«Un anno infernale, ma con un lieto fine. Restare? Vedremo, ma ho rinnovato perché mi trovo bene qui”. – .

«Un anno infernale, ma con un lieto fine. Restare? Vedremo, ma ho rinnovato perché mi trovo bene qui”. – .
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La sua stagione si è chiusa con quindici centri, bottino che ha provato a completare nell’ultima partita della stagione al “Del Conero” contro la Lucchese. Il suo sigillo non è servito a garantire la salvezza, che invece è arrivata grazie alla bella notizia arrivata dal “Recchioni” dove si affrontavano Fermana e Pescara, e questo va bene per Alberto Spagnoli. «Nel primo tempo non ci abbiamo pensato molto – dice l’attaccante – perché il nostro obiettivo era vincere a prescindere dal risultato di Fermo. Personalmente non ho chiesto nulla, poi più o meno a metà secondo tempo abbiamo sentito dalla panchina che il Pescara era avanti 3-0 e lì ovviamente ci siamo rilassati un po’ perché era difficile pensare ad una rimonta. Poi è subentrata un po’ di stanchezza e alla fine nessuna delle due squadre ha avuto la forza di affondare e spingere”.

La permanenza nella categoria è arrivata grazie alla bella accelerazione degli ultimi giorni, con sette punti nelle ultime tre gare. Un cambio di rotta netto, sul quale il bomber biancorosso si esprime concentrandosi maggiormente sul diverso modo di intendere il proprio ruolo in campo. «Mister Boscaglia mi ha chiesto soprattutto di restare centrale – spiega – senza sbilanciarsi troppo sul fronte offensivo perché lo spreco di energie può essere dannoso e far perdere lucidità sotto porta ad un attaccante. Per quanto riguarda le differenze con chi lo ha preceduto è una questione scomoda perché ogni allenatore ha il suo modo di approcciarsi al lavoro, le proprie idee e convinzioni. Ci ha fatto esibire: è sotto gli occhi di tutti, non solo in partita ma anche durante la settimana, senza fare nomi, ho visto alcuni miei compagni allenarsi con un’intensità mai vista prima. Non che prima mancasse l’impegno, ma mister Boscaglia ha saputo suonare le corde giuste, preparare bene le partite, tirare fuori il meglio di ognuno di noi. E non era semplice, perché anche se non veniva percepito dall’esterno, tutti vivevano male questa situazione di classifica precaria. Ora un peso è stato sollevato”.

Un peso che ha portato l’Ancona a vivere momenti difficili anche dal punto di vista mentale. «È chiaro che ci sono stati momenti di sconforto – conferma Spagnoli – ma la bravura sta proprio nel trasformarli in energia per reagire e lasciarceli alle spalle. Tocca alla forza dei singoli e a quella del gruppo dare il 110%: a volte non è garanzia di successo, perché chi conosce il calcio sa bene quanto sia imprevedibile e non sempre ripaga gli sforzi fatti. Dal punto di vista sportivo è stato un inferno, un anno così vale come tre anni normali: poi un punto alla volta, un passo alla volta, siamo risaliti”.

La chiusura è dedicata ai biancorossi. Che lo ha eletto a simbolo, per la sua natura di guerriero che non si è mai tirato indietro, caricandosi la squadra sulle spalle e segnando gol pesantissimi. «Sono sempre stati tanti quelli che ci hanno seguito – commenta l’attaccante biancorosso – e non sono mai mancati gli incoraggiamenti e gli applausi. Emotivamente quando li sento cantare che meritano di più è doloroso, ma li capisco perfettamente, capisco la delusione perché sono sempre stati lì con noi nei momenti belli ma soprattutto in quelli brutti. Adesso bisognerà ripartire, bisognerà costruire per dargli le soddisfazioni che meritano. Con Me? Ho rinnovato, sì, perché qui ad Ancona sono stato accolto molto bene e ho trovato la continuità che cercavo: ho lavorato tanto, ho avuto allenatori che mi hanno dato fiducia e mi sono riconfermato dopo i gol dell’anno scorso e non era una cosa scontata. Poi sul futuro, come ho detto ho scelto di restare. Vedremo l’allenatore, vedremo cosa dirà la società perché nel nostro mondo nulla è scontato. Ma in biancorosso mi trovo bene e questo per me conta tantissimo”.

 
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