La presentazione
A presentarlo è l’assessore Rigore, Andrea Nobili, che ha affermato: «Ogni due anni il Comune di Pesaro, come tutti gli altri, deve aggiornare il PEF (Piano Finanziario Economico), relativo al quadriennio 2022-2025. L’aggiornamento adegua il Piano sulla base degli incrementi registrati nel biennio 2022-2023 (caro benzina, inflazione, aumento del costo dei contratti di lavoro dipendente) da Marche Multiservizi per l’erogazione dei servizi che svolge per il Comune. Incrementi che ammontano, per Pesaro, a circa 1 milione di euro (del totale 21.462 migliaia di euro). L’Ata ha approvato un aumento dell’aliquota Tari del 5,6% per i Comuni dell’area. Una percentuale che il Comune di Pesaro è riuscito a ridurre ad una media del 4%, sia per le utenze non domestiche che per quelle domestiche. La stragrande maggioranza di questa seconda categoria avrà un aumento percentuale inferiore”. L’assessore ha parlato del 3% per le famiglie. E lo ha fatto agendo su due leve. «In altre parole, abbiamo aumentato le superfici che rientrano nella quantificazione TARI. Sono stati aggiunti ulteriori 100.000 metri quadrati di base imponibile per ripartire i costi (e ridurli il più possibile). L’altra leva è la regolamentazione delle situazioni “incerte” e che premia i contribuenti “fedeli” che a Pesaro sono poco sotto il 90%”. L’assessore ha ricordato i 300mila euro per il fondo anticrisi grazie al quale i cittadini con ISEE inferiore a 16mila euro pagheranno la metà.
Le critiche di Dario Andreolli (Lega) dai banchi dell’opposizione: «L’aumento limitato al 4% è stato preceduto dall’incremento dello scorso anno del 3,7%. Si tratta di un trend in continua crescita che porterà ad un incremento fino al 10% nel triennio. Abbiamo la Tari più alta di tutte le Marche. Gli utili di Mms sono importanti (12,3 milioni), bisognava strutturare un percorso di investimenti che trasformassero i rifiuti in valore grazie all’impiantistica. Oggi siamo costretti a portare fuori i rifiuti, facendo risparmiare soldi ad altri territori. Lo stesso vale per il settore idrico che è un’emergenza nella quale occorre investire risorse importanti e non far finta di nulla. Sul conto ricadranno i 7,9 milioni di euro di cofinanziamento del bando Pnrr per i lavori sull’acquedotto. Manca una pianificazione politica volta a investire diversamente i profitti. La delibera è una pagina perdente per l’amministrazione”.
Giulia Marchionni (Prima c’è Pesaro) ha detto: «Una fotografia che fa piangere, siamo la città con la Tari più alta della Regione. Un tasso difficile da sostenere per imprese e famiglie in cui nel quinquennio 2018-22 si è registrato un aumento del 12% rispetto al 7,7% nazionale. Non c’è una tariffa specifica e purtroppo aumenterà anche nel 2025”.
Toni per smorzare i toni
Giampiero Bellucci (Pd) smorza i toni: «Parlare di Tari e profitti è una grande bugia: MMS non fa profitti con la Tari. I costi devono corrispondere alle tariffe e al momento manca 1 milione. L’azienda rappresenta il buon lavoro di questa amministrazione”. Per Daniele Malandrino (FdI) «avremmo potuto scegliere di applicare l’aumento minimo del 3% previsto da Arera, visto che abbiamo già una tariffa alta». Infine Giovanni Dallasta dell’opposizione mista: «Si chiede ai cittadini di fare la raccolta differenziata, si propongono innovazioni come i contenitori smart e si aumentano le tariffe».
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Corriere Adriatico