Strepitoso successo al CineTeatro Astra di Sassari per “Samà lu mannu” – Sassari News – .

Sassari. “Gran Samà che bedda nabi, à curriddu molti mari, i pirati ani gana di gudissi lu siddaddu”. Così i piccoli pirati inneggiano alla ricerca del tesoro sul palco del Cinteteatro Astra di Sassari. E spettacolo puro. Scenografie superlative e musiche travolgenti. Pubblico in visibilio. Un fiume di applausi inonda una platea gremita di spettatori. E il tesoro alla fine è proprio lì: è la riscoperta della lingua sassarese, in un evento partecipativo raramente visto in città.

“Samà lu mannu” è un’appassionante rappresentazione teatrale per bambini e adulti, tratta dall’omonimo racconto (edito da Catartica edizioni) scritto da Maria Daniela Carta che, insieme all’attrice Roberta Tola (compagnia La Frumentaria), negli ultimi mesi ha formato quindici alunni dagli otto ai dieci anni attraverso un laboratorio linguistico teatrale denominato “Aiò, isciddinni a pizu”.

I giovani attori si sono esibiti con entusiasmo per quasi un’ora, accompagnati dalla chitarra e dalla voce di Beppe Dettori e dal flauto di Giovannino Porcheddu, in una serata che ha trovato il suo culmine nelle coinvolgenti canzoni “Il Gran Samà” e “L’Echipaggiu Gran Samà”. musicato da Dettori su testi di Mario Lucio Marras.

Ad introdurre e condurre l’evento insieme ai protagonisti è stata Maria Doloretta Lai, presidente dell’Istituto Camillo Bellieni, che ha promosso e coordinato l’intero progetto “Sportello Linguistico” finanziato dal Comune di Sassari con i fondi della Legge 482/99 e con la legge regionale 22/2018 per l’anno 2022, di cui lo spettacolo rappresenta il segmento di animazione culturale.

La trama vede un gruppo di simpatici pirati pronti ad affrontare la tempesta su un veliero, tra mille avventure, per impossessarsi di “lu siddaddu”. Alla fine riusciamo a trovare un equilibrio quasi magico, dove tempo e saggezza definiscono il buon senso e il lieto fine, in una storia che, non a caso, è anche un inno all’inclusione, al dialogo e alla bellezza della diversità.

Immersi nella spettacolare scenografia realizzata da Manuel Attanasio, con i meravigliosi costumi realizzati da Barbara Uleri e sotto lo sguardo della collaboratrice di scena Erminia Carboni, Teresa Veronica Nieddu (marinaio), Sofia Pasca (Doloretta), Sofia Dettori (Ipiranza), hanno interpretato Salvatore Solinas (Antoni Crabas), Matilde Carta (Seppia), Jacopo Fiori (pirata Pasquarinu), Ilenia Meloni (Seppia), Francesco Masala (Mariu lu sthintiggàddu), Erica Tilocca (Marietta la munìnca), Carla Spanu (Caddarina màsthra d’ascia) , Beatrice Falchi (Pietrina Fara), Aurora Falchi (Seppia), Antonio Deiana (pirata Peppi), Andrea Mattei (Cripinu barri mannu) e Alessandro Ticca (Bainzu Punthàri).

«Eravamo certi fin dall’inizio che i ragazzi avrebbero fatto un lavoro straordinario – hanno detto gli organizzatori -. Ma la ricompensa più grande è stata proprio la loro soddisfazione e la loro scioltezza nell’esprimersi nel linguaggio storico della città”. L’auspicio è che l’evento possa essere replicato e che sia solo il primo tassello di un’attività più ampia di valorizzazione della lingua e della cultura sassarese, coinvolgendo le scuole attraverso la letteratura e il teatro. Un ambito su cui l’Istituto Bellieni sta investendo con particolare impegno negli ultimi anni, a partire dalla pubblicazione nel 2022 di uno standard ortografico riconosciuto dalla Regione Sardegna.

 
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