Ieri, 1 maggio, si è verificato un incidente mortale in provincia di Viterbo, in cui è morta Luisella Pallozzi, 54enne originaria e residente a Narni e impiegata nel reparto materno infantile dell’ospedale Santa Maria di Terni. Secondo quanto è stato possibile apprendere, la donna viaggiava come passeggera nel viterbese, sulla strada dell’Ombrone in direzione Montefiascone, nell’auto guidata dalla sorella. Per cause ancora in fase di accertamento da parte delle forze dell’ordine, l’auto si è scontrata con un altro veicolo e, nell’ambito dell’incidente, la donna è stata sbalzata fuori dal veicolo ed è finita rovinosamente a terra. Le sue condizioni sono apparse subito gravi e sul posto sono accorsi gli operatori sanitari del 118 che hanno trasferito la paziente al “Belcolle” di Viterbo in codice rosso.
Luisella non ce l’ha fatta, la figlia 22enne era gravemente malata
Una volta arrivata all’ospedale di Viterbo, Luisella Pallozzi è stata subito sottoposta alle opportune cure, ma ogni tentativo di salvarle la vita è risultato vano. Anche la figlia 22enne della vittima, però, versava in gravi condizioni ed è stata sottoposta a un intervento chirurgico ed è stata ricoverata in terapia intensiva con prognosi riservata.
Condoglianze per la morte di Luisella
“L’Ospedale Santa Maria di Terni, in tutte le sue componenti, esprime profondo dolore per la perdita della nostra dipendente Luisella, che ci ha lasciato prematuramente – si legge in una nota di Santa Maria – Il suo impegno e la sua dedizione hanno lasciato un segno indelebile nella nostra comunità e nel cuore di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerla. In questo momento di dolore ci uniamo alle condoglianze della sua famiglia, dei suoi amici e dei suoi colleghi. La sua luminosa presenza sarà con noi per sempre. I medici, le ostetriche, gli infermieri e tutto il personale del Dipartimento Materno Infantile, addolorati per la sua scomparsa, salutano una grande professionista che ci ha donato la sua umanità, il suo rispetto e la sua dedizione al suo lavoro”.
