La livornese Erika Bonura, che è l’attrice protagonista del film “L’arte della gioia” di Valeria Golino Il Tirreno – .

La livornese Erika Bonura, che è l’attrice protagonista del film “L’arte della gioia” di Valeria Golino Il Tirreno – .
La livornese Erika Bonura, che è l’attrice protagonista del film “L’arte della gioia” di Valeria Golino Il Tirreno – .

LIVORNO. «Ora sono diventata un’attrice professionista». È con queste parole, tra il serio e l’ironico, che Erika Bonuralivornese, 28 anni, attrice con sindrome di Down, ha commentato in queste ore la notizia della prima mondiale al Festival di Cannes di “L’arte della gioia”, la serie diretta da Valeria Golino dal libro omonimo di Saggezza Goliarda e interpretato da Tecla Insolia nel ruolo di Modesta e Valeria Bruni Tedeschi nel ruolo di Gaia, dove Erika interpreta la parte della sorella di Modesta.

Un romanzo dalla genesi complessa, capolavoro dello scrittore siciliano, rifiutato per anni dalle case editrici – iniziato nel 1967, terminato nel 1976, ha visto la luce nella forma integrale di 540 pagine solo due anni dopo la morte dell’autore, nel 1998. – il testo è stato trasformato nel 2022 in una serie di 6 episodi (ancora inediti) dall’attrice e regista Valeria Golino, e nel corso del 2024 uscirà come film nelle sale cinematografiche. La prima parte, infatti, sarà a Cannes (dal 14 al 25 maggio) come evento speciale. Una notizia che ha riempito d’orgoglio la ventottenne attrice livornese, che attualmente sta girando il film a Lucca. Pietro Greenaway “Storia della torre” con Dustin Hoffmann, Elena Caccia E Sofia Boutella.

«Per Erika la recitazione è terapeutica – dice la madre, Margherita Oliva – tutto è iniziato da Lamberto Giannini e dalla sua compagnia teatrale Mayor Von Frinzius, un’esperienza vitale che ha trasformato Erika in modo significativo: dal primo giorno Lamberto le ha chiesto di pronunciare meglio le parole, questa piccola cosa ha fatto più di qualsiasi logopedista.” Fu proprio Giannini a suggerire alla famiglia di far fare alla ragazza un provino per la serie Golino. «Pensavamo che non l’avessero presa – continua la madre – ma dopo qualche mese è venuto fuori che quella parte di lei era sua. Lì la gioia di Erika è esplosa: saltava per tutta la casa su tutti i letti e i divani”. C’è da dire che Erika non è una persona qualunque: è molto determinata, grintosa, feroce, testarda (qualcuno dice addirittura “testarda”) – quando vuole qualcosa, la ottiene. Si è laureata con 98/100 in scienze umane al liceo Cecioni, di giorno lavora all’asilo nido “Cremoni”, di sera collabora con la cooperativa sociale ThisIntegra. Sul set ritrova un’energia fuori dal comune.

Spiega la madre: «Erika è andata da sola in Sicilia dalla troupe Golino, accompagnata da un’attrice del sindaco Von Frinzius che le faceva da tutor. Ha girato tutte le sue scene in soli 12 giorni, in dialetto siciliano. Io sono siciliana, ma Erika è nata a Livorno e non sapeva una parola di siciliano prima del film. Lo ha studiato con un coach, come si fa normalmente al cinema. Lei è una perfezionista. Tutta la sua produzione le ha fatto i complimenti. Prepara tutto con cura perché vuole dare sempre il massimo: è una delle sue più grandi qualità”.

Appassionata d’arte (danza, teatro, cinema innanzitutto – ma anche di architettura, ad esempio, studia le planimetrie dei teatri italiani dove va a esibirsi con Paolo Ruffini e Lamberto Giannini quando recita in “Up & Down”) piena di interessi, diligente, Erika oggi ha una vita normale, ma il suo percorso non è stato facile. «Ma non per quello che si pensa – aggiunge la mamma – non per la sindrome di Down: la sua ci ha unito di più come famiglia, con il papà Giuseppe e il fratello Antonio le siamo stati sempre vicini. Il vero problema di Erika era una grave forma di leucemia che la colpì prima dei tre anni e festeggiò il suo terzo compleanno in ospedale. Eppure lì il guerriero venne fuori. La sua battaglia durò ben otto anni, di fatto sotto una campana di vetro. Tuttavia, con una forza di volontà unica, ha rallegrato tutti. Con il suo modo di essere ci ha insegnato molto. È un’insegnante nata”.

E proprio dalla sua bellissima storia, che non era tutta una favola, c’è tanto da imparare – al cinema, in televisione, a teatro e nella vita – per cercare di capire, da questa splendida ragazza, l’arte della gioia. per Davvero.

 
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