e blocchi, i cambi di corsia, gli incidenti, le code e quant’altro renda la vita lenta, difficile e pericolosa. ‘automobilista. Ma in assoluto la peggiore autostrada siciliana è la A19 Palermo-Catania, 191,6 chilometri. Si tratta di un asse viario fondamentale, quasi interamente sopraelevato e dà l’idea di un acquedotto romano, solo che l’acqua, invece di scorrere sopra, è sotto: decine e decine di pilastri che sostengono le impalcature riposano nei letti dei corsi d’acqua o in pluviali naturali che in caso di pioggia si trasformano in paludi. Nell’aprile 2015 una frana provocò il crollo del viadotto Himera, lungo oltre 2 chilometri. L’autostrada corre per lunghi tratti su unica carreggiata e presenta un visibile grado di degrado delle strutture in cemento armato. Spendere soldi per cercare di consolidare ciò che già esiste, dice un ingegnere, equivale a voler resuscitare un morto. L’unica cosa da fare qui sarebbe abbattere tutto e rifare un’autostrada moderna, funzionale, sicura, degna di un Paese che vuole dirsi civile. Con un investimento non superiore a quello del Ponte.

Gino Gullace Raugei

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