«L’Italia ha un problema con il lavoro, anche nel mondo dell’informazione» – .

«L’Italia ha un problema con il lavoro, anche nel mondo dell’informazione» – .
«L’Italia ha un problema con il lavoro, anche nel mondo dell’informazione» – .

Giornalisti e fotoreporter al lavoro (Foto: ImagoEconomica/Fnsi)

Iniziative 30 aprile 2024

Il segretario generale della Fnsi alla vigilia del primo maggio: «La lotta quotidiana dei giornalisti oggi è mantenere il dovere di informare, riconosciuto dalla Costituzione», in un momento in cui «nel nostro settore il lavoro è diventato una merce, pagata al ribasso». Per questo il sindacato porta avanti una “contesa per la dignità”.

Di Alessandra Costante

Additati come casta e invece lavoratori sempre più poveri. Indicato come privilegiato e invece stretto tra crisi aziendali diffuse e un futuro ancora più incerto del presente. La lotta quotidiana dei giornalisti oggi è per mantenere il dovere di informare, riconosciuto dalla Costituzione, e la dignità della propria professione. Così nel giorno della Festa dei Lavoratori faccio mie le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Il lavoro non è una merce”. «Il lavoro è libertà. Innanzitutto la libertà dal bisogno”.

E ancora: «Il lavoro deve essere libero da condizionamenti, squilibri, abusi che creano emarginazione e quindi rappresentano il contrario del suo ruolo e del suo significato». L’istantanea perfetta del mondo dell’informazione in cui il lavoro è diventato una merce, pagata a basso prezzo: 3 euro per una collaborazione. Sono centinaia i giornalisti precari che, con il loro lavoro quotidiano, sottopagati e non riconosciuti, rappresentano i principali azionisti di molte case editrici. Gli stessi che, pezzo dopo pezzo, stanno cercando di smantellare il contratto nazionale del lavoro, fermo dal 2014.

Condizionamenti, squilibri, abusi, emarginazioni sono tipici del mondo dell’informazione. La crisi esiste, non possiamo negarlo, ma la ricetta per affrontarla fino ad oggi è stata sbagliata, addirittura dannosa.

L’Italia ha un problema con il lavoro, il primo dei diritti sociali. E la nostra categoria non fa eccezione.

Nel 2022 e 2023 il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria ha messo a disposizione delle aziende editoriali 12 milioni di euro all’anno per agevolazioni sulle assunzioni di under 36 e per la stabilizzazione dei lavoratori temporanei. Fondi lasciati stagnare dagli editori.

Ecco perché insieme alla grande battaglia per la libertà d’informazione, imbavagliata da leggi che calpestano l’articolo 21 della Costituzione e ridotta sotto il controllo della politica, la Fnsi porta avanti la disputa per la dignità del lavoro giornalistico: dobbiamo recuperare i redditi e tempi di vita, abolire la vergogna dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa di colleghi che hanno un reddito medio inferiore a 10mila euro annui, trasformare il lavoro precario in lavoro dignitoso.

Dare valore al lavoro giornalistico per evitare che i nostri media vengano conquistati dall’intelligenza artificiale in un futuro non troppo lontano. Solo con queste prospettive di lavoro e di dignità potremo celebrare il Primo Maggio.

@fnsisocial

 
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