appelli alla pace e alla difesa della democrazia – .

Ha visto una grande partecipazione a Rho la mattina del 25 aprile 2024 il corteo organizzato per celebrare la Festa della Liberazione: centinaia di persone hanno accompagnato le autorità e le associazioni militari, di protezione civile e di soccorso seguendo le note della Corpo Musicale Cittadino Parrocchiale.

La giornata è iniziata con la messa celebrata nella chiesa prepositurale di San Vittore dal parroco di Rho Don Fabio Vergache nella sua omelia ha ricordato la necessità di difendere sempre la dignità dell’uomo, di diventare costruttori di una nuova umanità e di ascoltare il grido della pace e il grido dei poveri.
Due appuntamenti in piazza San Vittore: la presentazione del podcast “I giorni della Resistenza”, realizzato da un’idea di Fabio Novelli dall’Infopoint Turistico, e il taglio del nastro, alla presenza di tutte le forze dell’ordine cittadine, della mostra “La Resistenza Partigiana. L’altra Resistenza degli Internati Militari” curata dall’ANPI Rho, esposta per tutta la giornata accanto alla Libreria San Victor.

Si è poi formato il corteo aperto dal Corpo Musicale Cittadino Parrocchiale. Davanti alla caserma della Guardia di Finanza, già Casa del Fascio, teatro del supplizio dei martiri di Robecchetto, una prima tappa, in ricordo dei partigiani ma anche degli internati militari italiani. Al cimitero centrale, sosta al Sacrario dei Caduti e al Sacrario dei Partigiani per la deposizione delle corone portate dai giovani allievi della scuola Manzoniana. Una terza corona è stata posta sul monumento ai caduti della Resistenza e sulla targa a lui dedicata Giovanni Pesce.
Altra tappa al Monumento agli Alpini, poi un ricordo di Agostino Casati nella baia a lui intitolata. Il sindaco Andrea Orlandi ha voluto rendergli omaggio ricordando il suo impegno per la giustizia e la democrazia prima e dopo il 25 aprile 1945.
Poco dopo le 11, gli studenti dell’Istituto Comprensivo Statale Anna Frank hanno cantato l’inno nazionale e letto i nomi dei cinquanta internati militari rhodesiani, ai quali rende omaggio la mostra dell’ANPI.
Sul palco, Marco Brando, presidente dell’Associazione Nazionale Ex Internati, ha ricordato come questa realtà sia recentemente rinata: “Circa vent’anni fa, problemi anagrafici avevano portato il gruppo alla chiusura. Oggi figli e nipoti che apprezzano quanto ha fatto l’IMI tornano per rilanciare i valori per cui si batterono contro il fascismo e la Repubblica di Salò, accettando le conseguenze della deportazione. Qui a Rho viviamo il nostro debutto ufficiale con uno striscione appena stampato. Immaginate se in una delle guerre in corso anche solo cento soldati dicessero che non obbedisco più, non combatto più: i giornali ne farebbero titoli enormi. Ancor di più se fossero mille o duemila. Nel 1943 furono 650mila quelli che rifiutarono di combattere, accettando la deportazione nei campi di concentramento e la probabile morte, che infatti avvenne per 80mila di loro. Erano ragazzi cresciuti sotto la dittatura e hanno saputo dire basta: che siano di lezione anche oggi, contro tutte le dittature“.

Carmen Meloni, rappresentante dell’ANED, l’associazione nazionale degli ex deportati nei campi nazisti, ha diffuso la lettera scritta dall’assemblea nazionale dell’ANED il 14 aprile, lanciando la frase “L’odio produce odio, la guerra un desiderio di vendetta che rischia di avere ripercussioni per generazioni”.

Il presidente dell’ANPI RHO, Mario Anzani, ha dichiarato che il 25 aprile è un “ una celebrazione preziosa non solo perché è occasione di ricordo civile, ma perché porta in sé una promessa di liberazione da continuare a mantenere“.
mi piacerebbe – ha detto Anzani – che in questo 25 aprile si dovrebbe lanciare a gran voce in tutte le strade (a Gaza, in Ucraina, ovunque) l’appello al “cessate il fuoco”, perché se non si ferma la guerra tende a dilagare. Alla resistenza partigiana combattuta in montagna e nelle città associamo oggi il ricordo dell’altra resistenza degli internati militari che, catturati dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943 e deportati nei campi di concentramento del Terzo Reich, scelsero la prigionia e la fatica a rinunciare alle lusinghe del ritorno in patria, ponendosi al servizio della Repubblica Sociale instaurata a Salò da Mussolini a disposizione di Hitler. Una scelta coraggiosa, la loro, di grande valore etico e politico, che abbiamo inteso onorare con la mostra esposta in piazza e con la brochure distribuita al banchetto dell’ANPI, accompagnata dall’elenco dei 50 internati militari rhodesiani”. Poi il riferimento alla Costituzione: “È un’eredità preziosa della Resistenza, è la nostra via maestra – ha detto Anzani – Nella nostra Costituzione, la solidarietà, la giustizia sociale e la dignità umana sono elementi co-essenziali della democrazia, che assume così una dimensione sociale. L’antifascismo deve saper estendere il proprio impegno per preservare il concetto di una società dei padri e delle madri costituenti, una società che concentra i propri sforzi sul ripudio della guerra, sulla salute, sull’istruzione e sul lavoro, che persegue l’uguaglianza e condizioni di vita accettabili a tutti, “senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali”, come prevede l’articolo 3 della Carta Suprema”.

Il Sindaco ha chiuso i discorsi ufficiali Andrea Orlandi, che ha esordito riferendosi alla guerra in cui potremmo trovarci oggi, con l’espansione dei conflitti in corso. Ha ricordato il “Pietà per Gaza“, la foto che mostra una donna palestinese di 36 anni, accovacciata a terra, mentre stringe a sé, quasi cullandolo, il corpo avvolto in un sudario bianco della nipote di 5 anni, morta in un attentato nella Striscia di Gaza, insieme a sua madre e a sua sorella mentre erano nella loro casa. Un’immagine che racconta gli orrori della guerra e ci incoraggia ad unirci al grido di Papa Francesco per una convivenza pacifica e rispettosa tra i popoli.
Orlandi rilanciò gli insegnamenti dei Padri Fondatori e i principi della Costituzione, ricordando come il 25 aprile 1945 rappresentò il trionfo e l’affermazione dei valori della libertà, della dignità umana e della democrazia, fino ad allora sviliti e negati dalla ventennale dittatura fascista .
Un pensiero speciale è stato rivolto agli internati militari italiani rhodesiani, dei cui discendenti erano presenti in piazza. Orlandi ha sottolineato come IMI abbia scelto di stare dalla parte giusta della storia.
Il sindaco ha poi ricordato i deportati nei campi di concentramento e si è soffermato sul centenario del delitto Matteotti: l’ANPI Rho dedicherà una visita a Fratta Polesine, città di Giacomo Matteotti, domenica 26 maggio e nel mese di giugno sarà posta una targa nell’omonima via, nel cuore di Rho.
Orlandi ha esortato a mantenere viva la memoria di coloro che hanno perso la vita per la pace e la democrazia, anche esercitando il diritto di voto alle prossime elezioni per il Parlamento europeo. Il passaggio di un testimone ideale della cultura della memoria ai bambini dell’Istituto Anne Frank, anche attraverso il podcast “I giorni della Resistenza”. Infine, l’invito a promuovere i valori dell’antifascismo e della democrazia.

 
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