Genoa, tutto avanti con Gilardino. A meno che Moggi non interpreti Don Rodrigo – .

E dire che il Genova, già matematicamente salvo dopo i risultati di domenica, avrebbe dovuto avere motivazioni limitate mentre per la Cagliari avrebbe dovuto essere la partita della vita. In campo, però, c’era solo il Genova. Il dominio di Badelj e compagni è stato assoluto, la sfortunata squadra sarda è stata travolta dal punto di vista tecnico, tattico e atletico. È stata la migliore prestazione dell’intera stagione, ancora più convincente a livello di gioco del 4-1 del tabellone Roma, quando il Genoa aveva dilagato alla fine dopo aver sofferto a lungo.

Una vittoria nel nome di Morten. È il nome dato di Thorsby E Frendrup e non è un caso che la traduzione letterale di Morten sia guerriero. Non solo hanno segnato i primi due gol ma hanno anche dato un ritmo importante alla partita e dettato i tempi della pressione sui portatori di palla avversari, permettendo Badelj di dedicarsi esclusivamente al cucito del gioco che è ciò che gli riesce meglio.

Solo l’eccellente prestazione di Thorsby, che correva, bloccava, vinceva contrasti, prendeva tutti i palloni di testa, in un paio di occasioni ha provato a inventarsi come rifinitore e ha segnato il gol che ha sbloccato il risultato, è la dimostrazione che nel calcio c’è tutto e il contrario di tutto . C’è spazio per tutte le opinioni che prima o poi verranno confermate o smentite. Così, di fronte a un Thorsby che troneggiava in mezzo al campo, le reazioni sono state opposte. Il primo: grande Gilardino a chi ha avuto l’intuizione di preferirlo Strootmann! La seconda: ma come ha fatto Gilardino a dargli così poco spazio e dimenticarlo a lungo in panchina? Scelte tattiche, equilibrio nello spogliatoio: sono diverse le ragioni dietro le decisioni di un allenatore. Sicuramente il tasso di errore di Gilardino, anche lui esordiente Un campionato, era minimo. La sua riconferma in campo si è guadagnata con i risultati ma anche mandando in campo sempre una squadra estremamente solida e concreta, che ha fatto la partita che gli veniva chiamata eseguendo alla lettera le indicazioni dell’allenatore. Ma al di là della stima, vanno avanti l’affetto, la riconoscenza e la riconoscenza, valori importanti che spesso nel calcio vengono ignorati Gilardino è anche la scelta più logica e razionale. Il prossimo anno dovrà essere un anno segnato dalla continuità e con il consolidamento come parola d’ordine. E poi probabilmente nessun allenatore riesce a svolgere questo compito meglio di Gilardino che conosce la squadra, la proprietà, l’ambiente ed è ben voluto e stimato dalla gente.

Sarebbe pericoloso fare voli pindarici, il passaggio dalla dorata mediocritas di metà classifica a un posto in Europa è un salto che va pianificato, ci vuole tempo e pazienza. IL Bologna ha una proprietà importante, Conosciuto ha rilevato il club nel 2014 ma solo dopo 10 anni ha potuto festeggiare il suo ritorno in Europa da dove il Bologna mancava da 22 anni. E L’Udinese? È in Serie A ininterrottamente dal 1995 e tutti ne sono pieni “Modello Pozzo”, ma dopo le tre stagioni dal 2010 al 2013 (Guidolino in panchina) con un quarto, un terzo e un quinto posto, poi il miglior piazzamento è stato il dodicesimo posto con 47 punti della stagione 2021-22.

“Giardino? Questa stagione è merito suo, perderlo sarebbe doloroso” ha detto il presidente Zangrillo al termine della partita, anticipando di fatto una firma che potrebbe arrivare nei prossimi giorni. E Gilardino ha confermato: “C’è stima e affetto reciproci, presto ci siederemo al tavolo con la società per trovare un accordo”.

In breve, questo matrimonio deve avvenire. A meno che Alessandro Moggi non voglia vestire i panni di Don Rodrigo.

(Foto Genoa Cfc – Facebook)

 
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