Il Trentino va, ma ancora non corre – News – .

Il Trentino va, ma ancora non corre – News – .
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TRENTO. L’occupazione in Trentino non regredisce, ma nemmeno accelera. Diciamo che cammina, e anche con una certa calma. Altre regioni italiane fanno molto meglio, anche al Sud. Lo afferma l’ultimo rapporto dell’Ufficio studi della CGIA di Mestre, che ha messo a confronto le performance di diversi territori negli ultimi 5 anni. Un periodo anch’esso complicato, costellato di difficoltà: su tutte la crisi legata prima al Covid e poi alla conseguente ripresa, a cui si è aggiunta la guerra in Ucraina e la crisi energetica che ne è seguita. Insomma, anni turbolenti, ai quali i territori italiani hanno risposto in modo decisamente diverso.

Il Trentino Alto Adige, andando direttamente ai nostri numeri, ha visto l’occupazione crescere ma in modo limitato: nel 2019 gli occupati erano 500mila, nel 2022 506mila e nel 2023 508mila. In termini assoluti sono stati creati 8mila posti di lavoro in più, il che significa un aumento dell’1,5%. Separando il dato trentino, in proporzione le cose vanno meglio. Nel 2019 gli occupati erano 240.600, nel 2022 243,00 e lo scorso anno 245.400. Stiamo crescendo un po’ più dei nostri amici altoatesiniinsomma: 4.700 addetti in più, che significano il 2% del totale, nel quinquennio, mentre Bolzano si ferma a un incremento dell’1,1%.

Ma è molto? È poco, quell’aumento del 2%? Rispetto al resto della penisola non è una prestazione degna di nota: siamo a metà del guado, 55esima provincia su 107 (ma in 30 province i posti di lavoro sono in calo nel quinquennio). Ma comunque qui è andata meglio che in Lombardia (+1,1%) ed Emilia Romagna, pur con una lieve flessione (-0,1%). Quello che si può dire con certezza è che altri territori sono stati decisamente più reattivi. Dopo il Covid a crescere sono soprattutto alcune zone del Sud.

Per fare qualche esempio, c’è stato un +6,3% in Puglia, +5,2% in Liguria e Sicilia, +3,6% in Campania, e se guardiamo alle province, però, ci sono territori che hanno visto una crescita dell’occupazione a doppia cifra : Lecce +16,5%, Benevento +12,4%, Enna +11,2%, Frosinone +10,9%, solo per citare le migliori prestazioni. Insomma, se le crisi possono essere un problema ma anche un’opportunità, alcuni territori l’hanno colta più efficacemente di altri. Il Trentino, forse anche perché non è partito da una situazione difficile, dal punto di vista occupazionale.

Ma come ha reagito il sistema Italia agli shock degli ultimi anni? Dal punto di vista dell’aumento dell’occupazione, buono: nel 2023 il Paese ha raggiunto il record di occupati (23,6 milioni) con 471mila euro in più rispetto all’era pre-Covid, di cui 213mila al Sud, per un incremento complessivo del 3,5%.

Buona anche la tipologia contrattuale: a livello nazionale l’84% è a tempo indeterminato. Le dinamiche delle assunzioni mostrano che vengono assunte sempre più persone qualificate: il 96,5% dei nuovi posti di lavoro nel 2023 riguarda lavoratori altamente specializzati o qualificati. Resta una criticità fondamentale per l’Italia: siamo forse a un numero record di occupati, ma siamo in fondo alla classifica nell’Eurozona in termini di percentuale di occupati sulla forza lavoro possibile: in Italia il tasso di occupazione è del 61,5%, la media europea è del 70,1%.

 
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