Il Genoa segna una tripletta al Forte Marassi.- Genoa Cricket and Football Club – .

Thorsby ha aperto le marcature e Frendrup ha trovato il raddoppio nel primo tempo. Gudmundsson segna il terzo gol nel secondo tempo. Gol segnati da giocatori del Nord Europa. Ottava porta inviolata per Martinez. Prima della partita standing ovation con il presidente Zangrillo per Corradi. 31.253 spettatori al Ferraris.

Primo tempo – Concreto e ordinato come aveva chiesto ‘Gila’ in fase di presentazione. Il primo tempo è una dimostrazione di forza da parte della nostra squadra che trova le chiavi per condurre la partita. Bastano due gol e si avanza. La permanenza matematica era entrata in cassaforte prima di scendere in campo. Un premio per il lavoro della squadra e del personale. L’imperativo quindi è chiudere in bellezza arricchendo la classifica e consolidando il dodicesimo posto. L’inizio è ponderato. Le formazioni sono speculari e il successo al ‘Tempio’ manca da un paio di mesi. Gestiamo il pallone sfoggiando un campionario di coperture preventive per disinnescare le verticalizzazioni avversarie. Alla prima occasione mettiamo il naso avanti. Sabelli a destra richiama Thorsby al centro. Il norvegese fa uso delle sue doti acrobatiche, colpendo la palla nell’angolo alla sinistra di Scuffet. Una torre preziosa, no. 2 in circostanze diverse. Insistiamo sulle ali del vantaggio. Il Cagliari accusa il colpo, perde le occasioni e finisce eliminato per la seconda volta. È Frendrup a scatenare un destro imparabile di poco a lato del palo, gol n. 2 accompagnato da 5 assist e dal record di duelli vinti (193 al 33esimo), dopo un’azione rifinita da Vasquez imbeccata da Martin. Giochiamo sul velluto. Dopo la mezz’ora è Retegui, nel giorno del suo compleanno, a cercare la ciliegina sulla torta spegnendo un tiro di Thorsby. La reazione dell’isola è sterile. Controlliamo in modo efficace. Martinez dovrà occuparsi dell’ordinaria amministrazione, ben protetto dal trio Vogliacco, De Winter e Vasquez. Si va all’intervallo sul 2-0.

Seconda metà – In pista anche nella ripresa con un’altra realizzazione e una fluidità che aumenta con il passare dei minuti. Si riparte con tre sostituzioni per i quattro Mori. Il tentativo di smuovere le acque, tornare in superficie, rivedere la luce. Nessun cambio dalla nostra panchina. Attacchiamo sotto lo Zena lanciando una palla di fuoco a lungo raggio con Badelj. Siamo concentrati e alziamo il baricentro con geometrie precise e manovre fulminanti. Sabelli mette il turbo passando per Vogliacco, il cross viene sfondato in porta da Thorsby. Scuffet si rilassa, togliendo le castagne dal fuoco. Mentalmente libero. Con la voglia di arpionare le tre punte, come un peschereccio che insegue una spada. La notizia si colora di altri spunti. Punizione in contropiede dello specialista Gudmundsson, De Winter di testa crossa. La palla finisce fuori. Per lunghi tratti siamo padroni del campo e, quando lasciamo cadere il biglietto da visita, tiriamo fuori la penna per firmare la tripletta. Lavoriamo con intelligenza sulla trequartista fino al tiro sotto il naso di Gudmundsson. A tu per tu con il portiere, il tiro è una sentenza. Polo e gol. Quattordicesimo in campionato per la stella islandese in questa stagione. Il terzo punteggio mette la partita in ghiaccio. Spence e Haps prendono il posto di Sabelli e Martin. Poi entrano Bohinen e Cittadini per Badelj e Vasquez. Azzi sfiora il gol della bandiera. Spazio a Vitinha al posto di Gudmundsson. Il finale è una passerella che raccoglie applausi anche per le conclusioni del portoghese. Saliamo a 42 punti. All’orizzonte la trasferta di Milano.

 
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