riportare l’Atleta da Fano in Italia – .

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La Corte Europea di Strasburgo conferma il diritto dell’Italia su 16 celebri statue greche, tra cui l’Atleta di Fano, in possesso del J. Paul Getty Museum. Il ricorso presentato dalla Paul Getty Foundation è stato quindi respinto. Tra le statue al centro della controversia c’è anche l’atleta vittorioso in bronzo attribuito allo scultore Lisippo ritrovato nelle acque dell’Adriatico, al largo delle Marche, nel 1964: nel 2018, una sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito la sua appartenenza all’ Italia.

L’appello

Così il Getty aveva presentato ricorso contro la sentenza della Corte di Cassazione, che aveva confermato un provvedimento di confisca e restituzione emesso dal tribunale di Pesaro nel 2010. L’opera, un bronzo a grandezza naturale, è tra le più preziose della collezione Getty. Fu ritrovata da pescatori italiani al largo delle acque marchigiane nel 1964. Il Getty, che la acquistò nel 1977 per 4 milioni di dollari per poi approdare al museo di Malibu, difende da tempo i propri diritti sulla statua, sostenendo che è stata ritrovata a acque internazionali e che non ha mai fatto parte del patrimonio culturale italiano. Entrambe le parti hanno ora tre mesi per chiedere che il caso venga esaminato dalla Grande Camera della Corte europea – una sorta di Corte d’appello della stessa Corte composta da 17 giudici – per una decisione finale.

La frase

La Corte di Strasburgo ha riconosciuto nella propria sentenza la legittimità dell’azione intrapresa dalle autorità italiane per recuperare l’opera d’arte. I giudici, in particolare, hanno sottolineato che la tutela del patrimonio culturale e artistico di un Paese rappresenta una priorità anche dal punto di vista giuridico. Inoltre, diverse normative internazionali sanciscono il diritto di contrastare l’acquisto, l’importazione e l’esportazione illeciti di beni appartenenti al patrimonio culturale di una nazione. La Fondazione Getty, ha sottolineato la Corte nella sentenza, si è comportata “con negligenza o senza buona fede nell’acquisto della statua pur essendo a conoscenza delle richieste avanzate dallo Stato italiano e degli sforzi intrapresi per il suo recupero”. Di qui l’osservazione che la decisione dei giudici italiani di procedere alla confisca del bene contestato: “era proporzionata all’obiettivo di garantirne la restituzione”.

Commenti

Il Ministro della Cultura Gennaro Sangiulianonel corso della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa ‘Capitale italiana dell’arte contemporanea’ ha espresso «la sua gioia per la sentenza della Corte di Strasburgo che riconosce le nostre ragioni nei confronti dell’Atleta di Fano».

«La confisca disposta dai giudici italiani all’Atleta di Fano non ha violato l’art. 1, protocollo n. 1 della Convenzione – spiega l’avvocato Lorenzo D’Ascia, coordinatore della Procura dello Stato –. Siamo lieti che la Corte Europea abbia accolto la tesi sostenuta dall’Avvocatura dello Stato, e cioè che la confisca dei beni culturali illecitamente esportati ha fondamento giuridico, persegue un interesse pubblico, poiché la statua appartiene al patrimonio culturale italiano, e non comporterebbe un sacrificio sproporzionato a carico del Getty Trust, considerata la grave negligenza commessa dal trust al momento dell’acquisto, e l’impossibilità di rimproverare alcunché alle autorità italiane”. E conclude l’avvocato dello Stato in carica presso la Procura generale dello Stato: «Ci sembra una decisione storica nel contrasto al traffico illecito di beni culturali, con un’importante affermazione di principio della Corte europea che ha ricordato che esiste una forte consenso ed europeo nel contrastare l’esportazione illecita di beni culturali e garantirne il ritorno nei Paesi di origine”.

 
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