Ristorante La Pista Lingotto | Le strade di Torino – .

Per i torinesi (e forse anche per i non torinesi), la pista del Lingotto lo è un’istituzione e una leggenda. Fin da piccoli ci raccontavano che qui si provavano le auto Fiat in quegli anni leggendari e mitici (ai quali non vorremmo mai ritornare) in cui Torino era il centro della vita industriale del Paese. Un luogo spesso nascosto e di difficile accesso, ma in realtà aperto alla città. Un percorso lungo un chilometro sul tetto del palazzo del Lingotto che oggi rinasce come giardino e che ospita non solo la Pinacoteca Agnelli, uno dei musei più interessanti della città, ma anche un bellissimo ristorantedi cui voglio parlarvi oggi!

A parte il fatto che questo è un posto di Torino che ha quel sapore esclusivo e proibito (sei sul tetto del Lingotto, del resto, cosa fai sul tetto del Lingotto? Cosa fai su un tetto? Siamo semplici piemontesi), qui si respira un’aria di totale relax e privacy. C’è quella sensazione che nessuno ti vede e che quello che succede qui può restare qui e tutto il team del ristorante mantiene questa sensazione facendoti sentire totalmente e pienamente accolto e coccolato. Ho poi avuto il piacere di andare a cena con un gruppo tutto al femminile e tutto tosto (si può dire?) e così la cena è diventata davvero indimenticabile. E potrei dire che certe cose che ci siamo detti rimarranno lassù, nel cielo del Lingotto.

Il menù del ristorante La Pista

Il menu de La Pista è qualcosa di sorprendente e suggestivo. Piatti che ti portano a casa e piatti che ti fanno viaggiare. L’accoglienza dalla cucina fa subito un balzo in avanti: biscotti di pasta fillo con miso di ceci e robiola di Roccaverano o con mele cotogne, bao al vapore con prugna lattofermentata e crescione, papa amarilla con formaggio e senape, insalata icerberg con nocciole e semi. Piccoli piatti che accolgono e preparano il palato. Piccoli piatti che divertono e fanno scoprire nuovi sapori. Verdure croccanti e fermentazioni poco conosciute, ma mai troppo intense.

Allora è il tempo dei lievitati, il mio momento preferito, devo dire. Vorrei che nella vita potessimo vivere solo di prodotti lievitati, senza lievitazione e senza perdere i nutrienti necessari per vivere. E qui i lievitati sono un sogno. Tutto preparato da Alessandro E Daniele. Che arrivano con un avvertimento: “attenzione, la cena è appena iniziata e mancano ancora tante pietanze”.

Cominciamo davvero: Primofiore. Una ricotta freschissima, fatta in casa con verdure cotte e crude. Germogli e aceto a base di kombucha. Poi un raviolo con patate lattofermentate, cocco e curry verde. E poi ancora verdure con taro e il loro succo.

La proposta prevede tre menù, per tre esigenze e tre palati. Il primo è Fiducia, il menù più coraggioso e stravagante, contemporaneo e personale. Un “atto di fiducia” verso lo chef, con abbinamenti ricercati e originali. Granchio e rafano, manzo e ricci di mare, merluzzo e mais, banane e bacon… Il secondo menù è Mondo botanico, cinque portate completamente vegetariane caratterizzate da preparazioni attente e abbinamenti di verdure inaspettati, quello che ho assaggiato. Il terzo è Radici, l’essenzialeun menù che celebra la tradizione e la cucina piemontese con alcune varianti.

Ma chi c’è in cucina?

In cucina Alessandro Scardina E Daniele Lo Grasso, un duo inseparabile fin dai tempi dell’oratorio. Alessandro ci racconta come nella sua famiglia ha assorbito la passione per la cucina e le competenze della mamma e della nonna. La nonna aveva già il lievito madre e faceva il pane in casa due volte a settimana. La mamma lavorava, ma non comprava cibi surgelati e non comprava cibi semipronti, quindi cucinava sempre molto. E da lì è nata la curiosità e la voglia di capire di più su questo mondo della cucina. Dopo il settore alberghiero Alessandro e Daniele iniziano a cucinare insieme con gli attuali ragazzi di Magazzino52 che all’epoca lavoravano al Tre Galli. Tre anni, tra Tre Galli e Tre Galline, in cui hanno imparato tutte le basi. Poi la Sicilia per Alessandro – perché c’era quel bisogno di tornare alle origini familiari o magari di poter mangiare la pasta alla norma, il suo piatto preferito, come se non ci fosse un domani – poi Londra, la Grecia, l’Australia, Copenaghen, sempre insieme. Alessandro poi torna in città, Daniele va in Spagna. Si incontrano a Torino, causa Covid, a Villa Bollina e da lì arrivano poi a La Pista.

Tutte le immagini © 2024 Ristorante La Pista

Da quando ho iniziato a interessarmi alla sostenibilità sono diventato vegetariano, ho venduto la mia macchina e ho conseguito un dottorato di ricerca. Ma non chiedermi di smettere di viaggiare.

 
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