Gianni Morandi e il festival di Sanremo da organizzare con Mina e Celentano – .

Gianni Morandi racconta oggi la sua vita e la sua carriera in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Nella conversazione con Aldo Cazzullo parla anche di una richiesta ricevuta da Adriano Celentano, quella di entrare nel Clan: «Era la mia leggenda, e lo è ancora adesso. Sarei andato, ma mi hanno sconsigliato: c’era un solo leader nel Clan, lui. Ci riprovò anni dopo. Mi chiamò a casa sua a Milano, c’era anche Mina, e disse: “Facciamo nascere un nuovo Clan. (Morandi imita perfettamente Celentano). Come in America: Sinatra, Dean Martin e Sammy Davis. Quindi organizziamo Sanremo, Cantagiro, Canzonissima. E abbiamo anche la ragazza del Clan” disse indicando Mina, che era libera. Ma ero sotto contratto con la RCA. È stata una grande idea, ma non ne è venuto fuori nulla.

La protesta al Vigorelli

Il cantante parla anche della protesta al teatro Vigorelli: «Mi ha fatto molto male. Eravamo in tanti a dover suonare, Milva, Lucio, io, prima dei Led Zeppelin. Ho chiesto a Ezio Radaelli, l’organizzatore: sei sicuro che sia una buona idea? E lui: fidatevi, sarà un trionfo! Salgo sul palco e si alza un ruggito. Mi giro verso Radaelli, che mi sorride: hai visto? Solo che era un ruggito al contrario. Guardo il pubblico e capisco che ero diventato il simbolo di ciò che odiavano. Esattamente il tipo di cantante che non volevano più”. Morandi racconta di aver provato a conquistare il pubblico con “C’era un libro”, una canzone di protesta: «Mi hanno sommerso di fischi, ho dovuto lasciare a metà e andarmene. Fu uno schiaffo terribile. Pensavo che mio padre avesse ragione quando mi diceva: tutto questo finirà presto. Non avevo ancora 27 anni e sembrava già che tutto fosse finito”.

L’altro momento difficile

Poi parla di un altro momento difficile della sua carriera e della sua ripresa: «Un giorno mi chiama Mogol, che aveva rotto con Battisti. Penso che voglia propormi una canzone. Invece mi dice: “Sai giocare a calcio? Voglio mettere insieme una squadra di cantanti, per ora siamo io e il Guardiano del Faro”. Poi incise “Canzoni stonate”: «In effetti era la mia condizione di allora. Il capo della RCA, che era anche Melis, si oppose: voleva regalare la canzone a Gabriella Ferri. Mogol rispose che l’aveva scritto per me, ma Melis fu implacabile: “Non stare lì a perdere tempo con Morandi…”. Invece hanno prodotto il mio primo album, fino ad allora avevo fatto solo 45 giri. Ho venduto 17mila copie: pochissime. Ma è stato il primo passo verso la ripresa”.

Foto di copertina di: Elle

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