Ig, un tesoro da 9 miliardi per l’Italia. Con protezione internazionale +30% in 10 anni – .

Ig, un tesoro da 9 miliardi per l’Italia. Con protezione internazionale +30% in 10 anni – .
Ig, un tesoro da 9 miliardi per l’Italia. Con protezione internazionale +30% in 10 anni – .

“Salvaguardia l’identità e l’unicità delle Indicazioni Geografiche garantisce al consumatore prodotti autentici, certificati e di qualità, permettendoci di preservare un patrimonio intergenerazionale determinante per l’economia di molti territori. La recente riforma del Regolamento europeo, in questo senso, è un passo fondamentale: per dell’economia italiana delle DOP, che oggi vale oltre 9 miliardi di euro, il consolidamento della rete delle Indicazioni Geografiche potrebbe valere altri 3 miliardi nei prossimi 10 anni e generare un effetto significativo sulle industrie correlate, compreso il turismo. Il prossimo Parlamento Europeo e la prossima Commissione Europea avranno un ruolo centrale in questo processo di valorizzazione e tutela internazionale: serve un piano d’azione per sostenere l’attuazione della riforma dell’Ue e l’Italia deve essere protagonista in questo scenario”. COME Guglielmo Garagnani, è intervenuto in qualità di vicepresidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano all’ “Seminario internazionale sulle tendenze globali e le sfide delle Indicazioni Geografiche” tenutosi nei giorni scorsi a Guadalajara, in Messico, e organizzato da OriGin, la rete internazionale delle Indicazioni Geografiche.

“Quello delle Indicazioni Geografiche lo è un percorso di eccellenza: questi prodotti sono storia, sono cultura, sono testimonianza viva delle tradizioni e dei saperi dei nostri territori. L’impegno costante per la loro tutela è fondamentale e il nuovo Regolamento europeo 1143 recentemente approvato introduce elementi importanti – spiega Garagnani che si candida anche per Fdi alle prossime elezioni europee come espressione del mondo agricolo nella circoscrizione Nord-Est -: la riforma europea introduce elementi di maggiore tutela e valorizzazione commerciale per le filiere delle Indicazioni Geografiche già consolidate ma offre anche nuove opportunità di crescita per quelle recenti o ancora piccole. Per l’Italia si tratta di una grande opportunità per sviluppare la dimensione economica della Dop Economy sia direttamente, incrementando fino al 30% nei prossimi 10 anni un fatturato che vale oggi 9 miliardi di euro, sia indirettamente grazie all’effetto traino che Geografica Le indicazioni possono avere sull’indotto. Pensiamo, ad esempio, a turismo enogastronomico ed esperienziale e al boom che ha avuto negli ultimi anni, portando risorse preziose in molte aree del Paese, o a filiere come quelle del mais, dell’orzo e del sorgo italiano che sono essenziali come mangime per le Indicazioni Geografiche zootecniche e che, in futuro, potrebbero esse stesse essere tutelate”.

Negli ultimi 30 anni l’Unione Europea ha avuto un ruolo centrale nel dare concretezza alla politica delle Indicazioni Geografiche e di sostegno alle singole filiere – spiega Garagnani -, ma questo ruolo non si è esaurito con la riforma appena approvata: anzi, Commissione e Parlamento europei avranno un ruolo centrale nel prossimo futuro. È imperativo ottenere il file riconoscimento internazionale dei nomi registrati: un tema che ha mostrato tutta la sua urgenza anche a Guadagajara, vista la posizione contraria di importanti lobby internazionali, americane in primis, che hanno tutto da guadagnare da una rete ‘a maglia larga’ di Indicazioni Geografiche. Ma anche guardando solo all’Europa, è necessario un piano d’azione concreto per concretizzare la riforma e far comprendere ai cittadini e alle imprese il suo valore e le sue potenzialità. Sarà questa una delle prime sfide della nuova Europa e l’Italia, per la sua storia e per il ‘peso specifico’ delle sue Indagini Geografiche, non potrà accettare un ruolo che non sia da protagonista”.

 
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