“Senna respirava, poi il volo in elicottero. Ma la TAC è stata devastante” – .

“Senna respirava, poi il volo in elicottero. Ma la TAC è stata devastante” – .
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Imola, 30 aprile 2024 – “Senna Tamburello. Due parole nel sistema radio”. 1 maggio 1994, 14:17Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola: la dimensione del tempo, per Giovanni Gordini – all’epoca il medico del 118 incaricato dei soccorsi, oggi direttore del Pronto Soccorso dell’Usl di Bologna – è compresso in un infinito fatto di asfalto, sangue, rumore di pale di elicotteri. Due parole nel sistema radiofonico: il tempo si estende fino ad oggi, A 30 anni dalla morte di Ayrton Senna.

Dottor Gordini, lei è il medico che, insieme ad altri, ha aiutato Senna e ha cercato di salvarlo. Cosa ricordi?

“Io seguivo il coordinamento generale, il servizio in pista era a carico dei gestori dell’autodromo. Un sistema di monitoraggio ha seguito la gara. Ha visto l’incidente Mauro Sacchetti, lo storico coordinatore del 118 che purtroppo non esiste più. E ha detto quelle due parole.

Quindi cosa accadde?

“C’era già stato un incidente, quindi mi sono avvicinato alle tribune: dopo la prima partenza c’è stata una sosta, poi la seconda partenza. Avevo un vespino e, uscendo dal circuito, sono riuscito a entrare nelle reti poco dopo al Tamburello”.

Fu lì che vide Ayrton. Nella cabina di pilotaggio?.

“I colleghi stavano già iniziando le cure. Sid Watkins, il medico capo della FIA, era lì: si sentiva Senna respirare da solo”.

Era vivo?

“Era vivo e le procedure per stabilizzarlo non erano ancora state completate. Dato che avevamo un elicottero in giro, abbiamo concordato con Watkins di farlo atterrare nelle vicinanze.

Uno scenario senza precedenti.

“È stato il primo e ultimo Gran Premio in cui l’elicottero è intervenuto in caso di incidente e ha portato il paziente direttamente all’ospedale di riferimento: in tutti gli altri casi i pazienti sono stati portati all’ospedale del circuito”.

Poi salì sull’elicottero.

“Io, gli altri colleghi e Senna. Gli abbiamo fatto una mini tracheotomia mentre lo caricavamo sull’elicottero, poi Ayrton è stato portato all’ospedale Maggiore di Bologna.

Un’operazione di salvataggio che tutto il mondo ha seguito in diretta, con il fiato sospeso.

«Era simbolico, emblematico del fatto che il 118 e il sistema traumatologico regionale potevano rispondere a chiunque avesse avuto un incidente: che fosse Senna, il pilota più famoso del mondo, all’Autodromo di Imola; o se fosse Senna, uno ‘sconosciuto’ sulla Via Emilia diretto al ristorante. Quell’aiuto ha fatto capire che la professionalità e la tempestività, la dedizione e il trattamento erano uguali per tutti.”

E il volo?

“L’intervento è stato compresso nei tempi: il paziente era molto grave. Intanto in ospedale tutti erano informati e la primaria Maria Teresa Fiandri coordinava”.

La situazione era irrecuperabile.

“La TAC è stata devastante. Devastante.”

Significato cosa?

“Abbiamo visto subito tutto ciò che era drammatico, compreso il danno fatto al braccio di sospensione, la frattura della base cranica, nel punto in cui il cranio si articola con il collo. Da lì nacquero le emorragie. Devastante.”

Poi il passaggio alle terapie intensive.

“Abbiamo provato di tutto. Ma dopo un po’ ci accorgemmo che l’encefalogramma era piatto. Era la documentazione della morte cerebrale: era incontrovertibile. Purtroppo. Povero ragazzo, Ayrton.

All’undicesimo piano del Maggiore è arrivato Gerhard Berger, altro pilota di Formula 1.

«Che era stato nostro paziente qualche tempo prima. C’è stato un silenzio asettico, come accade in terapia intensiva. Berger ha chiesto di vedere Ayrton. Sapeva cosa avrebbe visto. Ha visto morire un amico.

E lei, dottor Gordini, è mai tornato al Tamburello?

“Ho seguito altre operazioni di soccorso a Imola. Ma mai al Tamburello”.

Cosa resta di quella ‘foto’ di 30 anni fa?

“È stato uno dei primi incidenti così gravi riportati in diretta. In un certo senso è stato didattico, è riuscito a spiegare in una situazione così drammatica come lavorare nelle operazioni di soccorso. Non c’era niente di straordinario. Solo il lavoro dei professionisti, l’abc delle semplici manovre da eseguire in sequenza. Abbiamo stabilizzato le funzioni vitali al minimo. Dal Tamburello non c’era possibilità di rientro per Ayrton.

Tre ministri alla cerimonia

Mostre, spettacoli teatrali e un ippodromo aperto al pubblico tutto il giorno. Così ricorderà Imola domani Ayrton Senna, a 30 anni dalla scomparsa. Alle 14,17 commemorazione alla curva del Tamburello alla presenza dei ministri degli Esteri di Italia e Brasile (ma sarà presente anche il suo omologo austriaco, per non dimenticare Roland Ratzenberger anch’egli morto a Imola il 30 aprile 1994) e del pilota Bruno Senna, nipote di Ayrton, figlio della sorella Viviane.

 
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