lealtà, collaborazione e amore per la propria città la ricetta per un evento di successo – il Fatto Nisseno – .

Questo ultimo fine settimana di aprile, appena trascorso, ha lasciato una scia di luce e colori tra gli sterrati di Caltanissetta e un’impronta indelebile nei cuori dei nisseni.

Il rombo dei motori delle due ruote, il sole alto della bella Sicilia, caschi, pettorali e tanta passione hanno fatto da sfondo ad una storia sportiva che ha come protagonista l’enduro, una specialità motociclistica che consiste in gare di regolarità su percorsi non in pista con le moto in il rispetto del codice della strada, portando a quello che un tempo si chiamava Qalat-an-Nisa – Nome arabo che significa “Castello delle Donne” – non solo orgoglio, ma anche testimonianza di come la lealtà, la cooperazione e l’amore per la propria città possono fare molto; una risposta autentica alla volontà di quei nisseni che desiderano offrire al mondo la bellezza della culla in cui sono nati, nascosta sotto una coperta dormiente.

E Salvatore Sardo, presidente del Motoclub Fuorigiri e Alessandro Cortese, consigliere regionale della Federazione Motociclistica Italiana e coordinatore regionale dell’enduro, sulle pagine online di Il Fatto Nissenotra i principali promotori dell’organizzazione, ha raccontato le emozioni che hanno scritto i tre capitoli del Campionato Italiano Enduro – sostenuto dal Comune di Caltanissetta, dall’Assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana, dalla Federazione Motociclistica Italiana e dall’Assessorato Regionale Comitato della Federazione Motociclistica Italiana -, che ha visto il 3° e 4° round svolgersi per la prima volta a Caltanissetta e vantare la partecipazione di sette nazioni con 127 piloti professionisti, tra cui campioni del mondo.

“Al di là della soddisfazione – racconta con la voce rotta dall’emozione Salvatore Sardo, ex pilota di enduro –, l’emozione più grande è stata arrivare al Prologo e vedere quella folla di spettatori, tutta quella gente, e poi incontrare gli sguardi di mia moglie e di mio figlio .”

Un evento importante, che ha dato lustro a Caltanissetta, piccolo cuore dell’entroterra siciliano, troppo giudicato e calpestato. Prosegue Salvatore Sardo: “Portare un evento come questo in città ci ha permesso di far conoscere cosa sia l’enduro. E dopo la premiazione, quando sono sceso dal palco, due persone mi si sono avvicinate e mi hanno abbracciato e mi hanno ringraziato per aver portato questo evento a Caltanissetta”.

Una soddisfazione per un evento che ha richiesto mesi di sforzi e sacrifici, che ha trovato un fronte comune anche con gli altri attori dell’organizzazione e che è nato dall’amore per la propria città e da una passione condivisa da molti, che ha saputo formare un squadra con lealtà e rispetto. “Non lascerei mai Caltanissetta” continua a dire Salvatore Sardo, nonostante qualche accenno di amarezza per una città che si svuota e che vede partire i volti dei suoi giovani.

Il Campionato Italiano Enduro è stato un’opportunità, una risorsa per il territorio nisseno, realizzata grazie alla volontà e al forte senso di appartenenza di chi crede ancora che una città a misura d’uomo sia possibile.

Campionato Italiano Enduro a Caltanissetta. Fonte: Pagina Facebook del Motoclub Fuorigiri

“È stata un’emozione fortissima – racconta Alessandro Cortese, ricordando l’emozione di quando salì per la prima volta su una moto da enduro. Era un Ancillotti 80 e aveva circa diciotto anni -. Vedere tutto questo paddock, tutti questi campioni, squadre ufficiali, a casa mia è stata un’emozione davvero forte e devo dire impagabile dal punto di vista sportivo”.

Prosegue sottolineando come la voglia di organizzare il campionato sia frutto di un amore viscerale per la sua città, “convinto del fatto che se c’è la possibilità che la città possa essere allietata da eventi sportivi e altro, io sono tra quelli che sostengono questo tipo di situazioni perché significa che la città è al centro dell’attenzione e serve per l’economia locale”.

Allora di cosa ha bisogno Caltanissetta? La città di Nisse ha bisogno di collaborare e cooperare per ravvivarsi, ha bisogno di risvegliarsi e creare opportunità attraverso persone di buona volontà e capaci di mettersi in gioco.

Ed è alle generazioni future che Alessandro Cortese si rivolge, invitando i giovani ad essere ambiziosi. E con la felicità nel cuore prosegue: “Oggi siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto. Non c’è una persona all’interno del gruppo che ha guardato chi ha fatto di più o di meno. Quando ci buttiamo in qualcosa, lo facciamo con armonia”.

Non sono mancate le telefonate di amici come cittadini che hanno espresso il loro ringraziamento per l’evento portato a Caltanissetta.

Lealtà, cooperazione, condivisione e amore. Questi sono i valori della vita, i pilastri su cui si è basata l’organizzazione del Campionato. “Camminare sempre a testa alta, essere onesti, leali, saper stare nel gruppo e condividere piccole passioni e mettersi in gioco” afferma ancora Alessandro Cortese.

Lo sport nella vita, lo sport sano, lontano dalla competizione e dall’indifferenza, può essere uno strumento capace di offrire seconde opportunità e sull’enduro, Alessandro Cortese conclude: “Quando si esce in moto tutti insieme si percorrono sentieri, si è circondati dalla natura ed è bellissimo. Questo sport trasmette anche l’amore per la natura e la possibilità di poter fare gruppo, creare condizioni di convivialità belle. Lo sport ti fa crescere sano”.

 
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