“Israele è pronto per l’operazione Rafah” – .

Israele non vuole che la guerra finisca Gaza. Quindi, a prescindere da un possibile accordo per a tregua si prepara per l’operazione di terra a Rafa. Questo è il messaggio che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu Spedito a Antonio Blinkenil segretario di stato Stati Uniti d’America arrivato a Gerusalemme per provare a dare una sterzata al negoziati e convincere Tel Aviv a evitare un attacco potenzialmente devastante alla città a sud della Striscia. Una missione che fin dall’inizio sembrava perdente e che si è rivelata tale. Netanyahu nel faccia a faccia privato di about tre ore con Blinken ha chiarito che non accetterà un accordo Hamas quello include la fine della guerra. Ma ha anche sottolineato che “l’operazione Rafah non dipende da nulla” e quindi non sarà evitata nemmeno da un eventuale accordo, come ha dichiarato all’ufficio del primo ministro Tempi di Israele. Un concetto ribadito apertamente dal ministro della Difesa israeliano Yoav Galante: “Israele prenderà ogni iniziativa per la restituzione degli ostaggi ma si sta preparando per l’operazione a Rafah”, ha spiegato a Blinken accompagnandolo nella visita al valico di frontiera di Kerem Shalom da dove poi partono aiuto umanitario per Gaza.

Quindi per l’ennesima svolta l’ipotesi di uno sembra sfumare tregua nella Striscia: le ultime comprensione sul tavolo fornisce a Tregua di 40 giorni e il rilascio di migliaia di Prigionieri palestinesi dalle carceri di tel Aviv in cambio della liberazione degli ultimi 33 ostaggi considerato ancora vivo. L’ultimatum di Israele per una risposta di Hamas è stato fissato questa sera, mercoledì 1 maggio. Ma le dichiarazioni di Netanyahu sembrano voler sabotare ogni speranza di accordo. Perché il concetto emerso dall’incontro con Blinken è chiaro: un accordo sugli ostaggi con Hamas non significa questo un’invasione di terra di Rafah sarà evitato.

Lo scrive il segretario di Stato americano Haaretzha avvertito i leader israeliani, compreso il Primo Ministro, che un’operazione israeliana a Rafah in questo momento diminuirebbe le possibilità di raggiungere un accordo sulla liberazione degli ostaggi detenuto da Hamas e influenzerebbe anche il sforzi del stati Uniti promuovere la normalizzazione tra Israele e ilArabia Saudita. Ex portavoce del Dipartimento di Stato americano Matteo Mugnaio, aveva riferito che Blinken aveva ribadito a Netanyahu la posizione americana su Rafah. L’amministrazione di Joe Biden E fermamente contrario un’operazione a Rafah senza un piano credibileevacuazione dei civili.

Un concetto ribadito da Lampeggia anche con un post su X: “A Gerusalemme ho incontrato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sugli sforzi per raggiungere un accordo cessate il fuoco con il rilascio degli ostaggi e così viaimperativo per sostenere l’aumento aiuti ai civili in tutta Gaza”. Blinken sperava di chiudere l’accordo per una tregua, mentre al momento le trattative devono ritenersi concluse. L’incontro faccia a faccia tra Netanyahu e Blinken è iniziato intorno alle 10:40 ed è terminato alle 13:50. Subito dopo si è svolto un lungo incontro con i rappresentanti politici e militari di Israele e degli USA. Ma il vertice era già stato minato dalle parole di ieri di Netanyahu: “Con l’accordo o no, attaccheremo Rafa. Né l’Aia né nient’altro ci fermeranno”, ha dichiarato il primo ministro israeliano.

Türkiye denuncia Israele all’Aia – Nel frattempo il Turchia si unisce al Sud Africa nel caso di genocidio contro Israele al Corte internazionale di giustizia dell’Aia. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri turco Hakan Fidanche ricordava come Ankara sta valutando da tempo come rispondere alle azioni di Israele nella guerra a Gaza e ha già adottato misure contro Israele, come limitare qualcuno esportazioni. “Come Türkiye, abbiamo deciso di partecipare alla presentazione di Sud Africa contro Israele alla Corte Internazionale di Giustizia, presenteremo presto la Nostro richiesta“, ha dichiarato Fidan, nel corso di una conferenza stampa congiunta con il suo omologo indonesiano, Retno Marsudiad Ankara, trasmesso dalla TV statale turca Trt. “Noi presenteremo il nostro richiesta ufficiale alla Corte internazionale di giustizia una volta che il metodo legale“, ha precisato Fidan.

 
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