Cosenza, il sindaco firma il ‘Patto Limbadi’ per combattere la ‘Ndrangheta – .

COSENZA – Il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, ha firmato a Palazzo dei Bruzi il “Patto Limbadi”, il simbolo-documento in 14 punti, di cui Don Ennio Stamile è il promotore, il sacerdote, ex rappresentante regionale di Libera, che ha intrapreso una vera e propria battaglia per la legalità contro lo strapotere della ‘ndrangheta e che ha come punto di riferimento iil comune di Limbadi, nell’entroterra vibonese, dove, su alcuni beni confiscati alla criminalità organizzata, nasce l’Università di Ricerca, Memoria e Impegno “Rossella Casini”, intitolata a una studentessa assassinata dalla ‘ndrangheta nel 1981. Don Ennio Stamile si è trovato nel salone dei ricevimenti del Comune di Cosenza, con il sindaco Franz Caruso per la firma del patto, alla presenza anche dell’arcivescovo di Cosenza-Bisignano, monsignor Giovanni Checchinato e di altri amministratori. Il Patto di Limbadi conta finora 140 aderenti, ma il numero è destinato a crescere.

Il sindaco Franz Caruso ha ricordato il rapporto di antica amicizia e stima con don Stamile, risalente al tempo in cui, in qualità di segretario provinciale del PSI, intrapresero insieme, a testa alta e con coraggio, una battaglia condivisa in un contesto particolarmente -zona a rischio. “Un motivo in più – ha sottolineato Franz Caruso – per cui non ho esitato a firmare il patto, sia per la sua figura autorevole sia per l’impegno che ha profuso in questa direzione. Sono stato molto felice – ha continuato – di poter aderire e promuovere, anche nei confronti di altri colleghi sindaci, questa iniziativa che ritengo assolutamente importante in questo particolare momento in cui sembra che qualche indebolimento nella lotta alla criminalità organizzata che, però, mantiene le caratteristiche di pervasività nel nostro territorio e che ha assunto anche aspetti non facilmente identificabili per la sua capacità di nascondersi e per la permeabilità di figure che in passato non potevano essere attaccate in alcun modo”.

Franz Caruso considera la mancanza di opportunità di lavoro sul territorio una delle cause del reclutamento di giovani, anche per la diffusione di stereotipi sbagliati, come manovali della criminalità organizzata. “Dobbiamo assumere, soprattutto come amministratori delle nostre comunità, piccole o grandi che siano, la consapevolezza che è necessario creare un argine alla criminalità organizzata e dobbiamo farlo assumendo posizioni coraggiose. Nessuno di noi è chiamato ad essere eroe, ma dobbiamo credere nella possibilità di un riscatto della nostra terra“. E occasioni come il patto Limbadi, secondo Franz Caruso, sono «utili anche per lanciare il messaggio che la Calabria non è assolutamente la ‘Ndrangheta, partito di minoranza che vogliamo contrastare. Sappiamo che non è facile – dice il sindaco di Cosenza – ma se tutti insieme saremo solidali nel respingere questa pericolosa presenza, credo che riusciremo a lanciare un messaggio positivo al mondo esterno. Dobbiamo farlo stando al fianco degli imprenditori, dei cittadini che hanno il coraggio di denunciare”. E a questo proposito ha ricordato anche Franz Caruso protocollo d’intesa recentemente siglato tra Comune di Cosenza e l’Associazione Antiracket e Antiusura “Lucio Ferrami”, finalizzato a realizzare una serie di azioni, progetti e interventi, volti a prevenire e contrastare i fenomeni di estorsione e di usura presenti sul territorio. “Oggi con l’adesione al patto Limbadi si compie un ulteriore passo avanti. Sottoscriviamo come volontà politica i 14 punti che la compongono, anche se non possiamo rispettarli tutti per questioni tecnico-amministrative”.

Un ultimo messaggio è quello della vicinanza che il Sindaco ha rivolto a chi ha il coraggio di denunciare. “Una vicinanza che si può dimostrare – ha detto – con la costituzione di parte civile nei processi. Se tutti noi sindaci riusciremo a fare questo, manderemo un messaggio forte contro la criminalità organizzata. Noi ci siamo e facciamo la nostra parte, stando anche a fianco delle associazioni nate in memoria di persone che hanno pagato con la vita il loro no all’estorsione e all’usura”. Parole di apprezzamento sono state rivolte alla Chiesa, rappresentata dall’Arcivescovo Checchinato. “Apprezzo il lavoro che porta avanti nel nostro territorio, con il sostegno e l’aiuto dato a chi ha bisogno e con le azioni e le battaglie che non devono distribuire licenze di eroi, ma sono battaglie di civiltà e di progresso”.

Don Ennio Stamile nel suo intervento, nel ringraziare il sindaco Franz Caruso per aver aderito al patto, ha ricordato come Limbadi è stato uno dei primi comuni calabresi ad essere sciolto per infiltrazioni mafiose. È stato il presidente della Repubblica Sandro Pertini a scioglierlo, prima ancora della legge del 1991. “Purtroppo la Calabria ha tanti tristi primati e tra questi un gran numero di comuni sciolti per infiltrazioni mafiose e il maggior numero di interdizioni antimafia. Però – ha aggiunto don Stamile – segnali di rinascita ci sono e vengono dalle amministrazioni comunali. Secondo i dati diffusi dall’Anci, 51 amministratori hanno subito recentemente attacchi o minacce. Dati che ci fanno capire quanto sia importante siglare e diffondere questo patto”.

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