Scoperto in provincia di Grosseto uno stabilimento balneare “evasore totale”. Al fisco sono stati nascosti ricavi per oltre un milione di euro – .

Di Alessandro Margottini

GROSSETO. Uno stabilimento balneare ben avviato e a conduzione familiare, con ricavi di una certa entità ma risultati del tutto sconosciuti al fisco; Si tratta dell’ennesimo caso di evasione fiscale venuto alla luce, questa volta ad opera dei finanzieri del Comando Provinciale di Grosseto – Tenenza di Castiglione della Pescaia, che hanno scoperto l’anomalia a seguito di una verifica.

I finanzieri operanti, nell’ambito della loro quotidiana attività di controllo economico del territorio nonché di tutela della sana imprenditorialità, avevano già limitato la loro attenzione al suddetto esercizio sulla base di specifici “indici di pericolosità fiscale”, che raccomandavano pertanto l’esecuzione di opportune attività ispettive.

Un assegno della GDF presso uno stabilimento balneare

Tali elementi di “allerta” avevano già cominciato ad emergere a seguito di un precedente controllo che le Fiamme gialle castiglionesi avevano effettuato sul corretto impiego della manodopera regolare, ma anche di repressione di diversi fenomeni illeciti che danneggiano il settore turistico-balneare della zona, settore che riveste anche una certa importanza economica nella provincia di Grosseto.

Proprio da questi controlli, nel corso dei quali è stata rilevata la presenza di un lavoratore “illegale”, i militari hanno proceduto ad accertare la posizione fiscale dell’azienda che lo aveva assunto, scoprendo presto che si trattava di un “evasore totale”. per aver omesso i prescritti obblighi dichiarativi.

Nel prosieguo della verifica, ha destato una certa sorpresa anche il fatto che la società in questione – dal 2020 – pur essendo regolarmente dotata di contatore fiscale e di tutte le scritture contabili previste dalla legge, avesse tuttavia puntualmente omesso di presentare la propria dichiarazione annuale come anche a pagare eventuali tasse.

La circostanza, come ricostruito dagli inquirenti della GDF, ha portato quindi ad una sottrazione di entrate all’erario per oltre 1.000.000 di euro, con una contestuale evasione Iva per quasi 150.000 euro.

La vicenda di cronaca mette ancora una volta in luce la piaga del lavoro nero e dell’evasione fiscale, fenomeni illeciti con effetti fortemente distorsivi sul delicato equilibrio economico, in cui i rapporti di leale concorrenza tra imprese risultano inevitabilmente minati.

Per questi motivi il Corpo continua instancabilmente (e con tutte le migliori strategie operative) a ricercare e reprimere questi fenomeni, in un rapporto sempre più stretto di collaborazione con le diverse associazioni di categoria nonché nel rispetto di quanto previsto dai Protocolli d’Intesa anch’essi sottoscritti con le autorità locali.

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