cosa ha detto Giuseppe Deni – .

Raggiunta la sicurezza, Akragas trae le prime conclusioni. E ascoltando quanto ha appena detto il titolare Giuseppe Deni in un video pubblicato sulla pagina Facebook del club, il primo risultato è che dall’anno prossimo Marco Coppa non sarà più l’allenatore.

Non esiste alcuna deroga ma…

Non c’è deroga ma se le parole hanno peso e significato la decisione è questa: «Ogni cosa ha il suo tempo e il tempo dei giovani e del consolidamento è finito e bisogna andare verso un’altra logica con l’Akragas che comincia a svolgere il ruolo che ha deve avere. Faremo delle scelte per sempre, non è più il momento del consolidamento”. Deni non ha esonerato Coppa – del resto c’è solo una partita da affrontare senza patemi – ma ha risposto con chiarezza alle dichiarazioni post-Siracusa del tecnico che parlava di squadra giovane. Dichiarazioni che evidentemente non sono piaciute perché il video è quantomeno irregolare per i tempi. Vuol dire che a Deni non piacevano affatto. Non è un caso che la proprietà abbia elencato gli elementi più rappresentativi della rosa e il numero di campionati giocati in Serie D. «Abbiamo allestito una squadra di grande dignità e ognuno si assume le proprie responsabilità – ha tuonato Deni – la colpa non è della società e dei dirigenti”, attribuendo così la responsabilità al settore tecnico. «L’allenatore ha raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissati ma tutto richiede tempo».

Ma gli errori non riguardano solo il settore tecnico

E fin qui le parole di Giuseppe Deni. Che ci siano stati degli errori tecnici è innegabile: l’Akragas ha perso 16 partite su 33 e quindi circa la metà delle gare giocate ha la penultima difesa del campionato con 53 gol subiti in 33 partite. In 4 occasioni ha subito almeno 4 gol, come nel doloroso derby dell’Esseneto nella prima contro il Licata (1 a 4), lo 0 a 4 a Locri all’11, l’1 a 4 a Trapani al 24, l’1 a 5 a Reggio Calabria alla 33esima e ora ultimo 0 a 4 domenica scorsa a Siracusa. Aggiungerei anche il 3-3 dell’Acireale che era avanti 3-0.

Lo swing del gioco

Un’altalena di risultati che tuttavia ha regalato la salvezza sostanzialmente senza patemi mentali ma con una cifra non sempre brillante per usare un eufemismo (e non c’entra solo il famigerato campo dell’Esseneto). Eppure Giuseppe Deni e i suoi collaboratori, che in sostanza hanno dato il via libera a tutta la struttura tecnica, hanno commesso qualche errore. Il primo è aver stravolto il progetto tecnico fin dall’inizio: se prendi un allenatore che ha lavorato solo con i giovani (come Coppa a Taormina) e poi gli dai Garufo, Sanseverino, Litteri, Llama finché c’era ma per chi arriva con una condizione fisica inversamente proporzionale al suo spessore tecnico, non si tratta esattamente di un progetto tecnico “coerente”. E infatti Coppa, il cui registro comunicativo è rimasto quello del Taormina, punta l’attenzione – quando perde – sui giovani della sua squadra. Non sono solo giovani. C’è stata anche la sfuriata con Morimoto finita con un flop imbarazzante. E poi l’annosa questione delle porte girevoli: se ad Agrigento arrivano 40 giocatori ogni anno con il mercato praticamente sempre aperto, qualche problema c’è. Anche perché diciamocelo: se Litteri era impresentabile prima di Natale, era lì che serviva prendere un attaccante da dieci gol. Poi, per fortuna, Litteri ha cambiato marcia e ha segnato il gol che ha portato la squadra in salvo. Il progetto tecnico parte sempre dalla stabilità e non possono essere ammessi 40 tra arrivi e trasferimenti. Errori dai quali Giuseppe Deni, si spera, abbia imparato.

 
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