Attac Savona sostiene e parteciperà alla manifestazione regionale dell’11 maggio a Genova contro l’accentramento del potere e l’imposizione di progetti senza consultazione popolare.

Attac Savona sostiene e parteciperà alla manifestazione regionale alla quale hanno già aderito centinaia di gruppi, associazioni, sindacati e comitati civici l’11 maggio a Genova Principe in via Fanti d’Italia contro l’accentramento del potere e l’imposizione di progetti senza consultazione popolare .
La linea di Toti&Co è evidente all’ombra del governo Meloni e l’arroganza delle decisioni è ispirata soprattutto dalle pressioni di lobby, grandi imprese e finanza che in vario modo gli sono riconoscenti.
È l’egocentrismo economico di una visione sociale che mette al centro gli interessi dei gruppi imprenditoriali che in Liguria, come altrove, trovano sostegno, mentre non c’è settore dove i cittadini non siano danneggiati e schiacciati dalla sanità e dall’energia (rigassificatore). , trasporti (autostrade e strade), beni comuni (acqua, rifiuti, ecc.) gestiti da privati.
Questa assenza di democrazia e di dialogo si vede nel continuo sviluppo dell’ipocrisia diffusa a piene mani dai media al soldo (nostro) della Regione che ci vorrebbero silenziosi e obbedienti.
Una regione che come istituzione è sempre più il garante degli interessi del governo Meloni e anche delle decisioni inascoltate di questa Europa della finanza d’assalto in cui anche le decisioni che appaiono verdi sono sostanzialmente contro gli interessi della maggioranza
Decisioni che ci lasciano con un’Italia e una regione in debito, preda del ricatto energetico e della produzione di armi per alimentare guerre a cui nessuno dei decisori parteciperà concretamente, ma spetterà ai poveri, ai disoccupati, ai lavoratori I precari invisibili si facciano carico.
Con le guerre, i mercati, l’ambiente, i flussi di merci e gli accordi commerciali cambiano, segnando la vita attuale dei cittadini con sempre meno servizi pubblici in generale, mentre una piccola quota di privilegiati diventa ancora più ricca. La scelta di produrre sempre più armi anche in Liguria (Leonardo, Melara, Fincantieri, ecc.) significa spendere non per cose utili, ma per la distruzione di altri popoli e soprattutto buttare via risorse che potrebbero essere utili nei territori
Tutti gli indicatori nazionali assegnano alla Liguria gli ultimi posti nella gestione dei beni comuni come l’acqua, i trasporti, l’energia, i rifiuti, per il dissesto idrogeologico, per la sanità.
La politica, i partiti istituzionali non costituiscono una vera opposizione, anzi firmano o si astengono sui vari provvedimenti collusivi, quindi tocca a noi liguri dare un segnale di cambiamento.
Il Patto di stabilità approvato nell’UE fa parte del fascismo elitario a dispetto di ogni discussione, così come i tagli alla spesa pubblica per fare spazio a qualcos’altro…
Non si tratta di elemosinare democrazia a un’istituzione chiusa e prepotente, ma di scontrarsi con questo metodo senza ascolto, in cui ogni scelta non tiene conto delle esigenze dei territori con al centro le persone che li vivono.
Toti non deve chiedere a WeBild cosa serve a livello economico e sociale, ma deve farlo con chi è sui territori, con i cittadini.
Attacco a Savona

 
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