Il Cairo urbano
“Torino si trova di fronte all’ennesima necessità di costruire una casa che proprio non vuole arrivare al tetto. Costruzione e non ricostruzione per il solo fatto che i giocatori sono di proprietà e quindi nel bene e nel male sarà la società a gestire il loro destino. L’azienda quindi Urbano Cairo. A cui rivolgiamo la domanda delle domande: …nel 2025 compirà vent’anni da quando è entrato in carica e sa che nessuno ha ancora capito quali siano le sue ambizioni? … Il tempo passa, l’incognita resta e, guarda, non è solo una questione di risultati: narcotizzato dai fallimenti, il tifoso del Torino, particolare e non cliché, ha smesso da tempo di pensare alla vittoria tout court. Quindi si accontenterebbe solo di partecipare e magari, per una volta, di sedersi dalla parte giusta del tavolo. Quella del filetto, non delle briciole”. Così Paolo Brusorio sulle colonne de La Stampa.
E continua: La mancanza di ambizione è frutto della prestazione poco brillante contro il Frosinone, tanto per restare al recente passato, ma anche paradossalmente della sconfitta di ieri contro l’Inter più molle della stagione. … La Serie A si prepara a invadere l’Europa e Torino, il suo Torino, resta a guardare. . Dimentichiamoci dell’Atalanta… ma possibile che il campionato del Bologna non li faccia saltare dalla poltrona? … È vero, nell’ultimo mercato hai speso e magari ti hanno anche consigliato male, ma sembri tu il primo a non volerci credere, a non coltivare un’ambizione degna della storia del Torino. Direttore sportivo, allenatore e giocatori hanno la loro responsabilità macroscopica, ma è il timoniere a dettare la rotta. Se sai dove vuoi andare e non ti accontenti di navigare vicino alla costa. Via Juric, che ha giocato male la sua fiducia, ha l’occasione di smentirci: provarci. Se ci crede.”
